ricordi – Alessandro Granada
Julio Monteiro oltre ad essere un grande amico, era un maestro nelIa forma corta narrativa, un maestro del racconto breve o brevissimo, un innovatore nel solco della narrativa americana e sudamericana che aveva trapiantato qui in Italia, assieme al suo laboratorio artigianale di creative writing.
Quando ci dava lezioni di scrittura creativa, diceva che nel racconto non si puo sbagliare il montaggio, il racconto è tutto muscolo, solo magro e niente grasso, non come il romanzo che nella sua economia di scala poteva permettersi ampie digressioni o descrizioni particolareggiate.
Come il racconto cosi è stata anche la sua vita, breve, brevissima ma intensa. Densa di fatti, di cose, di eventi, persone, studenti, allievi amici, matrimoni, feste, figli viaggi e amore. Non a caso uno dei suoi titoli italiani l’Amore Scritto. L’amore era tutto per Julio, ed era dentro e fuori di lui. L’amore di tutti coloro che amava e di coloro che amavano lui. Julio sapeva volere bene incodizionatamente, gratuitamente, e sapeva farsene volere, per come e quanto si dava e dedicava a chiunque lo cercasse. Dell’amore possedeva tutte Ie sfumature, la passione, la tenerezza, l’allegria, la gioia. Era una persona con una grande gioia di vivere che infondeva allegria ai suoi ascoltatori, sì perche Julio sapeva anche raccontare in modo magistrale le storie che aveva scritto o che stava per scrivere, i personaggi li aveva incontrati di persona cinque minuti prima e ti parlava di loro come amici che erano venuti a visitarlo, ti incantava con le sue parole. Era un grande affabulatore e scaldava il cuore ed accendeva la mente ascoltarlo: lo ricordo cosi, la prima volta che l’ho conosciuto, mentre un auditorio silenzioso ed in trance seguiva la narrazione di A Coleção, – unTruman Show ante litteram- 20 anni fa ormai, nella Casa do Brasil a Lisboa in Bairro Alto. A quell’epoca era nel suo anno sabbatico dalla vita precedente, dalla sua vita brasiliana ed aspettava di cambiare pelle come I serpenti; raccontava di aspettare un Nord da seguire, ed allora apparve una Stella Polare per guidarlo, ne parlavamo ancora poco tempo fa sul suo lettino d’ospedale. Sereno fino in fondo. Abbiamo riso e scherzato.
A Lisbona una mia cara arnica e collega di Erasmus, Cristiana, mi chiese di accompagnarla al suo primo appuntamento galante con uno scrittore brasiliano. Julio amava ripetere che io e Tonino l’altro accompagnatore, sembravamo due parrini mafiosi che incutevano un certo timore… Ci abbiamo sempre scherzato su questa storia: – Ti consegniamo la nostra amica, trattala bene, non fate tardi. Noi stavamo al gioco e Tonino con verace accento calabro rincarava … e mi raccomando non sgarriamo eh? Ci scherzavamo sempre su questa entreé. Come sono belli i ricordi, dovremmo rammentarci che sarà ricordo ogni azione del presente. E così fu che si illumino la Stella, e l’Amore e Cristiana lo guidarono in terre di Lucca, Colline di Toscana dove poi nacque il frutto di quest’arte venusiana, questo bellissimo figlio che è Lorenzo. L’Universita di Pisa guadagno un grande collaboratore. Avrebbe potuto darle molto più lustro se solo si fosse lasciata amare. Peccato che l’università gli sia stata un po’ matrigna, questa universita che lo ha impiegato soltanto come Lettore e poco considerato come il grande scrittore che era ed è. Ovviamente Julio come tutti i lettori di madrelingua, non si arrese alIa grammatica della sottomissione, alla lezione frontale anonima, ed insieme agli altri ha lottato per un vero ruolo di docenza misconosciuto, e pure così è riuscito ad insegnare testi di valore ed a seminarli nelle giovani menti che lo seguivano a lezione. Ma lo seguivano anche dopo lezione, dappertutto come fosse stato un padre, come un maestro. Quando cercavi Julio era sempre occupato, sempre con qualcuno: con allievi, con scrittori, con un libro sottobraccio, scrittori in erba, neofiti, poeti conosciuti, sconosciuti, ma era sempre disponibile e presente e con tutti aveva una buona parola, allegria e un buon consiglio, riflessioni mai banali. E mai si è dato arie di grande intellettuale. Eppure lo era e ne avrebbe avuto di che vantarsi. Sapeva catturare ed affascinare con le sue storie e con il suo coraggio, la sua onesta intellettuale. Chi voleva parlare con Julio lo trovava sempre pronto a condividere, pensieri ed emozioni. Gli interlocutori non venivano mai giudicati per l’ apparenza, o per le idee piu strambe esposte, meditate o estemporanee, ma erano sempre considerati come persone a cui parlare sempre in modo paritario, umano, e Julio era pronto a misurarsi e a parlare con chi mostrasse curiosita di sapere, di cambiare, di voler fare arte, letteratura, o semplicemente lottare, voglio qui ricordare en passant, la sua presenza alla giornata di scrittura creativa contro lo sgombero del centro sociale Rebeldia a Pisa. Perchè Julio quando c’ era bisogno, c’ era sempre, era lì, pronto a partire, per una presentazione, anche la piu casereccia, fra amici semplicemente ma sempre in allegria. Julio era cosi e molte e tante altre belle cose. Mi dispiace molto per chi non ha avuto la gioia di conoscerlo.
