Recensioni

European Multi-Culturalism Revisited

Alessandro Silj
European Multi-Culturalism Revisited
Zed Books – Londra e new York   2010

raffaella bianchi

Una bella storia delle politiche relative all’immigrazione in Europa, quella edita da Alessandro Silj in un volume pubblicato per Zed Books in inglese nel quale si raccolgono i contributi di accademici specializzati in sei paesi europei. Maleiha Malik analizza la storia britannica, ValierieAmiraux quella francese, la ricerca di Stephen Laz si concentra sulla Germania, Stefano Allievi scrive a proposito dell’Italia, Tina Gundrun Jensen della Danimarca e ThijlSunier dei Paesi Bassi. Ogni capitolo delinea la storia di un paese mettendo in luce i principi e i dibattiti relativi alle leggi e alle politiche che hanno regolato il processo d’immigrazione. La conclusione scritta da CristopheBertossi allarga la prospettiva a una visione europea comunitaria d’insieme, dove le politiche d’integrazione sono correlate a un processo di re-politicizzazione dell’etnicità, della razza e dell’immigrazione.

Il libroe’ intitolato ‘Multi-Culturalism Europeo Rivisitato’ (European Multi-CulturalismRevisited’). Piu’ che discutere del multiculturalismo in Europa, questo testo ha perlopiù un approccio empirico, lasciando all’introduzione di Alessandro Silj il compito di confrontarsi con la controversa definizione di multiculturalismo. Questo tema non viene problematizzato dagli altri autori con qualche eccezione. Per esempio, l’analisi di Malika sulla Gran Bretagna inizia con una domanda interessante. L’autrice si chiede quali siano le norme alle quali viene richiesto alle minoranze di uniformarsi. Malika problematizza il concetto di multiculturalismo, per esempio sottolineando la rilevante differenza tra multiculturalismo “descrittivo” e “normativo”. Il multiculturalismo descrittivo si riferisce ai cambiamenti che avvengono in un paese e che hanno come risultato una maggiore diversità etnica e culturale. Mentre il multiculturalismo normativo descrive la risposta dello stato a questa accresciuta diversità, che in Gran Bretagna si esprime nella richiesta di politiche di riconoscimento e di accomodamento delle differenze.

Da questo testo emerge una fotografia delle modalità di applicazione dell’idea di multiculturalismo in Europa. Di particolare interesse sono i capitolo relativi alle storie della Gran Bretagna, della Francia e della Germania per via della lunga storia d’immigrazione di questi paesi. La risposta britannica all’immigrazione ha preso la forma di politiche di tolleranza e non-discriminazione supportate da strategie di accomodamento culturale, specialmente in aeree quali l’istruzione. Al contrario, il multiculturalismo francese non e’ mai diventato una politica. Amiraux fornisce al lettore gli strumenti concettuali per comprendere il multiculturalismo in Francia. In questo dibattito, che ha avuto luogo per esempio durante gli scontri del 2005, vengono minacciati i principi alla base della Repubblica francese. Amiraux auspica che la Francia possa di mettere in scena una rappresentazione pluralistica della nazione. Anche nella Germania dell’Ovest le politiche d’immigrazione tradizionalmente si fondano sul principio di assimilazione. Secondo Laz, il multiculturalismo oggi sembra avere connotazioni ambigue sia come concetto discorsivo, sia nelle politiche regionali e nazionali. Da una parte, infatti, la politica teme il “presunto fondamentalismo culturale degli immigrati musulmani”. Dall’altra parte si è anche sviluppato un concetto positivo di pluralitàculturale dove le minoranze sono viste come rilevanti risorse sociali per la società futura. L’analisi di Laz si concentra in particolare su Berlino e il suo ruolo particolare di crogiolo e palestra di politiche e prassi multiculturali.

Altri interessanti aspetti sono discussi in questo testo a proposito di modelli meno conosciuti. La mancanza di direzione delle politiche d’immigrazione italiane come storia di continue “emergenze” e’ ben descritta da Allievi. La mancanza di principi e valori che diano una direzione precisa a questa politica e’ concettualizzata da Allievi come “mancanza di un modello italiano”. Tuttavia, il suo contributo non da’ conto del passato coloniale italiano e non problematizza il concetto d’identità italiana privando la sua storia delle politiche dell’immigrazione in Italia di un contesto significativo. Mentre l’analisi di Thijl della Denimarcae’ tutta incentrata sul concetto di “smallnees” (piccolezza?) del paese. Le ridotte dimensioni del paese sono la scusa per l’insistenza su un “monoculturalismo” e per l’assenza di modelli pluralistici. Il modello olandese viene definito di “assimilazione per convincimento”. In altre parole, gli immigrati vengono considerati socio-economicamente alla pari dei cittadini olandesi, mentre la loro cultura non viene considerata alla pari. In tempi recenti i Paesi Bassi hanno abbandonato tale modello per abbracciarne un altro definito di “assimilazione per costrizione”. Questo modello di assimilazione senza se e senza ma viene attuato nel contesto della più severa legge sull’immigrazione in Europa. Sunier non considera rilevante il fenomeno dell’islamofobia nei Paesi Bassi e per questa ragione viene criticato da Silj, il quale gli rimprovera di non aver fornito una spiegazione convincente per i cambiamenti dei modelli e delle politiche d’immigrazione del suo paese.

Come Bertossisottolinea nella conclusione, questi sono modelli di multiculturalismo definiti ex-post dagli studiosi, ma non sono applicati coscientemente dai politici. Inoltre, l’impatto dell’integrazione europea e delle sue politiche culturali non e’ considerato in maniera sistematica da questi studi che si focalizzano sulle realta’ di diversi paesi come se fossero entita’ autonome slegate da un processo comunitario. Per questo Frontex non viene analizzato. Ciononostante, questo libro fornisce degli spunti molto interessanti e informazioni dettagliate sulla storia dell’immigrazione nelle specifico delle sviluppo delle politiche per l’immigrazione.
Queste storie rappresentano un contributo fondamentale per comprendere la storia dell’immigrazione in Europa, una lettura imprescindibile per cittadini, studiosi e politici. Attraverso la giustapposizione di idee sull’immigrazione, il libro mette in discussione le idee di cittadinanza e di identita’ in Europa, temi che dovrebbero essere centrali nella discussione politica europea. Nella sua realta’ descrittiva il multiculturalismo e’ un fenomeno significativo dello sviluppo politico della globalizzazione. Nella sua versione normative e’ un aspetto cruciale per definire nella pratica politica i concetti di eguaglianza e cittadinanza. Il multiculturalismo è mortoMr Cameron? Lunga vita al multiculturalismo.

 Agosto 2012

L'autore

Raffaella Bianchi

Raffaella Bianchi è nata in Italia e si è poi trasferita in Inghilterra e in Turchia dove ha svolto la professione di docente universitaria in storia europea e relazioni internazionali.
Si occupa di studi culturali e ha pubblicato in riviste accademiche internazionali articoli sul ruolo della musica nella sfera pubblica e politica nel contesto risorgimentale italiano e in quello turco, in particolare riguardo il movimento rivoluzionario contemporaneo delle primavere arabe. Ha scritto qualche racconto per El-Ghibli e alcune analisi della letteratura della migrazione italiana.
Attualmente è ricercatrice presso il centro di ricerca REDESM (Religioni, economie e culture dell'area mediterranea) dell'Università dell'Insubria di Como e insegna alla primaria in una scuola multietnica milanese.