Recensioni

Corrispondenze ai margini dell’Occidente

Loris Ferri – Stefano Sanchini
Corrispondenze ai margini dell’Occidente
Effigie       2011

raffaele taddeo

Corrispondenze è anche il titolo di una famosa poesia di Baudelaire, in cui il poeta francese metteva in risalto aspetti della natura che divenivano simboli di realtà più elevata, più grande.  Penso che il titolo assegnato a questo poema in versi non sia stato dato senza non riferirsi più o meno strettamente alla poesia del poeta francese. Qui non è però in gioco la natura, è in gioco l’Occidente, con la sua cultura, con i suoi problemi e le sue contraddizioni.

La lettura, ma sarebbe più opportuno solo ascoltare perché quella che ci si trova davanti è solo una poesia d’ascolto,  conduce subito ad alcuni aspetti interessanti. E’ costante la tensione poetica, non c’è mai un momento in cui elevata ed alta poesia non si rincorra. E’ una poesia fatta di immagini, suoni, musica di parole. La carica poetica è così straniante che sommerge a volte lo stesso contenuto, che più che spiegato viene evocato, richiamato, accennato.

Si tratta di un poema di tre parti a due voci: Loris e Stefano. Sono voci distinte che usano strumenti metrici diversi, il primo quartine e il secondo terzine. Non esiste rima né nelle quartine, né nelle terzine.  Scelta data dalla volontà di mantenere elevata l’evocazione poetica  date dalle immagini e parole che si sarebbe persa nella cadenza rimata.

Le tre parti sono denominate come: Infernaccio, Purgatoriale, Paradossale. E’  una richiamo alla Divina Commedia e nei contenuti ogni parte dovrebbe rispondere in qualche misura a questa  diversa denominazione. Ma mentre la Commedia di Dante  scandisce  nel contenuto,  ma anche  nei colori e   nei suoni la differenza nelle tre parti, non avviene così per  Corrispondenze ai margini dell’occidente; la differenza nei contenuto è avvertita così poco che risulta indifferente all’ascoltatore sia l’uno che l’altra parte perché il bagno nelle parole è totale e sommerge ogni cosa.

La struttura sonora della poesia oltre che per la scelta delle parole, che appartengono tutte al mero linguaggio poetico, si organizza con ripetizioni, allitterazioni, richiami di suoni, consonanze e assonanze. A volte sembrerebbe di essere davanti alla poesia dannunziana,   quella de La sera fiesolana.

Un ultimo aspetto va sottolineato ed è quello delle citazioni. Abbiamo già visto quello relativo a Baudelaire e Dante, ma è anche chiaramente percepibile anche quello a Montale: “forse troverai tu la formula/ che ti salva…”. Da questo punto di vista si vuole sottolineare l’ancoraggio a tutta la cultura italiana ed europea.

26-11-2011

L'autore

Raffaele Taddeo

E’ nato a Molfetta (Bari) l’8 giugno 1941. Laureatosi in Materie Letterarie presso l’Università Cattolica di Milano, città in cui oggi risiede, ha insegnato italiano e storia negli Istituti tecnici fin dal 1978. Dal 1972 al 1978 ha svolto la mansione di “consulente didattico per la costruzione dei Centri scolatici Onnicomprensivi” presso il CISEM (Centro per l’Innovazione Educativa di Milano). Con la citata Istituzione è stato coautore di tre pubblicazioni: Primi lineamenti di progetto per una scuola media secondaria superiore quinquennale (1973), Tappe significative della legislazione sulla sperimentazione sella Scuola Media Superiore (1976), La sperimentazione nella scuola media superiore in Italia:1970/1975. Nell’anno 1984 è stato eletto vicepresidente del Distretto scolastico ’80, carica che manterrà sino al 1990. Verso la metà degli anni ’80, in occasione dell’avvio dei nuovi programmi della scuola elementare, ha coordinato la stesura e la pubblicazione del volumetto una scuola che cambia. Dal 1985 al 1990 è stato Consigliere nel Consiglio di Zona 7 del Comune di Milano. Nel 1991 ha fondato, in collaborazione con alcuni amici del territorio Dergano-Bovisa del comune di Milano, il Centro Culturale Multietnico La Tenda, di cui ad oggi è Presidente. Nel 1994 ha pubblicatp per il CRES insieme a Donatella Calati il quaderno Narrativa Nascente – Tre romanzi della più recente immigrazione. Nel 1999 in collaborazioone con Alberto Ibba ha curato il testo La lingua strappata, edizione Leoncavallo. Nel 2006 è uscito il suo volume Letteratura Nascente – Letteratura italiana della migrazione, autori e poetiche. Nel 2006 con Paolo Cavagna ha curato il libro per ragazzi "Il carro di Pickipò", ediesse edizioni. Nel 2010 ha pubblicato per l’edizione Besa "La ferita di Odisseo – il “ritorno” nella letteratura italiana della migrazione".
In e-book è pubblicato "Anatomia di uno scrutinio", Nel 2018 è stato pubblicato il suo romanzo "La strega di Lezzeno", nello stesso anno ha curato con Matteo Andreone l'antologia di racconti "Pubblichiamoli a casa loro". Nel 2019 è stato pubblicato l'altro romanzo "Il terrorista".