Gente di Dio così straziata

 

Gente di Dio così straziata
il vuoto nella stanza
assorbe l’aura dei lumi
quasi aleggino respiri di spettri
nei loro sogni al reparto terminale.

Silenzio. Buio. Ma c’è? C’è davvero?
Un buio più buio di questo? …
E mette una mano sulla fronte?
e scosta i capelli madidi
intrisi di mortalità
che ti si spezza il cuore perché
li voleva intrecciati, lei, i capelli
da ragazza, ma la madre
non glieli fece mai così, finché morì,
convinta che lo specchio mentisse.

Corri coniglio, corri, corri, corri,
più lontano che puoi
a balzi sulla frale neve azzurra,
primo dell’anno, corri, amico piè veloce,
metticela tutta, fino ai confini della terra.
Solinga, sbigottita, sagoma alle strisce
non si fermarti. Questa è la terra.

Dove gli innocenti soffrono
enormi idiozie dissacratorie
note a uomini e insetti
ché l’uomo fu creato
a immagine di Dio, metafora
per ciò che di noi stessi mai sapremo.

La gente soffre. È arbitrario.
E senza senso
come una lampadina trasparente
appena fulminata in un pozzo.
Fiat lux. Che l’ombra inizi.

(traduzione Angela D’Ambra)

 

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