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Concorso Io scrivo 3

Scritto da Raffaele Taddeo

vengono pubblicati altri tre testi di quelli presentati al concorso. Al titolo “concorso  Io scrivo”, sono già stati pubblicati i testi dei vincitori

IL SOGNO DI UNA IBC
Buongiorno a tutti,
Sono una ragazza dagli occhi a mandorla, mi chiamo Sofia Chen .
Si è un cognome cinese orientale.
Ho avuto questo dono di essere nata in Italia, nella bellissima e romantica città marittima di
Venezia.
I miei genitori hanno lottato tanto per crescermi e farmi circondare da cose belle.
I miei genitori gestiscono un piccolo take away di cucina orientale a Lodi.
Questo piccolo negozio di alimentari noi lo gestiamo con amore, passione e gentilezza verso i
clienti .
Ecco qui un pezzettino della mia storia.
Sono nata a Venezia , in provincia diMirano.
Mamma e papà sono immigrati in Italia …. Papà è stata aiutato dalla sorella che nel 1997 gestiva
un ristorante.
In Cina all’ epoca la vita era ancora dura e molti hanno colto l’occasione di scappare in Italia , in
Spagna , in Germania… per potersi costruire una vita migliore , un futuro migliore per se stessi e
per i propri figli .
Mamma e papà si sono conosciuti in Italia , nella ristorazione .
Quando mamma mi ha partorito , era da sola.
Senza aiuto, senza consolazioni , senza saper parlare italiano .
Noi speriamo in una generazione futura migliore, ma esattamente cosa significa “Migliore”?
Ora ho 25 anni , sono sposata e ho un figlio molto bello di 1 anno e mezzo.
Molti mi chiedono: ma tu sei più italiana o più cinese?
Io vorrei rispondere : io sono IBC Italian born Chinese.
Io amo i valori italiani, ma ammiro pure la cultura cinese.
Il mio sogno è quello di unire le due culture , trasmettere le mie conoscenze di cinese e italiano ai
ragazzi italiani e cinesi .
Ho frequentato gli studi in Italia …
Ho studiato anche un anno in una scuola privata cinese a Hangzhou .
Quello’ anno 2011mi ha radicalmente cambiato la vita…
I miei ricordi più dolci della mia infanzia mi riportano alla’ amorevole scuola elementare con le
insegnanti Barbara eMaria .
Insegnanti bravissimi che mi hanno insegnato non solo a parlare e a scrivere , ma virtù , conoscenze,
l’ amore dell’educazione.
Nel tempo libero mi dedico al disegno, allo sport e alla lettura.
Io adoro leggere … sia libri cinesi e sia quelli italiani .
Quelli cinesi sono molto filosofici e solitamente leggo saggistica di successo, performance , come
migliorare le proprie attitudini … le proprie abitudini .
Sull’ economia preferisco leggere libri italiani … perché già l’ argomento è difficile … quindi
comprendo meglio in italiano.
Libri come “ Padre ricco , padre povero” uno dei bestseller .
Mi piace anche tanto risparmiare soldi, accumularli. Mi piacerebbe in un futuro comprarmi una
casetta tutta mia in Italia.
In Cina ho una casa a Shanghai , regalata dalla mia mamma e papà per il mio matrimonio. Con tutti
i sacrifici che hanno fatto per me e per mia sorella.
Alessia, la mia carissima sorella minore, studia all’ Università Cattolica di Milano. È una brava
ragazza IBC pure lei . A differenza mia , lei ha preso la cittadinanza Italiana. Mentre io ho la
cittadinanza cinese…
Quanto avrei voluto scambiare i ruoli con lei.
Talvolta penso … Alessia ed io siamo due anime gemelle, abbiamo solo scambiato i ruoli.
Ame piacerebbe tanto viaggiare in America , è il mio sogno .
Mi piacerebbe pure un giorno , chissà , andare all’ Università .
Diventare interprete , chissà… magari un giorno realizzerò questo mio sogno nel cassetto …
Alcune volte penso … che mi piace sia il ritmo lavorativo cinese , costituito da sacrifici e
pesantezza… Ma anche il ritmo vitale italiano .
Ho suonato per otto anni il pianoforte … mamma non mi ha mai fatto mancare niente .
Qui vorrei ringraziare mamma e papà , sono persone davvero brave , umili e oneste.
Il loro duro lavoro ha dato il meglio e il futuro a me ed a Alessia .
Nel tempo libero , tempo fa , mi dedicavo alle lezioni di cinese e italiano ai ragazzi cinesi e italiani .
Mi sono divertita davvero tanto , mi piace questo lavoretto a part time .
Ho aiutato diversi studenti !
Sia universitari , sia lavoratori , sia amanti della cultura cinese !
Direi che a me piacciono tutte due le culture .
Sia quella cinese che quella Italiana .
Andiamo avanti verso una generazione migliore :
IBC
Sofia Chen

