Monthly Archives: Luglio 2019

Lettera al mio fantasma. Piccola epopea dell’Assenza,

In questo piccolo libro Saba Anglana, artista italosomala, si cimenta per la prima volta nella scrittura in prosa, dopo aver sperimentato vari linguaggi nel corso della sua esperienza artistica [1]. Il testo è introdotto da una prefazione intitolata “muta liturgia dell’essenziale” di Paolo Mottana e si conclude con una breve “biobibliografia” riguardante l’autrice.

Il protagonista dell’opera è un fantasma, che sorprende la scrittrice sempre nel primo pomeriggio, cioè nel momento della giornata in cui i riflessi lentamente si attenuano e l’attenzione progressivamente cala. Con questo fantasma l’autrice intesse un dialogo fitto, a tratti melanconico, che la porta sempre a interrogarsi su se stessa, sul suo passato, ma anche sul presente che vive e la circonda. Tuttavia il fantasma è anche assenza, poiché è la proiezione della mancanza di una persona cara e amata che ha fatto parte della vita della scrittrice e con la quale ha l’esigenza...

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Caffè con voci e sapori diversi: riflessioni dall’Irlanda

Insomnia mi dà un attimo di respiro su una poltrona avvolgente. Davanti a un caffè americano (un espresso non dura abbastanza per darmi il conforto che cerco ora) tiro fuori matita e quaderno arancione, e scrivo.

 

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Insomina è il nome di una catena di caffè in Irlanda, dove mi trovo in vacanza-studio con un gruppo di studenti italiani. Che in questo momento si stanno dedicando allo shopping in giro per i negozi di Kilkenny. Io avrei voluto fare lo stesso, ma lo prospettiva di un caffè vicino ai miei standard italiani – rispetto a quello della mensa mattutina – ha preso il sopravvento.

Il logo di Insomnia è simpatico, mostra una tazzina di caffè stilizzata in volo con un paio di ali su sfondo rosso bordeaux: come non avere voglia di entrare? Trovo che anche il...

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Non basta

Dopo la morte di Giancarlo Vitali, avvenuta nel Luglio dell’anno scorso, si poteva ipotizzare che i volumetti “I Vitali”, frutto della collaborazione dei due artisti bellanesi, uno affermato pittore e l’altro noto scrittore,  non avrebbero avuto più seguito. Invece è arrivata la proposta del N. 19 della serie con raffigurazioni (tecniche miste su carta) del pittore scomparso e poesie con brevi passi di prosa, brevi racconti, ma forse più appropriatamente proesie  come direbbe Carmine Abate, perché sono composizioni polisemiche, tipiche della poesia.
Giancarlo Vitali si faceva leggere i testi che Andrea Vitali (ancora una volta è da precisare che non sono parenti) preparava e poi sceglieva incisioni o altro pescati dalla sua innumerevole produzione e li collegava a quei testi. Chiunque vada a curiosare fra i volumetti precedenti al 19 potrà rendersi  della coerenza o corrispondenza fra sensi degli scritti e quelli delle raffigurazioni. Esisteva una omologia metaforica...

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Tavolo numero sette

La preoccupazione fondamentale di Darien Levani in questo romanzo, fatto essenzialmente di dialoghi, considerazioni giuridiche, è stata quella di mettersi  dalla parte di un giudice.  La trama è semplice ed è relativa alla storia di un processo di un  presunto assassino, Pietro Erardi, di due donne. Le prove che conducono a lui, come probabile colpevole, sembrano schiaccianti tali da non lasciar dubbi a tutti i media e all’opinione pubblica. La violenza dimostrata nell’efferato delitto è stata tale che a furor di popolo  si vuole una condanna esemplare.
Eppure a conclusione del processo, quando ormai tutti sono convinti della colpevolezza di Erardi, viene emessa una sentenza di assoluzione. Il giudice viene accusato di aver manipolato la giuria popolare, di essere un massone che sta difendendo ragioni altolocate, di essere un giudice superficiale, che ha voluto fare un favore al figlio che aveva frequentato la stessa palestra dell’Erani quand’era un ragazzo,...

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POESIE

AUGUSTE BONEL

La pioggia è una ferita
al ventre della terra
una ruga sulle foglie
il vento nei rami
un valzer insanguinato
trasportiamo il cuneo
in tutte le nostre traversate
in piena costellazione
incespichiamo nella caverna

La fame cresce dalla crosta del pane

È triste che gli uomini
erigano una promiscuità
dalla biforcazione dei loro sogni

Dalla mia persiana
oblò del grido secolare
guardo la strada brulicare di odori
di movimenti dove zoppica l’abisso
con frenesia di spettro
dolorosa fraternità
nel guardarsi
nel movimento dei passanti
come una sensazione rimossa
dal proprio corpo

Io piccola scimmia dei tropici
dallo spacco delle natiche lacerato con violenza
sballotto i miei tour circensi
in rottame di memoria
verso orizzonti
dove la luce del bersaglio
mal dissimula la rigidità della forca ...

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