Generazione che sale

Scuola Media Cassinis – Classe I D

Progetto Riguarda Niguarda 

Testi autobiografici classe 1D, età media 11 anni – scuola media Cassinis – Milano – gennaio/aprile 2015

Professoressa referente: Jole Bevilacqua

  • Bruno

CRONACHE DI UN ALUNNO

Dedicato a Anna L.

 maestra della Elementare Locchi

Era l’anno scorso: ero in 5A. Ero un bambino molto in conflitto con la mia maestra, perché mi aveva dato del “buzzurro”. Ad un certo punto esplosi di rabbia, presi un bigliettino e scrissi: “Nel mezzo del cammino di nostra vita mi ritrovai una maestra…”

Non avevo nemmeno finito di scrivere che entrò lei, come un toro in una corrida. Mi prese il biglietto di mano e lesse quello che avevo scritto. Subito chiamò mia madre per avere un colloquio. Io ero pietrificato da quello che avevo scritto e mi misi a piangere a squarciagola.

Il giorno dopo andai dalla preside per la mia bravata e le spiegai l’accaduto. La maestra si scusò ma soprattutto io mi scusai. Anche oggi, quando penso a questo episodio, rabbrividisco e mi pento. Ora so che dentro di me c’è una parte molto nascosta che, quando l’attivo, esplode come un C4.

  • Gabriele

“NON VOGLIO MORIRE … LASCIAMI! LASCIAMI!”

Dedicato ai medici che mi hanno curato

Avevo cinque anni e stavo andando in bici al parco vicino a casa mia. Ad un certo punto presi troppa velocità, ruotai bruscamente il manubrio e.. mi schiantai su una panchina. Mi tagliai il sopracciglio sinistro, facendo uscire il sangue a fiotti.

Mio padre, che era con me, mi prese come un salame e mi portò all’ospedale mentre io urlavo: “non voglio morire! Lasciami, lasciami!” perché pensavo che all’ospedale ci andavi quando dovevi morire e che lì ti facessero tagli enormi e profondi. Avevo una paura pazzesca.

Quando arrivai mi misero subito in una saletta piena di dottori (non so se era vero o una visione!) che mi fecero sdraiare su un lettino. Mi misero una colla viola sull’occhio.

Quando ci penso sento un brivido lungo la schiena. La cicatrice mi è rimasta!

  • William

LO SNOW BOARD – FELICE COME UNA CAPRA

Ero un bambino di nove anni a cui piaceva molto andare sullo snowboard con il papà. Mi piace molto sciare con mio papà sia perché lo vedo poco sia perché mi insegna a sciare bene.

Quella volta eravamo ai Piani di Bobbio e io, a differenza di mio papà e di mio fratello, non avevo una tavola tutta mia. Avrei voluto chiederla a mio padre ma avevo paura… e non ne avevo il coraggio.

Dopo aver passato quella bellissima giornata sulla neve, mio papà andò al negozio di attrezzature sportive e ne uscì con una tavola nuova di zecca, con disegnato sopra un leone. Io ero felice come un coniglio che riceve una fornitura infinta di carote.

Da quel giorno ogni volta che scio sono contento come una capra che non viene mai tosata.

  • Valentina

TRA LE VETTE DEL TRENTINO

Dedicato alle persone che sono venute in montagna con me

La mia vacanza ideale è in montagna, a Grumes, un paesino in mezzo alle vette del Trentino, molto bello, di soli 500 abitanti. E’ proprio lì che ho trascorso le vacanze di carnevale, per sciare e per stare in compagnia. A me piace moltissimo sciare perché sulle piste mi sento libera come il vento e sicura di me.

Eravamo in molti, in trentacinque ed eravamo di tutte le età: il più grande aveva cinquanta anni mentre la più piccola solo sei mesi.

