Recensioni

Il riscatto di Claudia

Scritto da Raffaele Taddeo

E’ un testo teatrale?  E’ diviso non in atti ma in otto parti, ciascuna delle quali è suddivisa in un numero varianti di scene. Qualche strappo alla struttura normale del testo teatrale è già dato dal fatto che gli atti non sono previsti e questo ci porta al sospetto che la sua rappresentazione teatrale possa rappresentare un problema e quindi, più che testo teatrale, siamo di fronte a un romanzo organizzato in scene e dialoghi.

Una seconda considerazione è che solitamente un testo teatrale presenta all’inizio i personaggi e i loro rispettivi ruoli. In questo testo i personaggi vengono scoperti man mano.  Anche questo aspetto porta alla conclusione che la struttura fondamentale è tipica del romanzo più che del testo teatrale ove i personaggi con cui si ha a che fare si conoscono fin dall’inizio.  La novità rispetto ad un romanzo è quella del  continuo dialogo fra i protagonisti.  Ne deriva che non c’è un narratore né intradiegetico, né extradiegetico. I punti di vista sono molteplici tanti quanti coloro che appaiono nelle scene. La plurifocalità d’altra parte è una modalità privilegiata da scrittori di origine straniera.

Personaggio principale è Claudia, una giovane donna di “colore” diremmo, ma notevolmente bella, che più che difendersi dal soliti comportamenti razzistici organizza una sorta di vendetta assumendo capacità finanziarie e imprenditoriali ai fini di un riscatto dalle angherie sopportate o subite dagli uomini.
E’ un sovvertimento della femminilità? Difficile a dirsi. Il personaggio non sempre suscita simpatie o condivisioni. È pur vero che il mondo intorno a lei è fatto di falsi e infingardi in cui prevale solo e solamente il tornaconto economico. Anche degli amici più stretti non c’è da fidarsi. Solo Giorgio, lo spasimante e poi marito di Claudia, sembra mostrare qualche aspetto di umanità e di verità perché difende fino in fondo il suo amore e suo figlio. Ma questa umanità, questa dimensione di essere uomo viene considerata come “extra terreno”.  Il cinismo dei personaggi è incarnato in Massimo, il padre di Giorgio, che per il suo profondo razzismo tenta alla fine di uccidere il nipote.

Il testo è  straniante. Le ragioni delle decisioni e comportamenti di Claudia sono comprensibili sul piano razionale, ma non riscuote simpatie né condivisione emotiva. In un dialogo con Giorgio Claudia si esprime così: “il giusto non è definibile in base al bene e al male, ma dall’obiettivo di colui che compie l’azione”.
Siamo di fronte alla riproposta di un detto attribuito al pensiero di Machiavelli e cioè: Il fine giustifica i mezzi.
Nessuno dei personaggi in effetti trova empatia. Il testo lascia pensare, ma forse è proprio quello che desiderava l’autore.

Breve nota rispetto alla pubblicazione. Il romanzo è stato autopubblicato. Sarà stato rifiutato anche dalle piccole case editrici? Oppure può essere stata una decisione presa proprio per la poca affidabilità che le piccole case editrici dimostrano?

Dicembre  2021

 

L'autore

Raffaele Taddeo

E’ nato a Molfetta (Bari) l’8 giugno 1941. Laureatosi in Materie Letterarie presso l’Università Cattolica di Milano, città in cui oggi risiede, ha insegnato italiano e storia negli Istituti tecnici fin dal 1978. Dal 1972 al 1978 ha svolto la mansione di “consulente didattico per la costruzione dei Centri scolatici Onnicomprensivi” presso il CISEM (Centro per l’Innovazione Educativa di Milano). Con la citata Istituzione è stato coautore di tre pubblicazioni: Primi lineamenti di progetto per una scuola media secondaria superiore quinquennale (1973), Tappe significative della legislazione sulla sperimentazione sella Scuola Media Superiore (1976), La sperimentazione nella scuola media superiore in Italia:1970/1975. Nell’anno 1984 è stato eletto vicepresidente del Distretto scolastico ’80, carica che manterrà sino al 1990. Verso la metà degli anni ’80, in occasione dell’avvio dei nuovi programmi della scuola elementare, ha coordinato la stesura e la pubblicazione del volumetto una scuola che cambia. Dal 1985 al 1990 è stato Consigliere nel Consiglio di Zona 7 del Comune di Milano. Nel 1991 ha fondato, in collaborazione con alcuni amici del territorio Dergano-Bovisa del comune di Milano, il Centro Culturale Multietnico La Tenda, di cui ad oggi è Presidente. Nel 1994 ha pubblicatp per il CRES insieme a Donatella Calati il quaderno Narrativa Nascente – Tre romanzi della più recente immigrazione. Nel 1999 in collaborazioone con Alberto Ibba ha curato il testo La lingua strappata, edizione Leoncavallo. Nel 2006 è uscito il suo volume Letteratura Nascente – Letteratura italiana della migrazione, autori e poetiche. Nel 2006 con Paolo Cavagna ha curato il libro per ragazzi "Il carro di Pickipò", ediesse edizioni. Nel 2010 ha pubblicato per l’edizione Besa "La ferita di Odisseo – il “ritorno” nella letteratura italiana della migrazione".
In e-book è pubblicato "Anatomia di uno scrutinio", Nel 2018 è stato pubblicato il suo romanzo "La strega di Lezzeno", nello stesso anno ha curato con Matteo Andreone l'antologia di racconti "Pubblichiamoli a casa loro". Nel 2019 è stato pubblicato l'altro romanzo "Il terrorista".

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