FAG & LIMM
Il Fondo Armando Gnisci è chiamato FAG ed è un deposito transculturale attivo dentro cui si trovano carte: libri, riviste, tesi di laurea, lettere, edizioni diverse di un testo, carte e bozze degli scrittori ecc. Il catalogo completo dei testi si trova in internet all’indirizzo elettronico della Biblioteca Comunale di Lanuvio, un paese dei Castelli romani vicino a Roma. Le opere concrete sono consultabili nella Biblioteca stessa. A Lanuvio si arriva con un trenino che parte dalla Stazione delle Ferrovie Laziali di Roma, in fondo alla Stazione Termini. Il FAG contiene carte della LIMM, la Letteratura Italiana della Migrazione Mondiale, tra due secoli, XX e XXI. Contiene anche carte della critica transculturale e carte della Letteratura Comparata internazionale in Italia. Il FAG viene aggiornato ogni anno dal suo fondatore. Gli scrittori della LIMM e i loro editori non partecipano, se non rarissimamente, all’incremento del FAG. Non smetteremo mai di invitare autori e editori a collaborare con noi, inviandoci o portandoci i loro libri ed altro. Il Fondo dal 2012 è consultato da studenti e ricercatori, non solo italiani.
Di cosa parliamo quando parliamo della LIMM? Traccio qui una frase di Dante che illumina il nostro viandare con la consapevolezza della nostra natura mondiale:
Nos, autem cui mundus est patria velut piscibus equor [Noi, per i quali la patria è il mondo, come per i pesci l’acqua] Dante Alighieri, De Vulgari Eloquentia, I, VI, 3
Parto riferendo e meditando su di uno strano caso di indignazione e autentificazione letteraria. Da tempo gli scrittori migranti, supportati da molti commentatori italiani, si rifiutano di essere messi in una cassetta che porta l’etichetta di “letteratura migrante”. Per loro si tratta di un abuso ottuso che contiene una rozza ghettizzazione, se non un insulto, grave. Preferiscono farsi chiamare così come si stimano: “scrittori e basta”, o, alla francese, scrittori tout court. La mia definizione di “scrittori migranti” è esecrata, quindi, e chi non mi conosce pensa certo che sia io un vecchio e dannato accademico italiano-italianista semi-razzista.
La mia definizione di LIMM si è evoluta in diverse fasi nel tempo crescendo attraverso un mio cammino transculturale iniziato nel 1991, proprio insieme agli scrittori migranti, al loro ascolto e alla nostra mutua coevoluzione. LIMM segna e significa un passaggio dentro una storia diversa e un risultato teorico-poetico della mia conoscenza transculturale. Non è una dichiarazione di volontà di potenza che intende dettare a tutti di accettare una ideologia, una teoria perfetta o una verità indiscussa. È un segnavia, non un comandamento. Da parte di un comparatista non-italianista. Se la guardate così, anche se non vi piacerà, vi farà comunque ripensare alla questione, anche per meno di una mezz’ora, tout court.
Dopo questa premessa è più semplice spiegare il senso e il valore dell’acronimo LIMM: le prime due lettere, Letteratura Italiana, pronunciano e rivendicano l’appartenenza degli scrittori migranti, e post-migranti creoli, alla nostra storia letteraria italiana contemporanea. Anche se pochissimi “italianisti” – studiosi specializzati in diverse cose patrie: lingua, cibo, arti visive, storia, letteratura, musica, cinema, paesaggio, teatro, stili di vita ecc. – riescono a vedere questa appartenenza crescente, presente e viva. Le seconde due lettere, Migrazione e Mondiale non istigano a pensare che gli scrittori e le poete migranti per me siano quelli che trattano (solo) il tema e il genere delle storie della migrazione e della poesia dell’esilio. Vogliono dire invece che questa corrente migrante mondiale – diciamo così, e senza che pensiate ad un’altra trappola letteraria occidentale e ghettizzante – è formata da letterati che scrivono di qualsiasi condizione umana e di qualsiasi immaginario. La loro è però una corrente planetaria che proviene dai tutti i Mondi del Mondo e porta in Italia, così come nelle altre nazioni europee occidentali, una cosmovisione e una missione di movimento e mutazione, una creolizzazione mondiale, come sostiene Édouard Glissant. Il mondo arriva in casa nostra e scrive in italiano. Gli scrittori italiani della Migrazione Mondiale tra i due secoli portano in Italia tutti i mondi del mondo per suggerire a noi come si fa a metterci a “pensare con il mondo” in un “luogo in comune” (ancora Glissant).
Ho imparato da loro e insieme con loro, da un quarto di secolo, una storia diversa del mio destino “spirituale”, quella di cercare di pensare con il mondo. Il mio mestiere non è mai stato quello dell’accademico esperto in una specializzazione tematica – “studioso della letteratura della migrazione in Italia” – ma quello di un letterato della transculturazione europea che ascolta e cerca di parlare con il mondo da europeo in via di decolonizzazione. Una decolonizzazione che è iniziata e progredita per me nella frequentazione amicale con le arti e le persone migranti. Questa impresa mi ha portato ad essere, a mia volta, ascoltato in Europa e nei mondi, pochissimo in Italia.
Infine, gli scrittori e le poete della LIMM venendo dai mondi del mondo al tempo stesso propongono una cosmovisione che giunge dall’avvenire portando a noi europei una storia diversa che viene dal futuro. Proprio a noialtri, che abbiamo “scoperto”, dominato e distrutto le civiltà e i popoli del pianeta con una guerra mondiale contro tutti che dura da 5 secoli. Gli artisti della Migrazione Mondiale – letterati ma anche musici, attori, teatranti ecc. – vengono tra noi per darci vivacità e speranza, fervore e gentilezza. Al tempo stesso, ci aiutano a decolonizzarci da noi stessi e non da soli, per creolizzarci tutti insieme lungo il filo di questo secolo XXI, in Europa.
Meditiamo meglio sul futuro: i demografi nel 2013 ci hanno comunicato che alla fine di questo secolo le nazioni europee dell’ovest avranno una maggioranza di cittadini meticci. A cosa fa pensare questa profezia statistica a noi europei, oggi? Alla lezione che mostra la relazione con la LIMM. Essa porta ad una revisione europea simpatetica e critica della convivenza transculturale e creativa, benedetta e costante. Una eutopia al lavoro, una forma vitale transculturale che propone l’educazione a pensare e parlare con il mondo, e a diventare mondani. Come fecero già i nostri antenati migranti fuggiti dall’Europa e dall’Italia per motivi di povertà, subito dopo la proclamazione del Regno d’Italia. La LIMM è una palestra giusta per crescere insieme nel futuro, diventando cittadini mondiali e gentili di questo nuovo secolo meticcio e creolo. La coevoluzione attraverso la LIMM e i suoi scrittori somiglia al lumen naturale di Lucrezio e Spinoza, nostri contemporanei e futuri, come Dante. Ricordo, infine, che ogni volta che scrivo “scrittori” penso al fatto che le scrittrici e poete migranti in Italia sono più numerose degli scrittori, come testimonia la banca di dati BASILI, da me fondata nel 1997.
dicembre 2014