Interventi

Le psaume à deux visages – Catherine Boudet

Scritto da Angela Caputo

Geme la terra e tiene piegata l’umanità tra le sue zanne ardenti durante una notte di lacrime blu, nell’attesa planetaria di un grande arcobaleno soffocato tra le pieghe del fulvo mattino a venire. Nel lamento della notte, corpi in caduta nella vertigine che accompagna la strada, si abbandonano alla bocca dell’incendio, dopo aver viaggiato attraverso parole intervallate da silenzi nascosti. Ma nelle rapide può piovere la speranza di un’altra festa, acqua gocciolante per invocare un canto più ebbro, tra i segnali del vento intesi come elitre miracolose.

Nella raccolta “Le Psaume à deux visages”, la poetessa e giornalista Catherine Boudet, originaria dell’isola di Réunion, dà vita ad una catena di immagini in grado di liberarsi, agli occhi del lettore, al flusso della spiritualità, nell’ambito di un’esperienza allo stesso tempo mistica ed estetica. Ogni verso è incasellato in un ritmo, in una melodia, ben scanditi, all’interno di quello che appare come il non – spazio della scrittura. È qui che la ricerca della parola, nell’intento di una decostruzione del suo senso, si rivela a ogni modo consustanziale alla realizzazione dei desideri dell’uomo, nel suo apparire unico e totale, intriso di interiorità e di sensualità. Dal linguaggio emerge una volontà di trasmutazione in immagini poetiche dal duplice significato che, nell’eleganza del movimento nel verso, risultano orientate verso un approdo di luce: «Nous/Aux arrêts des rochers/Nos bouches posées sur l’intervalle/ Là/Nous en sommes encore consumés…[1]

Filosofo della luce è stato proprio lo studioso persiano Shahāb ad-Dīn” Yahya ibn Habash Suhrawardī, martire ad Aleppo nel XIII secolo, al cui pensiero la raccolta fa profondo riferimento. Il motivo centrale della sua filosofia risiede nello spazio dell’indefinito che si identifica nel pays du Non – où. Secondo lo studioso, tutta la creazione si riflette in un flusso continuo che ha origine dalla Suprema Luce delle Luci e procede, secondo un ordine discendente, verso un insieme complesso di luci riconducibile ad un sistema simile a quello platonico, atto a governare la realtà intesa come esperienza sensibile. Anche ne “Le psaume à deux visages” si intercettano dettagli di un viaggio, veicolato dalla parola, all’interno di un universo in cui i differenti livelli dell’esistenza sono categorizzati, sulla base di una pluralità di gradi di luce, in termini di ricezione o assenza di ricezione della medesima: «Nous plaidons Dans un ciel retranché Pour un chant plus rouge et plus ivre, Par polissures interposées, Nous voyageons par ces mots, Par ces silences couchés…». [2]

Definito come un poema di estasi e di presenza, il testo di Catherine Boudet, fortemente ancorata nelle genealogie del sufismo, lascia intravedere i sentimenti più ardenti dell’animo umano. Essi si concretizzano in un misto di dolore silenzioso e desiderio che cesella, nello spazio poetico del sogno, una purezza quasi impalpabile incanalata nelle «épaves lumineuses» di un cammino durevole dinanzi alla precarietà delle cose sensibili: «Dans nos épaves lumineuses, Les silences, Les oublis, Et toujours la nuit se lamente, Aux portes des châteaux de sable…».[3]  Nella raccolta, le immagini, immerse nel contesto del sacro, riflettono il senso del legame con l’altro inteso come sacro e umano, Entre lui et moi il y a l’âme universelle, in uno spazio d’ascesa, il deserto, dove nella visione conclusiva di un mare liquido, si riconoscerà il fine ultimo dell’opera: «C’est la mer liquide et sans sel, C’est pour celui qui se reconnaîtra /Un psaume à deux visages». [4]

La forza visiva del lessico prescelto è rimarcata dal lavoro di incisione su carta realizzato da Marc Grénier per le Éditions des Monteils: pittore-scultore che ricorre ad antiche tecniche di incisione. Il poema, presentato a Sète nel corso del Festival Voix Vives del 2016 e presso la Comédie di Montpellier, ha riscosso un notevole apprezzamento.

Avvolti tra le stelle di una suprema entità, i versi sembrano incisi, nel buio, tra le montagne, per essere, poi, tagliati come da un grande pittore zebrato di blu. Si riversano nell’espressione di una collettività unita quanto l’ampiezza di una marea che arriva ad inglobare parole benevole in un abbraccio d’azzurro denso dove più tangibile risulta essere il riconoscimento dell’essenza di tale salmo a due visi.

Opere principali:

Poesia:

  • Résîliences. Paris: L’Harmattan, 2007.
  • Le barattage de la mer de lait. Paris: Ndze, 2009.
  • Nos éparses nos sulfureuses. Préface: Ananda Devi. Paris: Acoria, 2010.
  • Haïkons, petits poèmes à emporter. Marseille: Kirographaires, 2012.
  • Les laves bleues [Calligraphie des silences]. Montpellier: Souffles, 2012.
  • Pagana (en collaboration avec l’artiste-peintre Robert Lobet). Nîmes: La Margeride, 2013.
  • Bourbon hologramme. Paris: L’Harmattan, 2013.
  • Le manifeste de la pensée longaniste, Paris : Edilivre, 2014.
  • Journal du Gardien des Horizons, Paris : L’Harmattan, 2015.
  • Le Psaume à deux visages, éditions des Monteils, 2016.

Racconti:

  • Pages mauriciennes; chroniques journalistiques de l’île Maurice. Saint-Denis: Edilivre, 2013.
  • Le manifeste de la pensée longaniste. Saint-Denis: Edilivre, 2014.

