Recensioni

Oggi forse non ammazzo nessuno

Randa Ghazy
Oggi forse non ammazzo nessuno
Fabbri    2007

raffaele taddeo

Randa Ghazy, giovane scrittrice di origine egiziana, si è già distinta per due pubblicazioni edite dalla stessa casa editrice: Prova a sanguinare e Sognando Palestina.
I due romanzi trattavano della questione palestinese ed avevano come  protagonisti   ragazzi immersi nella terribile esperienza della   continua guerra  e delle disastrose conseguenze sull’intera condizione della loro vita.  Con questo romanzo, Randa Ghazy affronta un altro argomento,  vicino alle problematiche giovanili, ma specialmente inerente alla sua condizione di giovane italiana d’origine egiziana.
Non è un romanzo autobiografico, anche se molte delle esperienze, dei dubbi riportati, forse appartengono alla sua vita. Il problema dei giovani italiani d’origine straniera, così come viene raccontato da questi giovani scrittori, da  Igiaba Scego, a Jadelin Gangbo, alla stessa Randa Ghazy, si attorciglia intorno alla identità, connessa alla religione, alle abitudini di vita della famiglia, a volte in contrasto con quelle del mondo circostante; insomma, a un mondo culturale   veicolato più o meno fortemente dalla famiglia che si scontra col   mondo culturale oggi esistente in Italia appartenente,  sotto molteplici aspetti, a quella  del mondo occidentale.
Ora è la questione del velo, visto come scelta individuale piuttosto che condizionamento culturale, ora   la verginità, vissuta anch’essa come propria identità, ora   la scelta del proprio ragazzo, sganciata dalla influenza familiare:  modi di fare che si scontrano con la prassi di vita occidentale. Eppure Jasmine, la protagonista del romanzo di Randa Ghazy, sente il fascino della cultura europea,   in cui l’emancipazione permette  alla donna una realizzazione di sé anteposta agli obblighi familiari; una cultura in cui la donna sembra finalmente   del tutto uguale all’uomo.
Jasmine,  tuttavia,  scopre man mano che la cultura della propria famiglia  va tenuta in considerazione, non può essere rifiutata  di punto in bianco; si accorge come al di là delle apparenze  anche nella cultura d’appartenenza, sono le scelte individuali che contano. Comprende che, anche all’interno del tradizionale matrimonio islamico, la donna ha un suo ruolo.
Ciò che emerge dal romanzo di Randa Ghazy è la comprensione che ciò che importa è l’essere autentici.   Al di là della religione, delle culture particolari,  essere rispettosi degli altri   permette la  possibilità di serena convivenza.
Certamente nel romanzo della scrittrice di origine egiziana risalta la “disappartenenza” che man mano emerge in quegli italiani i cui genitori provengono da altri paesi, specialmente se si tratta di paesi del Sud del Mondo.
Essi non riescono facilmente a collocarsi e a trovare la propria dimensione, stretti, come sono, fra legami familiari comunitari e richiami della cultura del paese ospitante, che non tollera  comportamenti differenti. Si rischia di essere tacciati ed  evidenziati come diversi,  mentre l’ansia giovanile è quella della omologazione.
Quando poi le tensioni omologanti vengono  frustrate il rischio è il ripiegamento su se stessi, sulla propria famiglia, sulle abitudini e culture etniche tradizionali, con la creazione di  microsocietà che non comunicano fra di loro e che sono terreno fertile per possibili scoppi di rivalità anche per semplici banalità.
L’organizzazione linguistica del romanzo di Randa Ghazy  è particolare.  Si può definire espressionistica, perché attraverso la scrittura, le singole espressioni o parole, isolate pur se all’interno di un periodo o frase, tendono ad evidenziare e rimarcare  il contenuto, lo stato d’animo,  il sentimento veicolato.

Il romanzo si legge con interesse ed è molto adatto al pubblico giovanile.

26-04-2007

L'autore

Raffaele Taddeo

E’ nato a Molfetta (Bari) l’8 giugno 1941. Laureatosi in Materie Letterarie presso l’Università Cattolica di Milano, città in cui oggi risiede, ha insegnato italiano e storia negli Istituti tecnici fin dal 1978. Dal 1972 al 1978 ha svolto la mansione di “consulente didattico per la costruzione dei Centri scolatici Onnicomprensivi” presso il CISEM (Centro per l’Innovazione Educativa di Milano). Con la citata Istituzione è stato coautore di tre pubblicazioni: Primi lineamenti di progetto per una scuola media secondaria superiore quinquennale (1973), Tappe significative della legislazione sulla sperimentazione sella Scuola Media Superiore (1976), La sperimentazione nella scuola media superiore in Italia:1970/1975. Nell’anno 1984 è stato eletto vicepresidente del Distretto scolastico ’80, carica che manterrà sino al 1990. Verso la metà degli anni ’80, in occasione dell’avvio dei nuovi programmi della scuola elementare, ha coordinato la stesura e la pubblicazione del volumetto una scuola che cambia. Dal 1985 al 1990 è stato Consigliere nel Consiglio di Zona 7 del Comune di Milano. Nel 1991 ha fondato, in collaborazione con alcuni amici del territorio Dergano-Bovisa del comune di Milano, il Centro Culturale Multietnico La Tenda, di cui ad oggi è Presidente. Nel 1994 ha pubblicatp per il CRES insieme a Donatella Calati il quaderno Narrativa Nascente – Tre romanzi della più recente immigrazione. Nel 1999 in collaborazioone con Alberto Ibba ha curato il testo La lingua strappata, edizione Leoncavallo. Nel 2006 è uscito il suo volume Letteratura Nascente – Letteratura italiana della migrazione, autori e poetiche. Nel 2006 con Paolo Cavagna ha curato il libro per ragazzi "Il carro di Pickipò", ediesse edizioni. Nel 2010 ha pubblicato per l’edizione Besa "La ferita di Odisseo – il “ritorno” nella letteratura italiana della migrazione".
In e-book è pubblicato "Anatomia di uno scrutinio", Nel 2018 è stato pubblicato il suo romanzo "La strega di Lezzeno", nello stesso anno ha curato con Matteo Andreone l'antologia di racconti "Pubblichiamoli a casa loro". Nel 2019 è stato pubblicato l'altro romanzo "Il terrorista".