Un uccello passa
fulmine di piume
nel corriere del crepuscolo
VA’
VOLA
E DI’ LORO
Di’ loro che vieni da un paese
formato in un pugno di mano
un paese semplice come il buongiorno
dove le notti cantano
per scongiurare la paura degli indomani
di’ loro
che siamo un boccone
ripartito su sette isole
come i sette colori della settimana
ma che mai viene
la domenica di noi stessi
VA’
VOLA
E DI’ LORO
Di’ loro che le maree
aprono la serratura delle nostre memorie
che a volte il passato soffia
per fomentare le nostre fiamme
giacché un popolo che dimentica
non conosce più il colore dei giorni
va come un cieco nella notte del presente
di’ loro che passiamo di isola in isola
sul ponte del sole
ma che non ci sarà mai abbastanza luce
per illuminare
i nostri morti
di’ loro che le nostre parole vanno di creolo in creolo
sulle spalle del mare
ma che non ci sarà mai abbastanza sale
per bruciare la nostra lingua
VA’
VOLA
E DI’ LORO
di’ loro che a forza di amare gli uomini
abbiamo imparato ad amare l’arcobaleno
e soprattutto di’ loro
che ci basta avere un paese da amare
che ci basta avere storie da raccontare
per non avere paura della notte
che ci basta avere un canto d’uccello
per aprire le nostre ali di uomini liberi
VA’
VOLA
E DI’ LORO…
Traduzione di Angela Caputo versione originale
«Dis-leur» è stata pubblicata per la prima volta in Babil du songer. Kourou: Ibis Rouge, 1997: 142-143.