Ai confini del verso, poesia della migrazione in italiano

Mia Lecomte (a cura)
Ai confini del verso – poesia della migrazione italiana
Le lettere      2007

Grazia  Negro

Questo libro apparso nel 2006 e curato da Mia Lecomte, grande conoscitrice della letteratura della migrazione e poeta lei stessa, costituisce la prima raccolta organica e ragionata della produzione poetica in lingua italiana da parte di poeti stranieri che, pur con vicende esistenziali molto diverse, sono tutti accomunati dall’uso della nostra lingua per esprimere i loro sentimenti più profondi.

Nella Prefazione Mia Lecomte ripercorre le tappe di sviluppo della letteratura della migrazione, evidenziando come questa definizione, e le tante altre che ne sono state date, si riveli pur sempre riduttiva rispetto ad un fenomeno letterario che sta svecchiando la produzione narrativa autoctona, oramai sterile e autoreferenziale. L’evento della migranza, da cui sgorga questa letteratura, è a fondamento della sua eccezionalità e solleva interrogativi centrali alla questione epocale dell’identità multipla.

Il percorso della produzione poetica all’interno della letteratura della migrazione è stato più lento e complesso, per cui solo ora si delineano delle figure poetiche mature e si possono individuare delle caratteristiche comuni, al di là della diversità dei temi trattati. Innanzitutto l’alto grado di eticità che discende dalla dialettica di dolore e speranza che sta alla base dell’evento migratorio. E poi la novità del dettato linguistico, che si impone per la sua forza e che discende dalla decisione, sempre sofferta, di abbandonare la lingua madre e di tagliare quindi con il proprio passato.

Infine Mia Lecomte illustra il suo lungo percorso di ricerca e di conoscenza della poesia della migrazione che dal 1997 l’ha portata a conoscere i suoi “cittadini della poesia” fino a diventarne la maggiore esperta a livello nazionale.

I poeti antologizzati sono 20: Ubax Cristina Ali Farah (Somalia); Hasan Atiya al Nassar (Iraq); Anahid Baklu (Iran); Mihai Mircea Butcovan (Romania); Gregorio Carbonero (Venezuela); Arnold de Vos (Olanda); Nader Ghazvinizadeh (Iran); Gëzim Hajdari (Albania); Pap Khouma (Senegal); Thea Laitef (Iraq); Egidio Molinas Leiva (Paraguay); Julio Monteiro Martins (Brasile); Ndjock Ngana Yogo Ndjock (Camerun); Heleno Oliveira (Brasile); Lidia Amalia Palazzolo (Argentina); Barbara Pumhösel (Austria); Candelaria Romero (Argentina); Barbara Serdakowski    (Polonia);

Božidar  Stanišić  (Bosnia); Spale Miro Stevanović (Bosnia). Ad ognuno di loro è riservato un capitolo, che si apre con una breve biografia e con un’autopresentazione del poeta in questione. Seguono le poesie, numerose, che prendono diverse pagine per ogni autore e che consentono al lettore di farsi un’idea della sua produzione poetica e che lo invogliano ad approfondire la lettura.

A questo fine risultano molto utili gli ultimi due capitoli del libro: la Bibliografia degli autori e la Postfazione di Franca Sinopoli, docente all’Università La Sapienza di Roma che, insieme al Prof. Armando Gnisci, è stata tra i primi a livello accademico ad occuparsi di questa giovane letteratura. Nel suo denso saggio dal titolo emblematicoScrivere nella lingua dell’altro, Franca Sinopoli ripercorre le tappe accademiche di trattazione della letteratura della migrazione, partendo dall’anno pionieristico del 1992 fino agli ultimi sviluppi. Delinea poi uno sfondo teorico di questa trattazione che si rifà agli studi postcoloniali e affronta alcune problematiche centrali suscitate dalla letteratura della migrazione (la letterarietà di questi testi; i criteri di identificazione di una produzione così vasta; il suo statuto di letteratura “minore” e il suo rapporto con la letteratura “maggiore”). A chiusa del saggio c’è un’aggiornatissima bibliografia degli strumenti necessari per affrontare la complessità e la ricchezza di questa letteratura: le riviste, sia cartacee siaonline, gli interventi accademici, i testi e le antologie, la banca dati online BASILI.

25-05-2007