Sabato mattina sono saltata giù dal letto come un grillo e poi sono andata a sciare con alcuni miei amici. Quando siamo arrivati sulle piste tutte innevate, io ero eccitatissima perché era da tanto che non sciavo. Avevo appena pronunciato le parole “Oggi è proprio una bella giornata” quando all’improvviso è arrivata una bella bufera di vento e di neve: il cielo si è ricoperto tutto di grigio come se fosse calato un sipario scuro. Abbiamo sciato lo stesso tutto il giorno, divertendoci come gattini con un gomitolo di lana. Purtroppo ad un certo punto gli impianti hanno chiuso e noi siamo ritornati alla baita. Alla sera, dopo aver mangiato dei buonissimi tortelli fatti da noi, ci siamo travestiti tutti. Il tema era “la fattoria” e infatti io ero vestita da contadina con una camicia a quadretti annodata in vita, una gonna e una magnifica e colorata bandana in testa. Abbiamo scherzato, giocato, ma soprattutto mangiato chili e chili di chiacchiere, fino a scoppiare. All’una di notte siamo andati a dormire perché il giorno dopo dovevamo tornare a Milano. Mi  è dispiaciuto tanto andare via perché ero con persone che hanno avuto idee strambe ma molto divertenti, ma prima o poi sarei dovuta ritornare in città.

E’ un ricordo bellissimo che voglio conservare: spero di ritrovare la stessa allegria ed euforia anche l’anno prossimo.

  • Alberto

FELICE COME SE FOSSE L’ULTIMO GIORNO DI SCUOLA …

Ero un bambino di nove anni e stavo per fare la Comunione. Ero eccitato come fosse stato l’ultimo giorno di scuola. C’erano tutti: parenti, amici, insegnanti, insomma: non mancava nessuno. Ero un po’ sottopressione perché non ero abituato a tutta quella massa.

Finita la celebrazione, siamo andati a pranzare in un agriturismo di Bresso. Era un luogo molto bello, addobbato e c’erano anche gli animali: il ristorante più affascinante che abbia mai visto.

Dopo pranzo abbiamo mangiato una gustosissima torta e abbiamo aperto i regali. Il momento che aspettavo era finalmente arrivato: tutti i presenti avevano portato i regali e io ero curioso di scoprire cosa c’era lì dentro tanto quanto è curiosa una madre di sapere se il figlio sarà maschio o femmina.

Nei due regali di mio padre e mia madre c’erano le due cose più belle che avrei potuto desiderare: una console di PlayStation3 e un telefono. Mi sono sentito felice come un candidato eletto presidente!

  • Matteo

FINALMENTO SONO CRESCIUTO

Finalmente sono in prima media, ma sono cambiate tante cose da quando ero piccolo. La mia voce, da delicata e acuta come l’ululato di un lupo, è diventata rauca e forte. Guardandomi, noto che il mio fisico è diventato più robusto e sono diventato più alto. I miei amici prima erano tantissimi: ero quasi amico di tutti, adesso mi accorgo che le mie amicizie erano anche un po’ eccessive. Mi ricordo quando ero al mare in spiaggia: incontrai un bambino che mi offrì di giocare a racchettoni. Io accettai. Diventammo subito amici. Adesso le mie amicizie sono comunque tante, ma me le scelgo.

Mi ricordo che da piccolo volevo tantissime macchinine e infatti la mia casa è piena come una pancia enorme che sta per scoppiare. Oggi invece compro soprattutto giochi elettronici.

Prima i miei scherzi erano un po’ violenti, mentre adesso faccio scherzi che facciano ridere gli altri.

Adesso non ho paura ad uscire da solo mentre prima non uscivo perché mi sentivo come un cucciolo indifeso.

Con i miei genitori prima andavo molto d’accordo mentre in questo periodo litighiamo sempre, anche per argomenti inutili, ma so che la ragione ce l’hanno sempre loro!

  • Giuseppe

L’AMICO RITROVATO

Ero in prima media quando ho incontrato un amico dell’asilo che ancora adesso è mio amico. Si chiama Willy, ma all’asilo non era nel mio settore: siamo ridiventati subito amici, abbiamo cominciato a fare la strada insieme e da allora non mi sono più sentito solo.

