Biografie

Auguste Bonel

Una persiana si spalanca sull’abisso della memoria: il movimento dei passanti, come una traversata remota, traghetta un grido secolare sostenuto con dolorosa fraternità. Auguste Bonel, poeta haïtiano nato a Port-du-Prince, guarda attraverso l’oblò della storia e traccia i contorni dell’identità della sua isola, sfiorando con la parola una ferita scavata dalla pioggia degli eventi. Allusioni in poesia, dapprima trasportate dal vento, sono definite più marcatamente al ritmo incessante del ricordo di un valzer insanguinato. Rottami di memoria si disperdono nel rumore fumante del mare per essere ricomposti attraverso gli accordi dell’arpa dello spazio, intercettata nella danza ardente degli elementi della natura. Il poeta erige la metafora della parola nomade come un obelisco nella dimensione del sogno per sottrarla ad un mero male d’inchiostro, permettendole così di sgorgare dalla fonte più autentica della sete poetica.

È stato il poeta bretone Yvon Le Men a spiegare l’essenza della parola di Bonel, in una lettera mossa da un sentimento di autentica amicizia e stima. Le Men scrive: «Et transfuser ta joie de vivre à ceux qui la laissent passer, chez nous. Car, malgré tout ce qui vous arrive, vous croyez au miracle. Vous avez ce qui nous manque ». [1]

Il miracolo di Bonel si produce attraverso lo spontaneo compenetrarsi del reale e del meraviglioso all’interno di uno spazio che egli rende indefinito nella molteplicità degli aspetti sfiorati. I versi trasudano un’energia in grado di delineare frammenti della memoria di Haïti, nel suo frenetico vorticare in una storia di colonizzazione, guerre civili, carestie e terremoti. Elementi rievocati con la raffinatezza dell’allusione poetica concreta e al tempo stesso visionaria. La crosta del pane è intrisa anche di una fame di riscatto in una terra dove il popolo sembra essere in preda al soffio della sabbia movente nel corso di una fuga perpetua. Bonel accompagna l’immagine dell’animo nomade con il sentimento dell’impegno.

Poeta, bibliotecario e animatore culturale, studia linguistica all’Università Statale (Haïti) e riceve una formazione in storia dell’arte presso l’Istituto francese di Haïti. Fondatore dell’atelier di poesia «Dimanche en poésie» presso la biblioteca Étoile filante e animatore dei «Vendredis littéraires» dell’Università dei Caraibi, compone in francese e in creolo. Giornalista, scrive regolarmente per i quotidiani Le Nouvelliste et Le Matin. Si occupa di una trasmissione radiofonica letteraria sulla Radio Nazionale di HaÏti  «Tournez la page».

Fin dalla pubblicazione della sua prima raccolta di poesie in creolo Fas doub lanmó, lo scrittore haïtiano Franktétienne celebra Bonel come «uno dei primi autori filosofi della letteratura creola».[2] In questo senso, il poeta offre anche il proprio contributo al quadro dell’espressione haïtiana in creolo. Essa ha conosciuto una più consistente diffusione soprattutto a partire dal decennio 1970-1980, grazie all’operato di numerosi autori protagonisti della diaspora o rimasti in loco, tra i quali lo stesso Frankétienne. Frutto dell’unione del Marcorix, idioma dei primi abitanti dell’isola con le lingue portate dagli schiavi venuti dall’Africa, il creolo si modella nel tempo attraverso la coabitazione aborigeni/schiavi sulle montagne del Bahoruco. Dall’epoca precolombiana fino al momento della colonizzazione (1492), dalla colonizzazione fino alla fondazione di Santo-Domingo, dalla fondazione di Port-au-Prince (1749) fino all’indipendenza di Haïti (1804), il patois diviene lingua delle razze tra le razze, meritevole della migliore sorte, oltre la perpetua discussione sulla sua ufficializzazione o il suo apporto alla società e alla cultura haïtiane.[3]  

Il poeta tunisino Tahar Bekri considera, inoltre, le pagine della successiva raccolta Fulgurance diBonelcome «pregne di sensualità e di metafore che riportano le riflessioni e le meditazioni al loro giusto posto».[4] Attraverso la forza del linguaggio e la sapienza dell’allusione, Bonel si inserisce nell’ambito della poesia haïtiana contemporanea: un canto di parole libere, immacolate e preziose che, incastonate nella dimensione del sogno e della leggenda, riportano la verità invisibile di un senso profondo della vita, racchiuso nelle vibrazioni della realtà e della memoria storica.    

BIBLIOGRAFIA

Poesia:

  • Dève lumineuse (Henri Deschamps, 2007)
  • Poèmes (Nouvelle Revue française 576, janvier 2006)
  • Fulgurance (Éditions Mémoire, Port-au-Prince, 2004)
  • Fas doub lanmó (Éditions Mémoire, Port-au-Prince, 2000)

Romanzo:

  • Un cri Lola (Vents d’Ailleurs, 2013)

Racconti:

Lizamèvèy, racconto in creolo, inedito.

Saggi:

La modernité dans la poésie créole de Georges Castera. Relire l’histoire littéraire et le littéraire haïtiens, actes du colloque à Jacmel en 2004.

S’inscrire en Haïti (Riveneuve Continents 2, juillet 2005) : 133-134.


[1] Y. Le Men, Lettre à Auguste Bonel, in Etonnants Voyageurs, Festival International du livre t du film, Lannion, janvier 2010.
[2] Frankétienne in Etonnants Voyageurs, Festival International du livre t du film, Saint-Malo, 2019.
[3] Saint-John Kauss in La poésie haïtienne d’expression créole, Le Nouvelliste, Port-au-Prince, octobre 2010.
[4] T. Bekri in Etonnants Voyageurs, Festival International du livre t du film, Saint-Malo, 2019.

L'autore

Angela Caputo

Angela Caputo è nata nel 1985 a Bari. Ha conseguito la laurea triennale in Scienze della Mediazione Linguistica presso la Scuola Superiore per Mediatori Linguistici “Carlo Bo” (Bari) e la laurea specialistica con
lode in Lingue e Culture Europee e Americane presso la Facoltà di Lingue e Letterature Straniere dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”. Nel corso dell’ anno accademico 2012/2013, ha frequentato il Master di II livello in Traduzione di Testi Postcoloniali in Lingua inglese presso l’Università degli Studi di Pisa, durante il tirocinio del quale, sotto la guida del Prof. Andrea Sirotti, è stata impegnata nella stesura di saggi critici e di commenti bio-bibliografici per le riviste “Soglie” ed “El Ghibli”. È stata inoltre impegnata nella stesura di un saggio critico per la rivista di poesia comparata “Semicerchio”. Durante l’anno accademico 2014-2015, è risultata vincitrice del corso di tirocinio formativo attivo Tfa II ciclo (corso di abilitazione all’insegnamento per la scuola secondaria di primo e secondo grado) per le classi di concorso Lingua e civiltà straniera inglese e Lingua e civiltà straniera francese presso l’Università degli Studi di Bari
“Aldo Moro” . È attualmente abilitata con la massima votazione per la classe di concorso Lingua e civiltà straniera francese. È docente di ruolo di lingua francese presso l’Istituto Comprensivo “Ilaria Alpi” di Vicopisano (PI).