P.i. Dormono tutti, in “La grazia di casa mia”

Dal sito “Arsonline”

DORMONO TUTTI

Sono tornato così tardi a casa
che mi ricordo a malapena
il momento in cui l’avevo lasciata.
Non volevo andarmene
allora.
Non volevo interrompere
l’atmosfera gioiosa,
gli scherzi, le confidenze frizzanti,
il costante chiacchiericcio della famiglia
e degli amici,
che erano di casa
in quel grande albero
all’ora del tramonto.

Ma che giornata!
Tante cose da fare
in tanti luoghi diversi,
pasti veloci,
file interminabili,
attese inutili,
diverbi senza senso,
appuntamenti persi,
disguidi e malintesi.
Che fatica!

Ora torno a casa.
Alla mia casa.

Stranamente
trovo la porta chiusa,
le luci spente
e un grande silenzio
dappertutto.
Che strano.
Sarà già così tardi?
O stanno cambiando abitudini
e ora vanno tutti a letto presto?

Apro la porta,
accendo le luci del salotto
e molto stanco
mi butto sul divano
e aspetto.
Quanto silenzio!
E anche fuori
per una volta
il mondo tace.
Il tavolino davanti a me,
la credenza e la vetrinetta,
sono ricoperte
da un sottile strato di polvere.
Ma cosa sta succedendo?
Nessuno bada più a questa casa?

Ora mi rialzo
per cercare qualcuno
ancora sveglio.
In cucina,
i piatti sporchi
dormono nel lavandino.
Dal corridoio
ascolto il respiro profondo
che viene dalle camere da letto.
Apro una porta, poi l’altra,
faccio capolino.
Dormono tutti
profondamente
in quella casa.
Sono immobili,
ciascuno fermo
nella posizione scelta,
quella più comoda
per una lunga notte di sonno.

Chiudo tutte le porte
e torno in salotto.
Mi sdraio sul divano
e le immagini si dimenano
confusamente
per la mia testa.

Sono stanco.
Non ho visto
passare il giorno!
L’ambiente
è un invito al sonno.
Voglio dormire
come dormono
tutti gli altri.

Sono tornato a casa.
È così tardi.
Ma come facevo a tornare prima?

Dormono tutti.
Voglio dormire anch’io.
Sono esausto.
E voglio dormire a casa.