Un giorno come tutti gli altri stavo ritornando in classe. Avevo fatto male all’occhio a Willy. Ero dispiaciuto, ma lui era arrabbiato. Mentre tornavamo a casa gli ho chiesto scusa. Lui mi ha detto delle parole che non mi sarei mai aspettato di sentire da Willy. Poi gli ho scritto un messaggio con “scusa” (anzi: per sicurezza cinquanta messaggi) e questa volta mi ha perdonato.

  • Gabriele

SI CAMBIA, MA NON DEL TUTTO

Mi accorgo che da quando ero alle elementari ad adesso sono cambiato: non solo nel fisico, ma anche nel comportamento, nei gusti e negli amici.

Pensa che quando ero piccolo e avevo cinque anni misuravo 90 cm circa, adesso sono 145 cm: è una grande differenza!

Quando ero piccino piccino, io mangiavo molto, invece adesso mangio normalmente. Ci sono cose che prima non mi piacevano e ora sì, come la verdura e l’uovo.

E gli amici? Be’, non mancano: all’asilo ero una peste, invece adesso mi sono calmato un po’. Ma non sono un angelo!

Io so una cosa, che la mia passione è sempre la stessa: immaginare e ricostruire il passato e non cambierà mai.

  • Gabriele L.

DEDICATO A ME STESSO

Mi accorgo che sono cambiato moltissimo, ad esempio nel fisico: prima ero un po’ cicciottello, adesso sono magro e forte, ma molto più lento dell’anno scorso. Anche i miei gusti sono cambiati, per esempio i gusti alimentari: prima mangiavo tutto, mentre adesso “quasi” tutto.

Prima ero nemico di uno che non sopportavo, mentre adesso gli sono diventato amico e per me è molto importante farmi degli amici.

Una volta mi piaceva fare sport ma non così tanto, mentre adesso li faccio tutti, anche se sono faticosi. Prima ero un fan del cartone “cars” e desideravo tutti i suoi giocattoli, mentre ora non mi importa più di quei giochi perché ora ho tutti i giochi di calcio, ma li uso meno del solito.

Da piccolo ero un bambino dolce, coccolone ed affettuoso, ma adesso per alcuni ragazzi sono simpatico e per altri no: peccato! Con alcuni ragazzi litighiamo tanto e non facciamo pace, mentre con altri è il contrario.

Spero che, quando mi farò nuovi amici grazie al fatto che sono cambiato, riuscirò a mantenerli, così sarò molto contento!

  • Susanna

SODDISFAZIONI E PENTIMENTI

Un bel giorno ero a casa dei nonni perché la mamma doveva lavorare.

Sfortunatamente (e non sto scherzando) da Bergamo arrivò qui a Milano mio cugino. Passato il mattino, dopo pranzo alla nonna venne l’idea di andare nel cortile di casa e noi la seguimmo. Una volta arrivati, mio cugino iniziò a farmi i dispetti facendomi cadere, dandomi pugni e prendendomi in giro. Mi sentivo come un coniglietto indifeso anche se lui è molto più piccolo di me.

Passata un’ora di gioco, mio cugino volle salire sull’altalena e la nonna lo accontentò. Io che avevo accumulato rabbia su rabbia, anche perché le attenzioni erano rivolte tutte a lui, mi avvicinai piano piano e gli tirai una sberla in faccia, facendogli rimanere il segno rosso. Ero soddisfatta come un bambino che impara a camminare ma subito dopo mi sentii molto triste e dispiaciuta.

Mio cugino corse piangendo dalla nonna e io mi pentii di averlo fatto. Nonostante sia passato un anno, ricordo ancora quell’evento e me ne pento anche adesso.

  • Davide M.

UN RICORDO FELICE

Dedicato alla mia famiglia

Era arrivato il giorno che desideravo da tanto tempo, il Natale migliore di tutta la mia vita.

