Marco Malvaldi Glay Ghammouri
Vento in scatola
Sellerio 2019
Dopo oltre trent’anni dalla comparsa in Italia di testi cosiddetti scritti a quattro mani, viene pubblicato per i tipi Sellerio un romanzo che presenta due coautori Marco Malvaldi e Glay Ghammouri. La stagione dei primi testi pubblicati come coautori da parte di cittadini immigrati, che imparavano la lingua di Dante e avevano acquisito, in parte, autonomia linguistica, si colloca ai primi degli anni ’90. Ci sono state successivamente tante pubblicazioni di molti altri autori di origine straniera, che hanno ottenuto notorietà imponendosi all’attenzione di critici, studiosi e Università. Sono stati conosciuti anche dal pubblico, romanzieri come Amara Lakhous, Kossi komla Ebri, Christiana De Caldas Brito. Si sono poi successivamente avuto testi dei cosiddetti autori di seconda generazione che dovevano essere considerati scrittori italiani a tutti gli effetti. Notissima è Igiaba Scego, ma ancora altri, figli di cittadini immigrati, si stanno distinguendo sul versante letterario, ma anche in altre forme artistiche.
Suscitava meraviglia il fatto che pur prolungandosi l’arrivo, negli ultimi periodi, di persone provenienti da molte parti del mondo attraverso il noto pericoloso viaggio in mare, non emergessero altri scrittori che si esprimessero nella lingua di Dante. Sembrava che si fosse esaurita la stagione di coloro che, dopo essere entrati in possesso dell’italiano e della sua struttura e della sua plasticità, volessero coniugare con tale strumento i propri sentimenti. A nostro parere negli ultimi vent’anni chi entrava in Italia aveva una profonda incertezza dei propri progetti per cui il desiderio di scrivere in italiano non trovava in loro reali motivazioni. Ad onore del vero ci sono stati due casi editoriali, il primo con autrice Melania Mazzucco, con Io sono con te. Storia di Brigitte ed il secondo per mezzo di Erminia dell’Oro con Il mare davanti. Storia di Tsegehans Weldeslassie, in cui le due autrici hanno riproposto le vicende di due relativamente neo arrivati in Italia. Il loro nome non compariva come coautore per cui si ipotizza che la stesura delle storie non sia avvenuta con la modalità con cui, invece, si era avuta con i primi autori della cosiddetta letteratura della migrazione. Parlo di Pap Khouma, Saidou Moussa Ba, Mohamed Bouchane. La riproposizione di un testo in cui il coautore è uno straniero, un libro scritto a quattro mani, come si usava, forse farà sorgere una nuova stagione di cittadini di recente immigrazione che desidereranno cimentarsi nel campo letterario, quando avranno scelto di costruire il loro progetto di vita in Italia.
Da un’intervista rilasciata a La Nazione nel 2018 Marco Malvaldi così descrive il lavoro di composizione svolto con Glay Ghammouri: “Ha buttato giù una bozza, che io sto riscrivendo per dare omogeneità alla storia”. Possiamo dire che è stato proprio un lavoro nato a quattro mani. In questi casi è difficilissimo attribuire meriti diversi ai due autori, né è possibile stabilire chi ha dato il senso alla narrazione, lo scrittore italiano o lo straniero.
Nei primi testi scritti a quattro mani la tensione delle narrazioni era quella di farsi conoscere dagli italiani e mostrare un grande desiderio di poter essere accolti come nuovi cittadini, Generalmente quei primi testi finivano con una grande anelito di speranza futura. In questo romanzo di Marco Malvaldi e Glay Ghammouri, tutto impostato su una sorta di “crime story”, è abbastanza evidente l’intrigo, una lotta fra legalità e crimine ove il personaggio principale, in carcere per qualcosa di non commesso, viene assoldato da autorità carcerarie, per poter sconfiggere una organizzazione mafiosa che agisce anche dal carcere. Nel romanzo manca l’anelito a volere/potere far parte della comunità degli autoctoni, invece è forte il desiderio di poter riconquistare la libertà, fuori dal carcere. Glay Ghammouri, sta ricostruendo la propria vita attraverso la scrittura. È un po’ la vicenda di un altro scrittore appartenente alla letteratura della migrazione che nel carcere liberava la sua fantasia inventando storie dalla struttura impensabile e molto creativa. Gli addetti ai lavori ricorderanno certamente Io marocchino con due kappa e tutti gli altri lavori scritti da Youssef Wakkas.
Il romanzo Vento in scatola si legge con avidità ed interesse anche perché è merito dei due autori averne dato scorrevolezza e leggerezza.
raffaele taddeo gennaio 2023