La marne

Abiterò in rue La Marne.

 

Abiterò in rue La Marne.

Tra poco.

O in un’altra via dove la pioggia

crescerà nelle pause tra le tue parole.

Nella lingua materna dico:

“La mia febbre passerà col ghiaccio,

con tante limonate”,

sul pavimento di mosaico di una delle tante stanze in viaggio,

terra di nessuno.

“La mia  è la sigaretta. E’ il letto”

quando ritorno dall’esilio del giorno.

E in momenti in bilico tra l’ombra e il respiro cerco di non svegliare i fantasmi che dormono nei vetri

delle finestre.

Essere in transito mi ha insegnato anche questo,

a passare con leggerezza.

Alle 3 lavo il mio corpo,

il suo viaggio lungo di sola andata.

Cerco di farne la mia casa,

di insinuarlo con la forza di un sogno in un Atlante in cui tutto è in movimento,

anche l’ospedale dove partorirò.

Ho aspettato tanto di essere qui.

Ora ci sono e tutto è già stato dentro di me:

le mie radici che vengono dal futuro,

i miei figli che scoprono il wolof nei clip che spopolano sul web

e i nomi che imparano per cambiare la realtà.

Tra poco.

Abiterò

in rue

La Marne.

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