Recensioni

I lupi nella notte

Amor Dekhis
I lupi della notte
Odisseo   2008

raffaele taddeo

 

Alcuni aspetti significativi e importanti emergono dalla lettura di questo primo romanzo di Amor Dekhis, finalista la premio Calvino 2004. Il tempo, la vicenda, il contesto politico sociale di gran parte della storia raccontata.
Il tempo è suddiviso in due parti, una collocata in un futuro più o meno prossimo (2015), l’altro in un passato non tanto lontano. Il primo tempo si svolge in Italia, il secondo si è svolto in Algeria all’inizio degli anni ’90.
Queste due distanze temporali sono connesse e unificate da alcuni dei protagonisti che vivevano in Algeria e poi vivranno in Italia.
Si colloca una vicenda nel futuro quando si vuole ipotizzare  qualcosa di utopico che forse soltanto il tempo potrà attuare senza però alcuna certezza, ma neppure grande speranza. E’ qualcosa che si desidera, ma che il pessimismo della ragione non alligna fra avvenimenti fattibili.
La possibilità che uno straniero possa divenire collaboratore attivo e visibile delle forze dell’ordine sembra ad Amor Dekhis  qualcosa di inattuabile. La situazione politica,  l’avvallo di uno strisciante razzismo anche da parte di forze moderatamente di sinistra, fa supporre che l’inserimento nelle forze di polizia di stranieri possa essere considerato ancora qualcosa di utopico.
Per questo la vicenda e la partecipazione di Salah (Salè) all’interno delle forze di polizia è collocata nel futuro.
Racconto poliziesco quindi che colloca il romanzo dello scrittore di origine algerina all’interno di un genere che oggi sta avendo i maggiori   successi di pubblico in Italia.
Più significativo è, a mio parere, il contesto socio politico in cui si colloca la storia del passato, quella cioè dell’Algeria.
Mi pare che sia una prima volta che sul piano narrativo uno scrittore di origine magrebina in Italia affronti quel momento della recente storia dell’Algeria che ha visto dapprima la vittoria del FIS e successivamente la nascita di una molteplicità di episodi di violenza perpetrati dalle forze fondamentaliste che ha spinto il paese all’orlo della guerra civile.
E’ con coraggio che Amor Dekhis narrativamente prende posizione contro i fondamentalisti facendone vedere lo stretto intreccio fra una posizione religiosa integralista e sprezzo della democrazia, fra integralismo- violenza e poco rispetto della persona.
Il romanzo ben condotto nei suoi intrecci di investigazione rimane poi un’ “opera aperta”, perché lascia irrisolta a diverse e molteplici soluzioni la parallela e duplice  storia d’amore di Salah. Il lettore aspetterebbe che gli venisse fornito un finale ed invece deve accontentarsi di immaginare forse fra i sornioni sorrisi dello scrittore algerino.

28-01-2009

L'autore

Raffaele Taddeo

E’ nato a Molfetta (Bari) l’8 giugno 1941. Laureatosi in Materie Letterarie presso l’Università Cattolica di Milano, città in cui oggi risiede, ha insegnato italiano e storia negli Istituti tecnici fin dal 1978. Dal 1972 al 1978 ha svolto la mansione di “consulente didattico per la costruzione dei Centri scolatici Onnicomprensivi” presso il CISEM (Centro per l’Innovazione Educativa di Milano). Con la citata Istituzione è stato coautore di tre pubblicazioni: Primi lineamenti di progetto per una scuola media secondaria superiore quinquennale (1973), Tappe significative della legislazione sulla sperimentazione sella Scuola Media Superiore (1976), La sperimentazione nella scuola media superiore in Italia:1970/1975. Nell’anno 1984 è stato eletto vicepresidente del Distretto scolastico ’80, carica che manterrà sino al 1990. Verso la metà degli anni ’80, in occasione dell’avvio dei nuovi programmi della scuola elementare, ha coordinato la stesura e la pubblicazione del volumetto una scuola che cambia. Dal 1985 al 1990 è stato Consigliere nel Consiglio di Zona 7 del Comune di Milano. Nel 1991 ha fondato, in collaborazione con alcuni amici del territorio Dergano-Bovisa del comune di Milano, il Centro Culturale Multietnico La Tenda, di cui ad oggi è Presidente. Nel 1994 ha pubblicatp per il CRES insieme a Donatella Calati il quaderno Narrativa Nascente – Tre romanzi della più recente immigrazione. Nel 1999 in collaborazioone con Alberto Ibba ha curato il testo La lingua strappata, edizione Leoncavallo. Nel 2006 è uscito il suo volume Letteratura Nascente – Letteratura italiana della migrazione, autori e poetiche. Nel 2006 con Paolo Cavagna ha curato il libro per ragazzi "Il carro di Pickipò", ediesse edizioni. Nel 2010 ha pubblicato per l’edizione Besa "La ferita di Odisseo – il “ritorno” nella letteratura italiana della migrazione".
In e-book è pubblicato "Anatomia di uno scrutinio", Nel 2018 è stato pubblicato il suo romanzo "La strega di Lezzeno", nello stesso anno ha curato con Matteo Andreone l'antologia di racconti "Pubblichiamoli a casa loro". Nel 2019 è stato pubblicato l'altro romanzo "Il terrorista".