Stasera piove

Pioggia. Pioggia e vento. E l’ombrello è rimasto a casa. Provo a ripararmi sotto un cornicione ma è peggio. È così stretto che sembra di stare sotto una cascata.
Ed ecco che mi si avvicina un ragazzo. Con l’ombrello.
-È l’ultimo che mi è rimasto. Costa solo cinque euro. Lo vuoi? –
Sto per prendere i soldi dalla borsa, ma poi mi fermo e gli chiedo:
-E tu come fai?-
-Non preoccuparti, mi dice. Io all’acqua sono abituato. Al mio paese piove sempre. E poi abito vicino.-
Non fa a tempo a finire la frase che gli scappa uno starnuto.
Ci penso un po’ e poi gli dico:
-Senti, facciamo così. Io l’ombrello te lo compro. Tu mi dici dove stai, così ti accompagno.-
Lo sguardo che mi rivolge è a dir poco stupito. Ma poi accetta.
L’ombrello è piccolo e per ripararci dobbiamo stringerci. Alla fine lo prendo sotto braccio. Tanto vicino poi non stava. Ma camminando cominciamo a parlare ed è soprattutto lui che racconta. Viene dal Bangladesh e lì la pioggia non manca di certo e quando ci si mette son dolori. Ha una parlata lenta, strascicata e gli occhi, nerissimi, sembrano brillare. Sono sempre così o sarà il raffreddore?
Mi racconta che da bambino aveva una gran paura della pioggia e soprattutto dei lampi, anche se un po’ ne approfittava per rifugiarsi fra le braccia di sua madre. Sorrido. Anch’io facevo lo stesso. E poi c’era anche quella filastrocca che mi recitava la mamma
Piove fitto sopra il tetto
Sul cammello, sul micetto
Sulle case, sui rosai.
Su di me non piove mai
-Ma la conosco anch’io questa filastrocca; ce l’aveva insegnata il professore d’inglese. Ma sai, per noi, l’ultima strofa non funzionava mai. A voglia che pioveva su di me. –
Le piogge da me, allora, erano meno disastrose di quelle del suo paese. A noi bastava restare a casa e non succedeva niente. Anzi, era bello guardare le gocce battere e scivolare sui vetri delle finestre. Per lui non era così. Spesso i tetti di paglia crollavano, tutto si inondava di fango, dappertutto, e dovevano scappare raccogliendo in fretta le poche cose e sperando di trovare rifugio altrove. Non sempre ci riuscivano.
-Ecco perché questa pioggia per me non è niente. Però grazie che mi hai accompagnato.-
-Mi è piaciuto ascoltarti. Mi hai portato lontano. Anche se sotto la pioggia. E mi hai fatto ricordare quanto mi piaceva la pioggia da bambina. Dopo questa volta mi piacerà di nuovo.-

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