Recensioni

Due volte

Jadelin Mabiala Gangbo
Due volte
edizioni e/o  2009

raffaele taddeo

Dopo aver sperimentato significative e creative forme narrative insieme a varietà di linguaggi  con il romanzoRometta e Giulieo Jadelin Mabiala Gangbo, riprende il discorso lasciato con Verso la notte Bakonga,facendo anzi un percorso a ritroso perché tutta la vicenda di questo bel romanzo è riportata sia nel tempo della narrazione, che per l’età dei personaggi a momenti e fatti anteriori a quelli della composizione del 1999.
Non può sfuggire la  dimensione autobiografica evidenziata anche dal ringraziamento   rivolto al fratello Jadeli Mabiala Gangbo, “indispensabile per il recupero di episodi della nostra infanzia”.
Ci si trova quindi davanti al recupero di episodi, a partire dall’infanzia, in quell’età che si avvia alla pubertà senza che uno se ne accorga, quando si trova mutato nei sentimenti, nei rapporti con gli altri, in maniera inconsueta e inaspettata.
Sul piano della struttura narrativa, quindi, il romanzo dello scrittore di origine congolese si inserisce nell’alveo delle autobiografie anche se, e questa è già una prima caratteristica significativa, il tempo preso in considerazione è limitato. L’arco non è indicato precisamente, ma potrebbe essere di qualche anno. Nel  suo racconto autobiografico Gangbo non ha la preoccupazione di uscire dall’età dell’infanzia   per trasmettere al lettore la dimensione del cambiamento verso una consapevolezza e cognizione della realtà più chiara.  Rimane invece fra l’abbandono del padre e la proposta fatta ai personaggi principali, due gemelli, di accettare l’adozione da parte di una famiglia. Non è un libro di formazione perché l’esperienza raccontata non riferisce questo percorso secondo i parametri tradizionali borghesi, anzi il rifiuto dell’adozione da parte dei due gemelli fa ipotizzare un analogo rifiuto  dei ritmi e dei valori borghesi.
Il romanzo vive essenzialmente della modalità di rapporti che si stabiliscono fra i ragazzi, tutti ospitati in un collegio di suore perché ragazzi  difficili o allontanati dalle famiglie per ordine del tribunale.
Ritengo che siano da mettere a fuoco le relazioni che Daniel, la voce narrante, stabilisce virtualmente con il padre e realmente con Agata, Pasquale.
Il rapporto con il padre, “virtuale” perché si trova in carcere, è di devozione. Egli è colui che ha dato a lui e al fratello gli insegnamenti, l’identità di appartenenti ad una etnia speciale, che ha sue regole, e le sue credenze, che sono importanti per la persona. Per questo una volta rinchiusi in  istituto che si oppongono con tutte le forze,   a farsi tagliare i capelli corti, perché nella fede rasta si perderebbero tutte le forze così come avvenne per  Sansone. Per questo sono assolutamente d’accordo quando Nicola, il figlio dei genitori  Tabucchi, dice loro, dopo aver sentito che il loro padre li aveva aiutati ad imparare a suonare,  “..dovreste stimarlo il vostro babbo” anche se, come devono riconoscere “io e David non avevamo  mai sentito questa parola. Era la prima volta. Ma mi è sembrata incredibilmente bella e perfetta”. Questo provoca in loro   un vero trauma quando vengono a conoscere il motivo per cui il loro padre non è mai  venuto a trovarli in collegio, né si è    mai fatto sentire neppure con una lettera.
L’altro rapporto è con Agata. E’ una bambina che suscita subito l’ interesse d Daniel e scatta così il desiderio di fare amicizia. E’ un rapporto che si mantiene puro e limpido perché così lo vuole lui, anche perché è ingenuo, ed è così che lo vuole anche, lei nonostante che in collegio debba subire le angherie e le prepotenze anche sessuali di altri due ragazzi da cui non sa e a volte non vuole difendersi.  Daniel capisce che Agata ha qualche cosa che non va. In collegio si vocifera che sia stata stuprata dallo zio. Ma egli non conosce il significato di questa parola e per lui rimarrà sempre   un mistero il segreto di lei.  L’innocenza del protagonista, voce narrante, è tale che non prova né stupore, né meraviglia quando scopre Agata e altri due ragazzi in situazione equivoca e in quel momento non avverte neppure gelosia.
Sarà successivamente quando Agata per altre vicende dovrà andarsene   in Daniel si manifesterà tutta la tensione   di chi ha subito una separazione da una persona che amava e con cui stava bene. Ora Daniel diventerà assente, violento, incapace di avere   la gioia e la spensieratezza che aveva avuto prima. Nel romanzo non lo si dice, ma Agata era stato il primo amore di Daniel.
Poi c’è il rapporto con Francesco, ragazzo napoletano abituato a delinquere fin da piccolissimo.  E’ scansato da tutti ad eccezione del fratello di Daniel, David, che ha con il napoletano una relazione quasi da succube, perché lo asseconda quasi tutto, creando molte preoccupazioni a Daniel.  Ma anche Francesco, in fondo, non riesce a pensare se non trasgressioni da bambino come quella di scappare per vedere l’eclissi di luna. Gran  parte del tempo che i due passano insieme è per progettare questa fuga e organizzare i modi per attuarla.
Sembra che anche Daniel poi venga assorbito dal progetto di David e Francesco, ma i primi due non porteranno a conclusione il progetto e lasceranno solo Francesco, perché si rendono conto che una trasgressione così forte forse avrebbe comportato la loro rovina definitiva.
Il romanzo sembra una semplice raccolta di episodi accaduti in un certo luogo, spesso anche umoristici ma alla  fine ci si accorge che i fatti avvenuti hanno creato nei due protagonisti un senso di distacco dalla realtà, che può essere giudicata proprio da chi ha  conquistato una vera libertà interiore.

