Nulla sanno gli economisti o gli scienziati
rispetto a quel che sanno i gatti
che frequentano la mia casa,
a quel che ascolta la pianta che tace
o ai pensieri che raccolse il cappello
abbandonato ora nella sala d’attesa
di una stazione o le città
che non dormono quasi mai
nella loro immobilità, non sognano forse
che la natura le venga a trovare
con la semenza delle campagne lontane:
il miracolo del girasole che sboccia
ai margini della strada la strada
che desidera d’essere, di nuovo calpestata
che su di lei germoglino incontri…
allora venga il fenicio con la stella polare
l’algebra dai deserti, la cabala degli esuli
e vengano con la cultura orale i popoli
animisti, ché la natura sola ha un’anima
grande e armoniosa
e non l’uomo con le sue apocalissi…
quel che serve è l’antico coraggio
del pellegrino, l’olfatto del cane
e la pazienza di questo cammino…