"Stanza degli ospiti", come tributo di ospitalità, raccoglie e propone testi di scrittori stanziali italiani e stranieri - i viaggiatori immobili - con cui è sempre più necessario interagire e collaborare per un arricchimento reciproco. E’ una sezione che si vorrebbe sempre più ricca perché solo con lo scambio reciproco di scrittori autoctoni, migranti, migranti stanziali è possibile arrivare a stabilire condizioni per affermazioni di valori di pace, tolleranza e condivisione di progetti e valori.
Monthly Archives: Febbraio 2014
il confine
Il confine
Quantus tremor est futurus (che paura ci sarà) Uscì dal portone e fuori c’era una città scura. Anche se era giorno. Grigio. Marrone scuro. Color fuliggine. Aveva piovuto ma faceva caldo. Quella era casa sua? Ma sì, certo che era casa sua. Di chi altro avrebbe dovuto essere? E quella era la sua città, in una mattina solita. Si sentiva un po’ confuso, anche perché la sera prima era stato a quella cena e doveva aver bevuto un bel po’. - Nemmeno mi ricordo di essere tornato a casa. Eppure eccomi qua! L’edicolante che aveva il baracchino a pochi metri dal portone lo salutò come faceva ogni mattina. - Ciao, Gabri! Hai una faccia, oggi! Si sentì un po’ meglio. Gabriele era lui. Si chiamava proprio così, Gabriele Rocca. - Ciao... ciao... ehm. - Non riusciva a ricordarsi il nome. Aveva davvero bevuto parecchio, la sera prima. Si girò distrattamente e, appoggiato a un palo della luce,...
la conchiglia

tu ancora cercami
pregiudizio & tolleranza
Piacere, sono il pregiudizio dicono io sia un tizio alquanto bizzarro perché vado in giro armato e sparo ad ogni minimo avvistamento di sospetto ma io non aspetto che sia qualcun altro a tirare il grilletto per primo io mi deprimo, senza pregiudicare e cosa dovrei fare con quest’ansia che mi erode il petto non sai mai qual è il difetto di quello là mentre ti guarda stupito cos’hai da guardare, io non ti do la mano, e neanche il dito che poi magari ti salta in mente di chiedermi pure il braccio allora, sai cosa faccio non ti do un bel niente, anzi, ti riempio di botte ancor prima che tu abbia fiatato così impari che con il pregiudizio non si fanno affari sono io che tiro le fila di questo gioco e ho un esercito di alleati, alcuni dicono matti come per loro sarei matto io perché “non conosco altro dio al di fuori della mia ansia” ma se uno magari ti dice di essere rosa, e poi...
linguamadre
I confini della laguna

Lo chiamano “il Mago” e lo conoscevano tutti nel paese e in tutti i paesi dell’isola. E tutti sapevano che era un mago cattivo, uno che praticava la magia nera.
Il Mago aveva una bella moglie, un figlio sano, una bella casa con giardino e le terre più ricche del paese. Ma era un povero Mago cattivo. La sua fama aveva superato i confini dell’isola e spesso a casa sua arrivava gente da ogni dove. La storia dei cugini Fenacchi aveva scosso tutti.
Mino Fenacchi, chiamiamolo MinoI, odiava a morte il cugino, che si chiamava anche lui Mino Fenacchi, chiamiamolo MinoII. Odiava il cugino da molto tempo MinoI, prima che MinoII spostasse i confini comuni a suo favore all’alba del primo dell’anno, quando tutti dormivano, dopo la festa di Capodanno. Gli aveva fagocitato praticamente mezzo metro per tutta la lunghezza di trenta metri del terreno e...
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Parole dal mondo 01-03-2014
Parole dal mondo
migranti nel mondo - testi in lingua originale e traduzioni
gdy zadzwonił dzwonek-dowbrovsky - Biografia - krzysztof t. dąbrowski [...] lo specchio del desiderio/ the mirror of desire - Biografia - ankur betageri [...] visioni concrete di bimbo/ concrete vision of child - Biografia - bruce hunter [...] ciò che sognano i morti/ what the dead dream bruce hunter [...] ciò che mi insegnano i miei studenti/ what my students teach me bruce hunter [...] comme avant - Biografia - tahar djaout [...] terraferma/ terre ferme tahar djaout [...] ragione del grido/ raison du cri tahar djaout [...]...
Pap Khouma – editoriale
Cari lettori,
quando giunge la fine dell’anno siamo tentati di fare un inventario sommario, per riflettere su certi eventi accaduti nel corso degli ultimi mesi. Proveremo a ricordarne alcuni che secondo noi potrebbero essere significativi. Jean Paul Sartre, già citato su questa pagina, chiedeva: “Cosa serve un libro di fronte a un bambino che ha fame?”. Noi potremo essere tentati di chiedere: “Cosa servono i racconti o le poesie che pubblichiamo di fronte a tanti bambini e adulti che hanno fame, non hanno terra, né cittadinanza, né pace, né libertà?”.
Crisi economica e sociale
L’anno 2013 non ha portato via la crisi economica globale iniziata negli Usa, nel 2006, quando era scoppiata la bolla finanziaria dei subprime. Ancora oggi, nonostante i proclami di ministri delle finanze o di fattucchieri dell’economia globale, disoccupazione e povertà sono in grave incremento nei paesi occidentali che, fino a quel momento, erano considerati ricchi, stabili, democratici e consideravano se stessi indispensabili modelli di virtuosità per il resto del mondo, specialmente per i paesi africani e sudamericani.