Città
Ho fatto un giro per la mia città,
la città esterrefatta e laconica
che dice di non esserci
anche quando c’è
sorvolando sui propri trascorsi,
e quel che ho visto sono
lamiere, calce, cenere – pretese
di alcune opere in atto, promesse
di altre opere in corso – ma ho preferito
non soffermarmi rivolgendomi invece
alla bontà degli orti
che occhieggia da dietro le fabbriche
e si protende a un più vero sé
dove ancora fioriscono i boschi
e gli ultimi edifici si assiepano
a assisterne con tenerezza
la solitudine e il riposo
poco prima di costringerli
all’assedio. E, da qui,
non mi sono più mosso.