Cade un muro, se ne fanno subito altri. Care lettrici e cari lettori, su quest’ultimo numero di fine 2015, la nostra rivista el-ghibli torna di nuovo sul tema dei muri. Ogni anno che passa, in tante regioni del mondo si alzano mattoni adornati da fili spinati e muniti di guardie armate per tenere a distanza esseri umani completamente spogli, senza distinzioni di età, etnie, religioni, costretti a errare alla ricerca di un asilo. Sono muri di odio, di razzismo, di follia. I loro fautori sono seduti in cima al potere del loro paese oppure aspirano a guidare il loro popolo, che manipolano con la propaganda basata sull’odio e sul rifiuto dell’altro.
Il popolo rohingya, minoranza etnica della Birmania o Myanmar, è stato cacciato dal proprio paese. I suoi membri sono stati destituiti dalla loro nazionalità birmana e sono stati loro tolti tutti i beni, soprattutto su richiesta della gerarchia...