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“Christmas Carol” – scritto da Cristine Carol Alo
Se proprio dovessi raccontare la mia biografia, per usare un’immagine inconsueta,
inizierei col chiedervi se avete mai sentito parlare del cartone animato statunitense
‘Dora l’esploratrice’. Penso che tutti lo conoscano: vi è la protagonista, Dora, una
bambina ispano-americana, insieme alla sua migliore amica, una scimmietta, che
devono affrontare enigmi e misteri lungo il loro viaggio chiedendo l’aiuto del
pubblico. Ecco, la mia storia è per certi aspetti paragonabile a quella.
Mi chiamo Cristine Carol Alo e già dal nome potete intuire che non sono di origine
italiana. I miei genitori, appena compiuti i vent’anni, hanno deciso di lasciare la
propria vita nella loro città natale, non per volere ma per dovere: mantenere una
prole numerosa non era un compito facile per i miei nonni; così mamma e papà, che
sono tra i figli più grandi, si sono sacrificati per aiutarli.
La vita dei miei, segnata da tantissimi eventi, non é stata affatto facile. Prima di
essersi stabiliti qui in Italia, sono passati in altri paesi dove hanno subito ingiustizie,
affrontato problemi e difficoltà che non riesco nemmeno ad immaginare. L’Italia è
stata la loro ancora e ormai ci vivono da trent’anni.
Nel 1996 hanno avuto il loro primo figlio, Bryan, il mio fratello maggiore. Poi, dopo
sette anni, all’età di quarant’anni circa, hanno avuto me, Cristine Carol. Devo
ammettere che i miei genitori hanno avuto poca originalità nel chiamarmi così:
dovevo nascere durante il periodo natalizio dell’anno 2002, ma essendo troppo
pigra, sono nata il 4 gennaio dell’anno successivo. Da qui l’ispirazione del titolo del
mio tema: “Christmas Carol”.
Due decenni sono passati, sono all’ultimo anno di liceo linguistico e sto vivendo la
mia vita. É stata dura arrivare fino a qui o, per meglio dire, gli anni della mia
adolescenza sono stati molto faticosi. Sono stati sette anni, sette anni significativi
afflitti da ostacoli che hanno gravemente influenzato in particolare il mio equilibrio
psicologico.
Diventando sempre più grande, comprendevo meglio questo paese, la sua gente, le
sue dinamiche, i suoi difetti. E più capivo, più provavo odio nei confronti di mio
padre. Mio padre si chiama Leonardo Alo e ha 64 anni. Metà anni della sua vita li ha
vissuti qui, e, nonostante questo, non parla, non scrive e non capisce l’italiano. Sa a
malapena i termini usati in ambiente lavorativo e quelli di uso quotidiano, ad esempio
‘prendo le ferie’ oppure ‘vado a fare la spesa’. Ogni volta che ha l’appuntamento dal
dottore o in Comune, lo devo accompagnare io; ogni volta che deve scrivere o
leggere un messaggio, lo devo sempre aiutare io. Questo mi suscita da un lato un
sentimento di rabbia, perché non riesce a tenere una conversazione con gli
sconosciuti, dall’altro un sentimento di frustrazione, perché viene preso in giro dalle
persone. Tra queste persone, però, ci sono anche io. Vi assicuro che non vado fiera
dei miei comportamenti nei suoi confronti: non dovrei deriderlo per ogni sua
figuraccia né dovrei alzare la voce o arrabbiarmi con lui tutte le volte che mi chiede
qualcosa. Noto che questi miei atteggiamenti lo fanno soffrire e a volte sembrerebbe
quasi che io non sia sua figlia per il modo in cui lo tratto. La consapevolezza di non
saper gestire la mia rabbia mi ha portato a frequentare un consultorio familiare vicino
a casa. Dovete sapere che non sempre é facile affrontare da soli la gestione di
questo sentimento o di qualsiasi altra emozione, perciò, se vi serve aiuto, chiedetelo
a qualcuno, come Dora ha fatto.
Parlare con una psicologa dei miei problemi non é una novità per me. Ne ho avute
ben due prima di trovare quella con cui sto parlando ora. In seconda liceo mi hanno
bocciata e ho dovuto ripetere l’anno trovandomi con dei nuovi compagni. Il rapporto
costruito tra di noi durante il primo quadrimestre purtroppo è stato frantumato nel
secondo a seguito della chiusura delle scuole causa covid. Durante questo periodo
sono stata una tra le tante vittime della solitudine. Potreste domandarvi cosa sia
successo. Potreste chiedervi cosa sia andato storto. La verità è che ero stanca di
combattere, di cercare di inseguire un sogno che sembrava sempre più lontano. Ero
stanca di sentirmi dire che non ero fatta per fare il linguistico, che avrei dovuto
cambiare scuola e puntare su un turistico. Ma cosa significa essere fatti per fare
qualcosa? Cosa significa essere giudicati e categorizzati in base alle nostre capacità
e alle nostre debolezze? Ognuno di noi ha un percorso diverso da seguire e un
talento unico da trovare. Certo, non è stato facile accettare di essere stata bocciata e
di ricominciare di nuovo. Ma quella decisione mi ha portato a scoprire una nuova
parte di me stessa, una parte che non avrei mai pensato di avere. Ho imparato a non
farmi influenzare dal giudizio degli altri e a non arrendermi di fronte alle difficoltà e
agli ostacoli che la vita ci pone davanti.
Ciascuno ha i propri tempi e diverse possibilità per migliorare. Non dovreste mai
smettere di lottare e non è mai troppo tardi per essere ciò che avreste voluto
diventare, non credete? La vita non è definita dai vostri fallimenti o dai vostri
successi. La vita è molto più di quello. Perdersi per strada può capitare, l’unica cosa
che conta davvero è il coraggio di continuare.

