Recensioni

kitchensutra

Laila Wadia
Kitchensutra
Editore,  Laila Wadia,  2016

raffaele taddeo

La sperimentazione poetica in questa raccolta di Laila Wadia è fuori dall’ordinario perché insiste molto su un plurilinguismo che strania molto il lettore perché difficilmente è a conoscenza di tutte le lingue che vengono esposte.  Sembra che la poetessa abbia voluto proporre i suoi versi ad un pubblico di lettori europei perché non pochi versi  sono composti nelle principali lingue del vecchio continente da quella inglese a quella francese o tedesca e spagnola ed altre ancora. Le lingue comunque dominanti sono l’italiano e l’inglese. La maggior parte delle composizioni hanno la doppia versione, quella italiana e quella inglese, ma non poche non sono presentate solo in lingua inglese.
Nella quarta di copertina si afferma che il testo è una collezione di brevi poesie mistilingue che mette insieme cucina ed erotismo. Non è semplice collegare questi due aspetti  perché trattare del cibo, del suo gusto è più immediato, privo com’è di ogni remora. Più difficile è uno svolgimento altrettanto libero dell’erotismo che perché sia tale deve avere la caratteristica della sensualità.  In questa silloge della poetessa di origine indiana abbiamo spesso la dimensione affettiva, amorosa, quella erotica giunge con maggiore difficoltà.
Eppure il testo merita un’attenzione di tutto rilievo perché molte poesia hanno proprio il fascino che ogni  vera poesia sa esprimere. Immagini, metafore sono preziose, spesso proprio quelle ove l’erotismo o manca o è appena accennato. Si prenda ad esempio questa poesia: “Se strappassi un petalo/ per ogni volta che mi manchi/ il mondo sarebbe un deserto/ profumato di brama”. Per trovare qualcosa di erotico in questa poesia  bisogna pensarci, mentre l’immagine della desertificazione è immediata e bella.  Come pure in quest’altra: “Lascia che/ cucini i miei sogni/ imbottigli le mie paure/ speli l’ipocrisia/ faccia sudare il desiderio/ arrostisca la gelosia/ mi strafoghi di gioia/ e digerisca il fatto che/ il banchetto della vita/ è l’amore”. Anche in questo caso “l’amore” è un sentimento, non una carnalità come dovrebbe essere il fatto erotico.
Indipendentemente quindi dal fatto erotico in questa raccolta di poesie l’elemento dominante è la cucina, con la sue spezie e gusti forti, con i sapori di origine indiana. Questi aspetti riescono anche a fare da supporto per autentica poesia come avviene con KO. “Grosse nuvole nere/ grasse e fosforescenti/ nella mia cucina/ scacciano via/ grosse nuvole nere/ sporche e spettrali/ nella mia testa/ frittelle piccanti/ contro la depressione/ ceci e pane/ contro la solitudine/ Chakli e sev/ sconfiggono i demoni”.
Il cibo, la cucina, come ricorrente antidoto contro le varie forme della depressione. Il cibo, la cucina base fondamentale per poter coltivare amicizie, per poter amare di più. In questo tripudio di sapori le lingue non possono rappresentare una barriera, ma un veicolo di maggiore intesa.
Laila Wadia si è divertita a mescolare le lingue in uno stesso testo nella speranza che si riuniscano in un unico significato. Eccone un esempio significativo: “Einzwie – Deux/ Yeux/ nations/ cooking stations/ Dos corazones/ do jeevan/ Double longing/ double belonging/ Dva de todos/ But just one you”.

A lettori  la scoperta del senso di questo esempio di mistilingua.  Scopriremo poi se questa sperimentazione  sarà sviluppata in futuro o se si fermerà.

Un’ultima annotazione. La raccolta è autostampata, quindi forse non in commercio.

gennaio 2018

 

L'autore

Raffaele Taddeo

E’ nato a Molfetta (Bari) l’8 giugno 1941. Laureatosi in Materie Letterarie presso l’Università Cattolica di Milano, città in cui oggi risiede, ha insegnato italiano e storia negli Istituti tecnici fin dal 1978. Dal 1972 al 1978 ha svolto la mansione di “consulente didattico per la costruzione dei Centri scolatici Onnicomprensivi” presso il CISEM (Centro per l’Innovazione Educativa di Milano). Con la citata Istituzione è stato coautore di tre pubblicazioni: Primi lineamenti di progetto per una scuola media secondaria superiore quinquennale (1973), Tappe significative della legislazione sulla sperimentazione sella Scuola Media Superiore (1976), La sperimentazione nella scuola media superiore in Italia:1970/1975. Nell’anno 1984 è stato eletto vicepresidente del Distretto scolastico ’80, carica che manterrà sino al 1990. Verso la metà degli anni ’80, in occasione dell’avvio dei nuovi programmi della scuola elementare, ha coordinato la stesura e la pubblicazione del volumetto una scuola che cambia. Dal 1985 al 1990 è stato Consigliere nel Consiglio di Zona 7 del Comune di Milano. Nel 1991 ha fondato, in collaborazione con alcuni amici del territorio Dergano-Bovisa del comune di Milano, il Centro Culturale Multietnico La Tenda, di cui ad oggi è Presidente. Nel 1994 ha pubblicatp per il CRES insieme a Donatella Calati il quaderno Narrativa Nascente – Tre romanzi della più recente immigrazione. Nel 1999 in collaborazioone con Alberto Ibba ha curato il testo La lingua strappata, edizione Leoncavallo. Nel 2006 è uscito il suo volume Letteratura Nascente – Letteratura italiana della migrazione, autori e poetiche. Nel 2006 con Paolo Cavagna ha curato il libro per ragazzi "Il carro di Pickipò", ediesse edizioni. Nel 2010 ha pubblicato per l’edizione Besa "La ferita di Odisseo – il “ritorno” nella letteratura italiana della migrazione".
In e-book è pubblicato "Anatomia di uno scrutinio", Nel 2018 è stato pubblicato il suo romanzo "La strega di Lezzeno", nello stesso anno ha curato con Matteo Andreone l'antologia di racconti "Pubblichiamoli a casa loro". Nel 2019 è stato pubblicato l'altro romanzo "Il terrorista".