tahar djaout

scrivere insieme-un esempio di amicizia francesca medaglia
Questo contributo è la redazione ampliata di un intervento tenuto nel corso del Seminario Doris (Reti letterarie. Forme e storie di sodalitas, Roma 4-5 luglio 2011).
Il romanzo Ghiacciofuoco, edito nel 2007, e composto a più mani da Laura Pariani e Nicola Lecca, costituisce un ottimo esempio di come l’amicizia tra scrittori possa influenzare la composizione di un’opera letteraria. Infatti, nulla più della scrittura a quattro mani può servire a delineare le dinamiche e le modalità del confronto intellettuale tra autori: chi decide di scrivere a quattro mani intrattiene, in genere, rapporti di parentela, come nei casi di Jacob e Wilhelm Grimm e di Jules ed Edmond De Goncourt, o di amicizia molto stretta, come avviene per i Dieci,1 per Filippo Tommaso Martinetti ed Enif Robert, per José Duarte Ramalho Ortigão e José Maria Eça de Queiroz, solo per citarne alcuni,...
Per affrontare il tema della cittadinanza abbiamo pensato di condividere direttamente le voci delle donne straniere che ogni anno scrivono al Concorso letterario nazionale Lingua Madre. Quello che vi proponiamo è un dialogo corale, che parla di desideri, di relazione, di ascolto ma soprattutto di speranza, felicità e amore. Sono parole, queste, che le persone hanno ormai quasi paura di pronunciare, ma avremmo tutti e tutte più bisogno di far circolare amore, fiducia, felicità al posto di regole e tutele che privano invece di arricchire. Le donne continuano a rivelarsi “l’anello forte” delle diverse culture e tra mondi lontani, esse hanno giocato e giocano un ruolo fondamentale come soggetti capaci di cogliere gli elementi dinamici di altri mondi culturali e il loro forte potenziale espressivo. Nel Dossier Immigrazione (Caritas/Migrantes) sono le donne ad emergere come il motore della trasformazione: “Se nulla ha cambiato la società italiana degli ultimi trenta...
– Grazie per essere venuta, Milagros. Non so proprio come farei senza di te. Devo scappare. Ho lasciato sul fornello il pranzetto della bimba. Vai a prenderla a scuola all’una e un quarto, ma è meglio arrivarci cinque minuti prima, che se succede qualcosa e la bimba non ti trova si prende paura, va bene? – Va bene, señora. – Poi, non lasciarla davanti alla televisione tutto il pomeriggio. Deve fare i compiti, ricordaglielo, che da sola finisce che non fa niente. E magari le parli un po’ in spagnolo, ci giochi, così comincia ad abituarsi al suono di una lingua straniera… Poi, ricordati, verso un quarto alle quattro, la porti alla lezione di scherma e aspetti che abbia finito, alle cinque e mezza. Alle sette, sette e mezza arrivo e preparo io la cena, va bene? Anzi, mi fai un piacere, se alle sette e...
“Sembra ieri!” dice Wafi fra sé piegando la lettera. Gli viene in mente la risposta del contadino alla cicogna.
Quale vita t’aggradi io non conosco,
…
t’ho catturato insieme con costoro
che ai miei lavori recano gran danno.
Ritorna a pensare a quando accompagnò Briru, amico d’infanzia e di cuore, che doveva andare a Parigi, alla Stazione Centrale di Milano. — Ti ricordi il tuo nome? Me lo ripeti? — Micro Bbandi — No! Mirko Bondi!
Era da giorni che Briru riprovava ma non riusciva a ripetere il suo nuovo nome. — E come si risponde, da vero italiano? — Briru — Noo! Prego. Pre-go. Ripeti. Briru non ci riusciva, ma lo aveva ringraziato.
L’amico alzò le spalle.
— Ce la farò, vedrai. — Insciallah! Era Wafi che aveva fatto venire Briru dal paese dove aveva vissuto senza...
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