Non so se credo in te ma ti ringrazio
per averci scaraventato indenni sulla riva
su questa spiaggia di sassi che ci accoglie
per il mare affamato che invece di ingoiarci
ha risparmiato i nostri corpi.
Non so se credo in te ma ti ringrazio
per averci salvato dalla furia delle onde
dal fragore dei fulmini di guerra,
lampi accaniti del ricordo.
Non so se credo in te ma ti ringrazio
per le oscure montagne che guardinghe
ci hanno scortato da lontano
e per i muri spinati che eclissano la meta,
nuovo orizzonte da raggiungere.
Non so se credo in te ma ti ringrazio
per la linea di fari lungo la costa irregolare,
serpente illuminato che ci ha guidato
nelle tenebre, fuoco dei fuochi, alberi accesi
a vegliare la rotta millenaria.
E più di ogni altra cosa ti ringrazio
per lo scoppio di allegria inattesa nello sbarcare,
Vivi!, in questo punto del pianeta,
per la smania che ci ha preso di sorridere
di danzare spensierati come cuccioli
di abbracciare giocosi ogni atomo d’aria
l’idioma incomprensibile, le prime mani tese.
Non so se credo in te…come chiamarti?…
ma non posso evitare d’inginocchiarmi
su questo lembo di terra sconosciuta,
questo coccio tagliente e ringraziare.