Mi disse una volta che il problema di molti, era il non saper rendersi conto di essere felici, nel momento in cui lo erano, e che questa era una dote che pochi coltivavano ma avrebbero dovuto. A cinquant’ anni, mi disse, ho di nuovo conosciuto l’amore e di certo non avro paura di spalancargli porte e le finestre: eccolo Julio, pronto a ripartire, a cambiare di nuovo pelle. Ecco Alessandra, ecco di nuovo la felicità … ecco Beatrice. Ed ecco ancora molti altri filhotes di carta … molti altri racconti da scrivere.Cosi con una famiglia ancora piu grande aveva cominciato una terza vita. Pur nella sua brevità. Tertium datur ergo e contro ogni buon presupposto aristotelico: Julio Sapeva Reinventarsi e Tomare al Vivere una nuova vita ancora. E cosi Sempre, Fino all’ultimo momento abbiamo parlato e scherzato, abbiamo pianto e ci siamo emozionati. Non era soddisfatto di aver fatto ancora abbastanza. Di non aver ancor pubblicato l’ultimo libro, di aver lasciato gli allievi soli, e gli amici, e la famiglia. I colleghi lettori salutandolo all’ospedale, lo hanno tranquillizzato che aveva seminato e molto anche, e gli hanno riferito che gli allievi lo ricordavano spesso e volentieri con amicizia e affetto. Sempre e tutti con affetto stima e ammirazione. Mi scuso ancora con Mia Lecomte per averle sottratto tempo, in quel momento estremo, ma quando ero con Julio a parlare non mi bastava mai, ancora in ospedale facevamo progetti. Starai meglio e faremo la nostra intervista, quella che non abbiamo mai fatto. Quella Teorica che non è ancora mai uscita. Ma sai, diceva, a Gennaio dovrebbe uscire un nuovo libro, anche quello dovrebbe essere il mio primo libro di Teoria. Prima o poi uscirà. Le tue pagine tomeranno a farci compagnia. Insieme alla tua voce sparsa in mille videoclips. Che mi fa piangere adesso che non sei qui. Il mio augurio è che i tuoi filhotes di carta continuino a circolare, a parlare di te e a far crescere l’Autore sempre. Ho perso un Amico, di quelli con la A Maiuscola, di quelli che si contano sulle dita di una mano, l’Universita ha perso un docente appassionato di lingua portoghese e di cultura brasiliana, la Letteratura italiana e quell a brasiliana, hanno perso uno dei piu grandi scrittori- rnisconosciuti- di questi ultimi 40 anni. Uno fra gli scrittori piu promettenti della sua generazione. Di questo avremo tempo per parlarne. Saluto un Poeta, un maestro del racconto breve, e delle tecniche narrative. Un maestro della scrittura creativa, (che non significa il bello scrivere senza contenuto, il trionfo delle forme e basta),saluto un maestro di vita che in questa mondo moderno senza modernita, dove hanno trionfato manager in giacca e cravatta, non ha mai abdicato dalla militanza sul campo: non perdendo mai di vista I’Altro e l’Individuo, come persona integrale, con l’amore in primo piano e la fatica di vivere, marchiata a fuoco nei cromosomi e nelle esistenze precarie sempre, ignobili mai.
Julio era uno che non era in vendita …un fratello, un compagno,un artista, un arnico. L’amico ci ha salutato, ma l’Autore continuerà a vivere e a farci scuola. Tocca a noi non dimenticarlo. Come ti ho promesso lotterò perche l’autore non muoia mai. Il miglior saluto che potremmo farti tutti, credo potrebbe essere un volume di testimonianze. Prendiamoci questa impegno, manteniamo la memoria accesa.
Ciao Julio.