30-08-2009

L'autore

Raffaele Taddeo

E’ nato a Molfetta (Bari) l’8 giugno 1941. Laureatosi in Materie Letterarie presso l’Università Cattolica di Milano, città in cui oggi risiede, ha insegnato italiano e storia negli Istituti tecnici fin dal 1978. Dal 1972 al 1978 ha svolto la mansione di “consulente didattico per la costruzione dei Centri scolatici Onnicomprensivi” presso il CISEM (Centro per l’Innovazione Educativa di Milano). Con la citata Istituzione è stato coautore di tre pubblicazioni: Primi lineamenti di progetto per una scuola media secondaria superiore quinquennale (1973), Tappe significative della legislazione sulla sperimentazione sella Scuola Media Superiore (1976), La sperimentazione nella scuola media superiore in Italia:1970/1975. Nell’anno 1984 è stato eletto vicepresidente del Distretto scolastico ’80, carica che manterrà sino al 1990. Verso la metà degli anni ’80, in occasione dell’avvio dei nuovi programmi della scuola elementare, ha coordinato la stesura e la pubblicazione del volumetto una scuola che cambia. Dal 1985 al 1990 è stato Consigliere nel Consiglio di Zona 7 del Comune di Milano. Nel 1991 ha fondato, in collaborazione con alcuni amici del territorio Dergano-Bovisa del comune di Milano, il Centro Culturale Multietnico La Tenda, di cui ad oggi è Presidente. Nel 1994 ha pubblicatp per il CRES insieme a Donatella Calati il quaderno Narrativa Nascente – Tre romanzi della più recente immigrazione. Nel 1999 in collaborazioone con Alberto Ibba ha curato il testo La lingua strappata, edizione Leoncavallo. Nel 2006 è uscito il suo volume Letteratura Nascente – Letteratura italiana della migrazione, autori e poetiche. Nel 2006 con Paolo Cavagna ha curato il libro per ragazzi "Il carro di Pickipò", ediesse edizioni. Nel 2010 ha pubblicato per l’edizione Besa "La ferita di Odisseo – il “ritorno” nella letteratura italiana della migrazione".
In e-book è pubblicato "Anatomia di uno scrutinio", Nel 2018 è stato pubblicato il suo romanzo "La strega di Lezzeno", nello stesso anno ha curato con Matteo Andreone l'antologia di racconti "Pubblichiamoli a casa loro". Nel 2019 è stato pubblicato l'altro romanzo "Il terrorista".