Racconti italiani – Manwell Graziani

«Mood», Novembre 2001

Un anno fa circa, per un piccolo ma attento editore leccese, usciva questa stupefacente raccolta di racconti del brasiliano Julio Monteiro Martins. Raccolta passata ingiustamente sotto silenzio, di uno scrittore che nel suo Paese ha già pubblicato nove libri, senza dimenticare una lunga attività di professore di Scrittura Creativa negli Stati Uniti, in Brasile, nel Portogallo  ed ora anche in Italia dove qualche anno fa ha fondato la Scuola Sagarana a Lucca (www.sagarana.it). La particolarità di questo Racconti italiani sta nel fatto che le 29 storie brevi qui raccolte, sono state tutte quante scritte in Italia, nella lingua di Dante da uno straniero italiano che si fa gioco di tutti i cliché che il Belpaese si porta dietro. Niente spaghetti, pizza, mandolini, sole o mafia. Ma tanti micro affreschi italiani che fotografano senza fronzoli e con una minuziosità d’intenti quasi chirurgica i gesti di ogni giorno, i sentimenti della gente comune, piccole-grandi storie che avvengono dentro quattro mura, su un letto, in un vagone di un treno, nel tendone di un circo o negli anfratti più intimi della mente umana. Il tutto descritto con un’asciuttezza quasi Carveriana. Dove tutte le parole hanno un loro peso specifico. Una forza autonoma e mai deliberatamente stilistica. Che si tratti di un dialogo, di una descrizione o di un monologo interiore. Tra le righe di questi racconti, come prevedibile, aleggia anche un irridente tono brasiliano, in special modo quando l’autore si cimenta nel grottesco e nel paradossale (straordinari a tal proposito Miss Maglietta Bagnata, La parabola del giovane economista e lo struggente Desperada). Un tono certamente irridente, ma mai stereotipato e ridondante. Come un Samba senza lustrini e palette. Un Samba gioioso ma dimesso. Che si balla col cuore prima che con il corpo. In attesa della nuova fatica letteraria di Monteiro, andatevi a recuperare questo gioiellino. Il modo migliore per dare il benvenuto ad un nuovo grande scrittore italiano. Io l’ho già fatto!