R.i.i. Tomahawk

TOMAHAWK

Matteo guarda il suo fratellino con attenzione. Non può dimenticarsi le parole del dottore che lo ha visitato dopo che gli hanno levato la freccia dalla schiena: “Ha perforato un polmone. Bisogna stare attenti, queste cose non si mai come vanno a finire”…
Matteo, mentre lo stava osservando giocare lì vicino, era seduto su un banco di scuola che aveva trovato proprio lì, in quel deposito di rottami all’aria aperta. Sul piano del banco aveva messo il suo arco, le frecce e un pacchetto già aperto di sigarette. All’improvviso, ha visto il pacchetto muoversi senza che nessuno lo toccasse, e sulla sua faccia è comparsa una maschera di terrore. Aveva capito subito cosa stava succedendo: due piccoli angioletti indiani, invisibili, erano venuti per prendere e portare via l’anima del fratellino. Come tutti i piccoli indiani, anche loro rubano le sigarette, e nello sforzo di prenderle nonostante le loro manine quasi immateriali, sono riusciti soltanto a spostarlo di alcuni centimetri.
Adesso, Matteo vede che il fratellino sembra intristito, col capo chino e quei due dentoni sporgenti cresciuti prima del resto della bocca. Forse ha anche la febbre. I due angioletti indiani rimangono lì attorno, aspettando, e lui sa che non c’è modo di cacciarli via.