Mi scruti
mi vuoti
ti scotti.
Fai “ahi!”
con la lingua persa nel mio liquido
bollente,
come un sollevamento del cuore.
Il cuore, invece, lo hai lasciato
accanto al comodino. Come ogni mattino.
Ché non si sciupi troppo.
Mi vuoi,
ancora,
alle labbra,
mi allunghi
mi affoghi
nell’acqua: che credi, che io nuoti?
Mi sforzo di piacerti.
Ti piaccio anche così
meno intenso
più annacquato?
Che strazio
per me,
più tempo per te. Per assaporarmi meglio.
Io resto
quel poco di felicità
calda
che ti aiuta a rifiorire al mattino.