Darien Levani
Il famoso magico qukapik
Emil 2011
raffaele taddeo
Storia irreale, simbolica piena di rimandi, ma grottesca e vera nello stesso tempo. Vera perché tutto gira intorno alle presunte ragioni di una probabile guerra, che si vorrebbe combattere fra due imperi, uno Occidentale che sembra democratico, ma all’interno del quale è anche possibile spostare le convinzioni della gente con vari stratagemmi per , lo più banali, ma proprio per questo più realizzabili, come l’idea di ottenere maggiori vendite a un supermercato con la falsa promessa di una sorta di sorteggio che garantisse ogni giorno una spesa gratis a uno qualsiasi degli acquirenti. Altri stratagemmi possono orientare le convinzioni politiche delle persone così che chi è al governo può essere sicuro di poter continuare a governare per lungo tempo. L’altro Orientale che sembrerebbe governato da una dittatura, ma poi anche questa certezza è per lo meno contestabile sul piano della pratica politica, perché chi cerca la guerra a tutti costi è chi governa la parte occidentale, mentre chi cerca assolutamente di mantenere la pace è il presunto dittatore della parte orientale, monarca illuminato più che dittatore, figlio di un altro monarca illuminato anch’egli. Come è possibile intuire solo da questo le categorie democrazia-non democrazia, governo democraticamente eletto e dittatura-male, sono del tutto sovvertite, ma anche nella vita normale di tutti i giorni le categorie sono sovvertite.
Non è chi non veda allusioni a volte lontane, a volte molto stringenti con la situazione attuale. Proprio per questo la vicenda è divertente anche perché le presunte ragioni o cause della probabile guerra sono così futili da sembrare assurde e ridicole, così come assurde e a volte ridicole sono le ragioni dello scoppio di molte guerre. Sembra quindi qualcosa di totalmente avulso della realtà, ma poi pensandoci appena un po’ sembra che il testo parli della realtà con una bruciante verità.
I personaggi, le loro caratteristiche sembrano adeguate a personaggi da favola e tutta la vicenda sembra una favola senza tempo o meglio proiettata in un futuro prossimo, remoto, difficile da individuare.
Darien Levani ha la capacità di dire la verità sulla realtà ma condita da sottintesi e sotterfugi così che essa non risuona cone un pugno o un colpo basso ma come uno schiaffetto malizioso che cerca di destarti dal tuo sopore.
La padronanza della lingua in genere sembra abbastanza coerente con la consistenza culturale dei personaggi, ma di tanto in tanto emergono alcuni elementi di scarto anche vistoso dalla consueta koinè linguistica.
Luglio 2012