—–
Che cos’è il razzismo?
Di Yessica Daniela Garcia Grande
Spero che la mia riflessione sul razzismo possa essere d’aiuto per chi ha sofferto atti di razzismo e anche per
chi invece li ha compiuti o potrebbe compierli in futuro, a questi ultimi spero che questa riflessione aiuti a
capire perché il razzismo è un atto di codardia compiuto non solo da singoli individui ma dall’intera società
che continua ad alimentare pregiudizi razziali su determinati gruppi in genere sui più deboli della società,su
nazioni straniere, su culture e classi sociali. Partendo dalla definizione di razzismo già è possibile
determinare che tutto ciò sia molto irrazionale e crudele nei confronti di altri individui che vengono ritenuti
inferiori per il semplice fatto di essere diversi. Infatti nella definizione di razzismo si afferma l’esistenza di
razze umane e partendo da questo presupposto si legittimano e giustificano le discriminazioni attuate sulle
razze cosiddette inferiori da parte di quelle che si ritengono superiori; ma la stessa scienza nega l’esistenza
di razze per cui erroneamente si collegano le differenze fenotipiche a diverse razze umane ; in realtà uno
studio condotto negli anni 70′ del novecento su diversi soggetti appartenenti apparentemente a 7 “razze”
diverse ha già dimostrato che all’interno del DNA non ci sono grosse differenze anzi si è dimostrato che
tutte sembrano derivare da uno stesso gruppo di antenati comuni. Quindi con questa dimostrazione che
smentisce la teoria delle razze umane sembrerebbe che possiamo lasciarci il razzismo alle spalle ma invece
no perché il razzismo non ha bisogno di teorie scientifiche a sostegno ma oggi si basa piuttosto su dei
pregiudizi che in un certo senso giustificano il modo di agire o comportarsi nei confronti di determinati
individui.
Chi è razzista e perché? Ci sono in grandi linee due categorie di soggetti che compiono atti di razzismo, in
primis abbiamo i singoli individui, poi la società che in certo modo è comunque formata da individui ma a
differenza della prima attua le discriminazioni non su un singolo individuo ma su gruppi di persone sia per la
loro nazionalità, religioni, caratteristiche fisiche ecc. Gli atti di razzismo più importanti dal punto di vista dei
danni causati ritengo siano quelli compiuti dai singoli individui dal momento che l’offesa o il danno viene
procurato nella quotidianità a un individuo in specifico e questo va a formare parte della sua vita
quotidiana dal momento che probabilmente dovrà subire questi atti da parte di più individui , infatti le
discriminazioni attuate su interi gruppi iniziano così dalle azioni di singoli che poi vanno a sommarsi
formando una società razzista e arrivando nei casi più gravi a situazione come la Shoah.
Gli individui che compiono atti razzisti possono essere persone che si ritengono razziste e sono consapevoli
di esserlo ma anche persone che non si ritengono affatto razziste e compiono magari dei piccoli gesti che in
certo modo sono comunque razzisti. Parlando dalla mia esperienza posso dire che spesso anche cittadini
per bene compiono delle micro aggressioni, per esempio facendo battute tra amici sulla cultura, religione o
colore della pelle dei propri amici o compagni che sono solo in apparenza innocue ma nella realtà possono
ferire gravemente i sentimenti di chi fa parte di quella cultura o ha quel colore di pelle ;Inoltre gli atti di
razzismo possono essere compiuti anche da professionali che hanno avuto accesso a un’istruzione più alta
Infatti purtroppo si possono subire atti di razzismo anche da parte del medico, insegnante, farmacista,
medico veterinario ecc. In seguito riporterò degli esempi che sono accaduti a me e ad altri miei conoscenti
perché solo così si rende meglio l’idea ,magari per chi per fortuna non lo subisce, di cosa significa subire il
razzismo: Nel mio primo anno di studi in italia, in terza media mi ricordo ancora di avere questo compagno
che evidentemente aveva dei problemi gravi di fumo, di aggressività, a scuola e ovviamente anche a casa;
non sempre veniva a scuola e quando lo faceva dormiva o non faceva niente e per questo non aveva un
