La Sagarana è un progetto culturale ad ampio raggio che nel corso degli anni si è declinato in diverse iniziative, dalla rivista online ai seminari Scrittori migranti, senza dimenticare la scuola di scrittura creativa. Questa serie di attività, pensate e guidate da Julio Monteiro Martins, hanno per protagonista la letteratura, esplorata non solo dal punto di vista estetico o del processo creativo, ma anche nel suo ruolo di antidoto contro “l’indottrinamento che da sempre cerca di sopraffare la libera riflessione e la ricerca della verità”[1]. Nei 15 anni di attività della rivista, dall’ottobre 2000 all’ottobre 2014, Monteiro è riuscito a far convivere in un solo trimestrale grandi firme della letteratura mondiale e autori emergenti, attraverso la selezione di brani inediti o mai tradotti in italiano. Nata come spazio per pubblicare i testi scritti dai partecipanti al master di scrittura Sagarana, guidato dallo stesso Monteiro, la rivista Sagarana è presto diventata sede di testi di natura eterogenea ma accomunati dalla loro destinazione d’uso, ovvero creare una “realtà culturale alternativa”. Numero dopo numero, Sagarana si è infatti affermata come “qualcosa di più di una semplice rivista letteraria: è un ‘ambiente virtuale’ che propone ai suoi lettori una partecipazione attiva e una complicità intellettuale”[2]. Gli editoriali di Monteiro, in particolare, ne hanno scandito le tappe più importanti, offrendo un commento critico al panorama letterario contemporaneo, quasi a confluire in un manifesto del suo “sacerdozio laico”[3] nella letteratura a cui ha dedicato la sua vita di intellettuale e scrittore.
La rivista è anche servita come vetrina per pubblicizzare le altre iniziative della Sagarana. Vale la pena di riflettere sui seminari organizzati da Monteiro, che hanno accompagnato, commentato e animato uno spaccato importante della storia della letteratura della migrazione in italiano, a poco più di un decennio dall’apparizione dei primi testi e per i nove anni successivi. Le nove edizioni (2001-2009), infatti, hanno visto partecipare scrittori, critici, studiosi e lettori per commentare l’opera di autori translingui, ai quali è riconosciuto il metodo di aver portato un “arricchimento straordinario alla civiltà e alla cultura italiana”[4]. Sono stati toccati diversi temi legati alla scrittura e alla letteratura, migrante e non, visto che in ogni edizione sono stati invitati anche autori non migranti: la scrittura in una lingua diversa dalla propria lingua madre; la ricerca di un editore; l’editing e il processo di revisione e pubblicazione di un libro; la traduzione e l’autotraduzione; il mercato editoriale italiano e la pubblicazione online; il marketing e la promozione dell’opera letteraria; l’esistenza e la formazione di riviste online, premi letterari e iniziative culturali legate alla letteratura della migrazione. Questi argomenti sono stati sviscerati in incontri che hanno avuto la forma di tavola rotonda o di presentazione di autori e alla presenza di un pubblico che interviene con domande e commenti. Si tratta di anni cruciali per la definizione stessa di una letteratura transculturale prodotta da autori che hanno adottato l’italiano come lingua di espressione e le sessioni dei seminari della Sagarana ricalcano e ripropongono alcuni passaggi fondamentali che hanno fatto la storia dei primi anni di letteratura della migrazione, come il dibattito – tutt’oggi non del tutto risolto – sulla denominazione stessa che possa indicare questo gruppo così eterogeneo di autori e autrici, poetiche, finalità e forme letterarie.
Questo e altri dibattiti, tuttavia, hanno contributo a dar voce anche a una forza contraria e altrettanto decisa, ovvero l’idea che si dovessero in qualche modo mettere al bando categorizzazioni e definizioni fini a se stesse e operare un processo di “sghettizzazione” che liberasse lo scrittore migrante dall’appartenenza forzata a un gruppo non univocamente identificabile. Sebbene l’esistenza stessa dei seminari sia la prova di quel senso di finalità comuni che ha riunito per ben nove anni un gruppo di simpatizzanti e collaboratori della Sagarana per parlare di letteratura della migrazione in italiano, quello che traspare dalle trascrizioni delle sessioni è un percorso dinamico e pertanto virtuosamente suscettibile al cambiamento. I nomi stessi dei seminari sono cambiati negli anni: da Scrittori migranti delle prime edizioni, si è passati a Scrittori e scrittrici migranti nella sesta edizione – accompagnando ma anche anticipando quel filone di critica che si è concentrato sulle specificità della scrittura migrante al femminile – fino ad arrivare nell’ottava edizione alla dicitura Seminario della Sagarana: realtà e prospettive della letteratura contemporanea in lingua italiana, in cui viene a mancare la parola chiava migrante.
Un aspetto fondamentale delle attività portate avanti da Monteiro nell’ambito della Sagarana è il rapporto inscindibile con internet e, in particolare, con l’idea che dovesse esserci una quanto più ampia accessibilità alle risorse messe a disposizione dalla Sagarana. I contenuti della rivista sono, tuttora, online e gratuiti, così come le sbobinature di otto delle nove edizioni dei seminari (tutte ad eccezione della prima). A questo proposito, Monteiro ha affermato di voler fare in modo che “gli interessati o studiosi di altri paesi e dell’Italia che non potevano venire a Lucca, potessero informarsi direttamente delle discussioni”[5]. Nonostante alcune limitazioni – il passaggio dalla forma orale alla forma scritta ha necessariamente impoverito i contenuti dei seminari; l’italiano come unica lingua in cui questi sono proposti ne ha riservato l’accesso a chi sia in grado di comprenderlo – è chiaro che tale corpus ha costituito e costituisce una preziosa fonte di riferimenti, riflessioni e informazioni dichiaratamente destinate a un pubblico quanto più ampio possibile. Monteiro ha definito internet “veicolo aperto e democratico, attraverso il quale [Sagarana] riusciva ad arrivare ovunque, istantaneamente e a costo zero per il lettore”[6]. La volontà di creare ponti e opportunità ha reso la Sagarana un interessante centro nel panorama culturale italiano, fisico ma virtuale, convinto sostenitore delle specificità della letteratura della migrazione ma allo stesso tempo aperto a un’universalità della letteratura, oltre i confini nazionali.
[1] Julio Monteiro Martins, editoriale, Sagarana n.11, aprile 2003.
[2] Julio Monteiro Martins, editoriale, Sagarana n.5, aprile 2001.
[3] Julio Monteiro Martins, Lo spirito della Sagarana, intervista a Silvia Treves, Sagarana n. 10, gennaio 2003.
[4] Secondo seminario, prima sessione.
[5] Mia intervista, maggio 2014.
[6] Julio Monteiro Martins, editoriale, Sagarana n. 41, aprile 2010.