POMERIGGIO LIBERO
Chiudi gli occhi, guardi indietro nella memoria e non trovi le origini di quello che ora è tra le tue dita, ma solo il valico imbrunito e sinuoso che ti ha condotto fino a qui.
Cosa vuoi da te stesso, che non riesco a capirti ?
Rimescoli vecchie fotografie in bianco e nero, e altre quasi altrettanto vecchie, i cui colori si sono trasformati in una nebbia rosata e torbida, una sorta di istantanea del purgatorio, dove tutti quei personaggi incorporei attendono il giudizio finale, compreso tu.
Vecchi fogli color ruggine si sbriciolano nel dispiegarli. Sono antichi racconti con storie infantilizzate dagli anni. Li ammucchi dentro il sacchetto di plastica bianca che va nella spazzatura insieme ai resti del pranzo.
Sei solo in questa casa e non sai bene se sia la tua. Puoi pensare al passato senza sottolineare il pensiero con quel mezzo sorriso convenzionale e sciocco: il passato non è altro che quella polvere appiccicosa che ti prude sulle braccia.
Fai una doccia calda, ti insaponi bene e ti sciacqui, desiderando che scenda dal buco della vasca quell’anima ordinaria che si attacca alle pareti del tuo vuoto interiore.
Ti sdrai ancora bagnato sul letto. Posso sentire il tuo respiro pesante. Desisti ancora una volta dal tentare di rinverdire ciò che l’oblio ha sbiadito.