posto fisso, un giorno che era venuto a scuola la mia insegnante ci stava facendo cambiare posto se non
sbaglio; fatto sta che quando è arrivato il momento di decidere dove farlo sedere ci ha pensato un po’ e alla
fine ha detto che lo avrebbe fatto sedere con me perché il suo nome e il mio erano quasi identici ma era
evidente che nessuno si voleva sedere con lui perché era problematico e aveva un forte odore di fumo, io
ho capito subito che ovviamente non lo avrebbe fatto sedere con gli altri studenti e ci sono rimasta male
perché in quel momento non parlavo italiano e avevo invece più bisogno di un compagno che mi aiutasse o
qualcuno con cui parlare invece sono rimasta quasi tutto l’anno scolastico negli ultimi banchi da sola perché
spesso questo ragazzo che mi spiace molto non c’era e quando c’era litigava con gli insegnati o saliva sulle
finestre; questo esempio ovviamente non è così grave come altre azioni e magari anche aggressioni fisiche
che tante persone subiscono ogni giorno e poi faccio questo esempio non con l’intenzione di discriminare il
mio compagno per la sua situazione assai difficile ma lo faccio perché un po’ riflette il fatto che anche a
scuola gli insegnati possono mostrare delle preferenze e scegliere di aiutarti o meno basandosi sulla tua
nazionalità infatti questa mia professoressa si è preoccupata solo degli altri studenti che nella maggioranza
erano cittadini italiani. Un altro esempio molto comune di razzismo oggi è il fatto che spesso molti italiani o
comunque persone che hanno studiato e cresciuto in Italia trattano chi non parla benissimo l’italiano come
una persona ignorante per il fatto di non capire o parlare bene l’italiano infatti una mia conoscente è
andata dal medico e a un certo punto gli ha chiesto ulteriori spiegazioni su una cosa che non aveva capito a
ciò la dottoressa le ha replicato “ma hai studiato!” dicendole che non capiva perché non era andata a
scuola. A queste persone purtroppo anche professionali dico di avere un po’ di compressioni e di cercare di
capire quanto sia difficile imparare una nuova lingua, quanto sia difficile andare a lavorare all’estero
lontano dalla propria famiglia, quanto sia difficile essere umiliato e trattato in questo modo continuamente,
quanti sacrifici gli immigranti hanno fatto e fanno per venire in Italia piuttosto che in altri paesi come Gli
stati uniti d’America; a queste persone dico che dovrebbero cercare di mettersi nei panni della persona che
hanno davanti per cercare di capire che non è giusto trattare male chi è più debole. Dopo questa lunga
digressione tornando alla società ,la quale spesso ipocritamente dice di voler combattere il razzismo ma
sotto il fumo della collettività continua ad alimentare pregiudizi, questo secondo gruppo frutto delle azioni
dei singoli individui esprime in linea di massima qual è il vero pensiero della maggioranza infatti spesso
anche i politici strategicamente sostengono delle idee razziste per guadagnarsi il sostegno delle masse che
hanno questa ideologia; per esempio spesso certi politici affermano pubblicamente che gli stranieri
vengono in Italia a rubare il lavoro ai cittadini italiani ma bisogna osservare che i lavori che fanno gli
immigranti sono quelli a più basso redito che spesso comportano degli sforzi fisici come il lavoro di
badante, muratore, raccoglitore nei campi, personale di pulizia ecc… Sono in genere lavori che sono fatti
più comunemente da immigranti quindi l’affermazione precedente non è assolutamente vera dal momento
che i cittadini invece fanno e aspirano a fare altri lavori meglio retribuiti. In fine voglio invitare a chi è
razzista ad essere più aperto alle diversità e a capire che siamo tutti essere umani a prescindere della
nazionalità, colore della pelle e di tutte le differenze che ci caratterizzano, è molto importante che queste
persone capiscano che siamo tutte persone che meritiamo di essere trattati con rispetto invece a chi
subisce queste azioni voglio invitarli a non lasciarsi definire dalla maniera in cui vengono trattati dagli altri
perché alla fine bisogna ricordarsi che siamo tutti meritevoli degli stessi diritti infatti per fortuna ci sono
molte persone che lottano e rispettano questi diritti.

