Guardavo quel mio mite

Guardavo quel mio mite
vagabondare della mente
leggiadro ma turbolento;

non vuole assomigliare a un soldato,
quando, in trincea, si butta a capofitto nella battaglia.

Il dispiacere della mia vita,
rimane identico e uguale alla sua forma,
non trova pace mai;
anzi, si contorce come una ballerina,
per trovare delle pose confortanti,
sempre in equilibrio
sul filo sottile dell’esistenza.