Stanza degli ospiti

sandali alla schiava

Quella per Steve Reeves fu una delle prime cotte e, per due ragioni, merita di essere definita “soprannaturale”: Steve era un irraggiungibile attore americano; nelle pellicole italiane degli anni cinquanta impersonava inaccessibili eroi mitologici. Tali film cominciarono ad arrivare in provincia nel periodo in cui Cosetta era in balia dei turbamenti sessuali pre-adolescenziali. Manifestatasi al di fuori dell’ordine della natura, fu una passione colossale e infiniti addusse spasimi alla ragazzina. Detto Sandali-e-spada, Reeves s’introduceva nelle sue visioni oniriche, la distraeva in classe e quando studiava, la eccitava quando bucava lo schermo cinematografico. Cosetta sognava a occhi aperti che Steve, o uno dei personaggi da lui interpretati, venisse a liberarla, perché di famiglia e paese si sentiva prigioniera; sperava che la prendesse fra le braccia e la conducesse sul Monte Olimpo dove sarebbero vissuti per sempre felici e contenti.

Retaggio dei film mitologici, in quegli anni erano di moda i sandali alla schiava. Troppo eccentrici per i suoi gusti, mai Cosetta li desiderò, ma le piaceva vederli calzare da una sua grande amica. Per tenerle in ordine, la giovane doveva armeggiare spesso con le lunghe stringhe di quelle non pratiche calzature che, nel suo caso, erano di plastica bianca. Con tutte le femmine di casa, Piera lasciava la città eterna per trascorre le estati in provincia. Una delle sue tre sorelle aveva le “mani d’oro”: con punti perfetti e minuti riprodusse disegni geometrici e scene mitologiche su una grande tovaglia di lino; il lavoro era così ben fatto che chiunque lo vedesse sentiva di essere al cospetto di un’opera d’arte. Nei weekend erano raggiunte dal capofamiglia e dal figlio maschio; i due lavoravano a Cinecittà, particolare che rendeva spettacolare, agli occhi di chi poteva vantarla, l’amicizia con quelle persone. 

Abbiate pazienza, cari lettori; mi vedo costretta a dare un po’ d’attenzione a Cosetta, che insiste nel definire biondo l’uomo della sua muscolosa passione. Nei film che abbiamo rivisto insieme prima che scrivessi queste righe, Steve Reeves appare con i capelli scuri, per cui le è sorto il dubbio che non di lui si fosse innamorata; analizzando date e fatti, io sono invece sicura che era proprio Reeves. La pignolaccia mi lascerà in pace solo se si convincerà che è stata la sua stessa memoria a ossigenare i capelli dell’attore, magari per conservarne un’immagine più rispondente a un essere divino che a un abitante del Mediterraneo. 

Una cotta celere, Cosetta se la prese per il capufficio del suo papà. In visita alla famiglia del dipendente, l’uomo si rivolse alla ragazzina chiedendo dei suoi studi. Il fatto che qualcuno a lei s’interessasse elettrizzò Cosetta, che ebbe anche la sensazione di conversare alla pari con un adulto. Stavano parlando della Divina Commedia, quando il padre la riprese affermando “si dice commendatore, non commentatore”. Dei limiti culturali del papà si vergognò a morte ma, probabilmente, solo perché si erano manifestati alla presenza di quel giovane che le piaceva; comunque, sentendogli dire che era fidanzato, improvvisamente com’era venuta, la cotta passò.

L'autore

Loretta Emiri

Loretta Emiri è nata in Umbria nel 1947. Nel 1977 si è stabilita in Roraima (Brasile) dove ha vissuto per anni con gli indios Yanomami. In seguito, organizzando corsi e incontri per maestri indigeni, ha avuto contatti con varie etnie e i loro leader. Ha pubblicato il Dicionário Yãnomamè-Português, il libro etno-fotografico Yanomami para brasileiro ver, la raccolta poetica Mulher entre três culturas, i libri di racconti Amazzonia portatile, Amazzone in tempo reale (premio speciale della giuria per la Saggistica, del Premio Franz Kafka Italia 2013), A passo di tartaruga – Storie di una latinoamericana per scelta, il romanzo breve Quando le amazzoni diventano nonne. È anche autrice dell’inedito Romanzo indigenista, mentre del libro Se si riesce a sopravvivere a questa guerra non si muore più, anch’esso inedito, è la curatrice. Suoi testi appaiono in blogs e riviste on-line, tra cui Sagarana, La macchina sognante, Fili d’aquilone, El ghibli, I giorni e le notti.

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