L'autore

Raffaele Taddeo

E’ nato a Molfetta (Bari) l’8 giugno 1941. Laureatosi in Materie Letterarie presso l’Università Cattolica di Milano, città in cui oggi risiede, ha insegnato italiano e storia negli Istituti tecnici fin dal 1978. Dal 1972 al 1978 ha svolto la mansione di “consulente didattico per la costruzione dei Centri scolatici Onnicomprensivi” presso il CISEM (Centro per l’Innovazione Educativa di Milano). Con la citata Istituzione è stato coautore di tre pubblicazioni: Primi lineamenti di progetto per una scuola media secondaria superiore quinquennale (1973), Tappe significative della legislazione sulla sperimentazione sella Scuola Media Superiore (1976), La sperimentazione nella scuola media superiore in Italia:1970/1975. Nell’anno 1984 è stato eletto vicepresidente del Distretto scolastico ’80, carica che manterrà sino al 1990. Verso la metà degli anni ’80, in occasione dell’avvio dei nuovi programmi della scuola elementare, ha coordinato la stesura e la pubblicazione del volumetto una scuola che cambia. Dal 1985 al 1990 è stato Consigliere nel Consiglio di Zona 7 del Comune di Milano. Nel 1991 ha fondato, in collaborazione con alcuni amici del territorio Dergano-Bovisa del comune di Milano, il Centro Culturale Multietnico La Tenda, di cui ad oggi è Presidente. Nel 1994 ha pubblicatp per il CRES insieme a Donatella Calati il quaderno Narrativa Nascente – Tre romanzi della più recente immigrazione. Nel 1999 in collaborazioone con Alberto Ibba ha curato il testo La lingua strappata, edizione Leoncavallo. Nel 2006 è uscito il suo volume Letteratura Nascente – Letteratura italiana della migrazione, autori e poetiche. Nel 2006 con Paolo Cavagna ha curato il libro per ragazzi "Il carro di Pickipò", ediesse edizioni. Nel 2010 ha pubblicato per l’edizione Besa "La ferita di Odisseo – il “ritorno” nella letteratura italiana della migrazione".
In e-book è pubblicato "Anatomia di uno scrutinio", Nel 2018 è stato pubblicato il suo romanzo "La strega di Lezzeno", nello stesso anno ha curato con Matteo Andreone l'antologia di racconti "Pubblichiamoli a casa loro". Nel 2019 è stato pubblicato l'altro romanzo "Il terrorista".

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