Presenza nelle antologie:

  • « Ce qui fait partie de la nuit », « Le peintre des mirages », « Balaclava ». Carnavalesques 4 « Spécial Iles de l’océan Indien » Editions K’A/ Aspect Editions, 2010: 17-19.
  • « Mémoires ». Riveneuve Continents 10 (hiver 2009-2010): 260-61.
  • « Au pied du Morne » et « Souvenir devenu chair ». Terres d’Afrique. Beroua (Cameroun): Ndze, 2011: 31-33.
  • « Au concert ». Voix Vives de méditerranée en méditerranée; Anthologie Sète 2012. Paris: Bruno Doucey, 2012: 52-53.
  • « Éloge de la boue ». Momento Nudo. Amay (Begique): L’arbre à paroles, 2013: 108-109.

Articoli scientifici:

  • « Emeutes et élections à Maurice. La mort de Kaya, aléa ou échec de la construction nationale ? ». Politique Africaine 79 (2000): 153-64.
  • « Les abolitions de l’esclavage et la construction d’une identité franco-mauricienne ». Esclavage et Abolition dans l’Océan Indien 1723-1860. Paris, L’Harmattan, 2002: 255-66.
  • « L’émergence de la démocratie consociative à Maurice (1948-1968) ». Annuaire des Pays de l’Océan Indien 17 (2003): 325-36.
  • « Le discours identitaire comme gestion de la contradiction ». Kabaro/Revue Internationale des Sciences de l’Homme et des Sociétés 3.3-4 (2005): 23-44.
  • « Pouvoirs et technologies en situation coloniale : les Franco-Mauriciens et le monopole des technologies sucrières à Maurice et au Natal (1825-1968) ». Revue Historique de l’Océan Indien 2 (2006): 178-93.
  • « Une minorité ethnique dominante et son identité face à la décolonisation : l’émigration franco-mauricienne en Afrique du Sud (1947-68) ». Journal of Mauritian Studies 3.1 (2006): 26-49.
  • « Les Franco-Mauriciens : une diaspora pollinisée ». Revue Européenne des Migrations Internationales 23.3 (2007): 109-31.
  • « Les enjeux politiques de la mémoire du passé colonial à l’île Maurice » (avec J. Peghini). Transcontinentales (2008): 13-36.
  • « Élargir l’espace démocratique : la presse mauricienne et le citoyen informé ». Enhancing Democratic Systems: The Media in Mauritius, A Dialogue Session. Christina Chan-Meetoo Roukaya Kasenally, éds. Réduit: University of Mauritius, 2011: 49-58.
  • « Le rôle du « péril hindou » dans la mise en place de la démocratie consociative à l’île Maurice (1947–73) ». Canadian Journal of African Studies/Revue Canadienne des Etudes Africaines 12.2 (2012): 177-193.
  • « Nationalisme, décolonisation et consociation à l’île Maurice : l’émergence d’un Mauricianisme stratégique (1945–1967) », Canadian Journal of African Studies vol. 47 n°3, mai 2014.
  • « Démocratie consociative, Communalisme et Violences politiques à Maurice », in PEV-ECES (éd.), Election Conflict Prevention Handbook on Southern Africa, Bruxelles (Belgique), 2017.

Altre opere:

  • Les Franco-Mauriciens entre Maurice et l’Afrique du Sud: identité, stratégies migratoires et processus de recommunautarisation, Thèse de doctorat, Science-Po Bordeaux, 2003, 642 p. (éditée à l’ANRT).
  • Pages mauriciennes. Chroniques journalistiques de l’île Maurice. Paris: Edilivre, 2013, 370 p.

Premi letterari:

  • 2012     Grand Prix de poésie Joseph Delteil 2012, pour Les laves bleues [Calligraphie des silences].
  • 2013  Prix de poésie Ketkann 2013 pour Bourbon Hologramme.

[1] C.Boudet, M. Granier, Le Psaume à deux visages, Éditions les Monteils, Les Monteils, 2016.

[2] Ibidem

[3] Ibidem

[4] Ibidem

L'autore

Angela Caputo

Angela Caputo è nata nel 1985 a Bari. Ha conseguito la laurea triennale in Scienze della Mediazione Linguistica presso la Scuola Superiore per Mediatori Linguistici “Carlo Bo” (Bari) e la laurea specialistica con
lode in Lingue e Culture Europee e Americane presso la Facoltà di Lingue e Letterature Straniere dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”. Nel corso dell’ anno accademico 2012/2013, ha frequentato il Master di II livello in Traduzione di Testi Postcoloniali in Lingua inglese presso l’Università degli Studi di Pisa, durante il tirocinio del quale, sotto la guida del Prof. Andrea Sirotti, è stata impegnata nella stesura di saggi critici e di commenti bio-bibliografici per le riviste “Soglie” ed “El Ghibli”. È stata inoltre impegnata nella stesura di un saggio critico per la rivista di poesia comparata “Semicerchio”. Durante l’anno accademico 2014-2015, è risultata vincitrice del corso di tirocinio formativo attivo Tfa II ciclo (corso di abilitazione all’insegnamento per la scuola secondaria di primo e secondo grado) per le classi di concorso Lingua e civiltà straniera inglese e Lingua e civiltà straniera francese presso l’Università degli Studi di Bari
“Aldo Moro” . È attualmente abilitata con la massima votazione per la classe di concorso Lingua e civiltà straniera francese. È docente di ruolo di lingua francese presso l’Istituto Comprensivo “Ilaria Alpi” di Vicopisano (PI).

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