Intervista 3. Monica Arena

LA NOTTE È FATTA PER PENSARE: SFRUTTIAMOLA
di MONICA ARENA

Abbiamo chiesto a Julio Monteiro Martins un parere su quello che è stato definito il “vuoto culturale” che sta vivendo la nostra città. Nato a Rio de Janeiro, da diversi anni a Lucca, Monteiro Martins insegna lingua e letteratura brasiliana all’università di Pisa, oltre a scrivere romanzi e racconti. È l’ideatore di “Scrivere oltre le mura”, la “scuola” di narrativa, scrittura e sceneggiatura che da due anni, nel periodo estivo, coinvolge, durante i corsi tenuti da grandi nomi dell’universo culturale italiano, numerosissimi giovani partecipanti.

Come è stato il suo approccio con Lucca?

“Personalmente posso dire di avere avuto un grande appoggio da parte delle istituzioni cittadine, che hanno capito l’importanza di una iniziativa come ‘Oltre le mura’. Per mia esperienza credo che il pubblico lucchese, soprattutto le nuove generazioni, stiano riscoprendo una vocazione culturale. Circa la metà degli iscritti ai corsi, infatti, erano lucchesi”.

Come giudica la situazione culturale della città?

“Penso che ci sia comunque un interesse generalmente diffuso per tutto quello che è cultura, anche se, a parer mio, mancano un po’ le iniziative. Vedi, per fare un esempio, che in città crescono le librerie e questo non può che essere considerato un fattore estremamente positivo. Lucca non dimostra almeno ora una vocazione culturale: è, secondo me, una città con una chiara impronta commerciale, poco aperta a ‘vivere’ la cultura”.

Cosa le manca soprattutto?

“Gli spazi, dove si possa vivere la vita culturale. Mi piacerebbe creare un ‘Caffè letterario’, dove sia possibile ritrovarsi; la vita culturale è molto legata a quella notturna. Le riflessioni iniziano giust’appunto di notte, ma se si sta in casa, davanti alla tv, o si va a dormire… La popolazione lucchese va stimolata, come va stimolata la ricerca di spazi e di luoghi. Non c’è molta partecipazione, ma non si può dire che manchi il consenso. Sono le abitudini, come quella di andare a letto presto la sera, ad esempio, che distruggono la vena creativa”.

Da parte della politica locale ci sono attenzione e i finanziamenti?

“Non è giusto incolpare sempre e comunque la cosa pubblica, personalmente non mi piace. Se effettivamente c’è questo disinteresse da parte delle amministrazioni locali, me ne dispiace, ma non voglio dare giudizi, né in negativo, né in positivo. Per lo più sono straniero e non conosco a fondo la situazione politica della vostra città. A mancare, spesso, sono le idee e le iniziative. Certo quando ci sono la comprensione e l’appoggio anche economico delle istituzioni è tutto più facile, ma non è indispensabile. Si può fare tanto anche da soli.

La Nazione, 21 gennaio 1999