Mi alzo dal letto tutto felice, vado in salotto e vedo sotto l’albero tutto colorato un mare di regali, tutti molto grandi, tranne uno piccolo come un criceto appena nato e… ovviamente è il mio, però è il più bello perché c’era dentro il telefonino che desideravo da tanto.

Sono felicissimo come un pulcino che nasce: ancora adesso, quando ci penso, sento dentro di me una forza come quella di un supereroe.

Sarà un effetto del telefonino? Sì, certo: è la felicità di averlo

  • Nicolò

ADESSO MI PIACE IL KEBAB

Da piccolo ero tanto brutto, ma ora mi accorgo che negli anni divento sempre più bello. Ma io non cambio solo nell’aspetto, anche nella voce, nella forza, nei gusti alimentari, eccetera. La voce era molto bassa prima, ora è molto acuta. La forza era molto di meno, ora non sono ancora tanto forte ma secondo me negli anni lo diventerò. Da piccolo non mi piaceva il kebab, infatti quando i miei genitori lo prendevano io non lo volevo mai, però dal primo giorno che l’ho assaggiato mi piace tantissimo. Infatti oggi lo vado a mangiare con i miei amici.

Da piccolo mi piaceva ascoltare la musica, ma soprattutto quella di Jovanotti, perché c’era una canzone che mi piaceva molto, che si intitola “La chitarra suona”, ora non mi piace più perché adesso c’è il pop, con canzoni e cantanti che mi piacciono.

Da piccolo i vestiti me li sceglieva mia mamma, infatti devo dire che non mi vestivo male, ora però le cose me le scelgo io, tipo scarpe o felpe, però sempre con l’aiuto dei miei genitori.

Da piccolo gli amici me li sceglievo però ora so perché sono tutti miei amici, perché ogni giorno usciamo insieme. A quasi quattro anni ho conosciuto un bambino che ora è il mio migliore amico, perché ci vogliamo bene a vicenda. E questo non cambierà!

  • Marianna

UN GIORNO DI GRANDE SODDISFAZIONE

Era l’estate del 2013 e io ero al mio circolo di tennis per giocare il “Torneo Quanta d’estate”. Avevo dieci anni ed ero nervosa come un pesce nella sua vaschetta, perché tutte le mie avversarie giocavano da più tempo, insomma: il nervosismo del primo torneo!

Abbiamo giocato tre partite a testa e, con mia sorpresa, le ho vinte tutte! Le mie compagne erano sbalordite perché mi consideravano una novellina incapace, però con impegno e concentrazione la sottoscritta novellina ha conquistato il primo posto!

Dopo il torneo ci fu la premiazione e io salii sul podio come prima classificata e vinsi la mia prima medaglia! Mi sono sentita orgogliosa come fossi la padrona del mondo? No, non direi. Ero semplicemente felice perché sapevo che era solo l’inizio di una storia.

  • Alessia

UN RICORDO FELICE

Era il mio compleanno 2013. Ero impaziente di scartare i regali, aprivo i pacchetti con furia. Dopo aver scartato i regali di tutti gli altri, mia nonna e mio papà mi diedero una busta. Dentro trovai un’altra busta ed esclamai “Questo è uno scherzo o cosa?” Ero un po’ su di giri e anche un po’ seccata.

Aprii la seconda busta e trovai il pass per il meetandgreet di Violetta, più i biglietti del concerto.

Sentivo il cuore che esplodeva come una granata lanciata da un soldato in guerra perché non me l’aspettavo!

Ho pianto e ho mangiato tutto quello che c’era perché ero troppo felice!

L'autore

El Ghibli

El Ghibli è un vento che soffia dal deserto, caldo e secco. E' il vento dei nomadi, del viaggio e della migranza, il vento che accompagna e asciuga la parola errante. La parola impalpabile e vorticante, che è ovunque e da nessuna parte, parola di tutti e di nessuno, parola contaminata e condivisa.