Recensioni

Addio, a domani

Scritto da Raffaele Taddeo

Sabrina Efionayi
Addio, a domani
Einaudi 2022

Il romanzo della giovanissima Sabrina Efionayi propone diversi spunti di interesse. Un primo e significativo è la funzione del narratore. L’autrice lo dichiara apertamente all’inizio che preferisce un narratore extradiegetico. Questa funzione narratrice avviene per quasi tutto il romanzo salvo negli ultimi capitoli quando si propone un narratore intradiegetico anche perché la protagonista ha ormai un’età tale da poter disporre di una memoria e di un controllo emotivo che le permette di mantenere la scrittura equilibrata.  Il narratore interno si ha a partire dall’età di 12 anni della protagonista. Ma certamente questa avrà avuto ricordi anche di fatti avvenuti in età precedente, ma ha preferito che fosse un narratore esterno a raccontarne le vicende.   In tal modo ottiene un duplice scopo: possibilità dell’uso della finzione, pur mantenendola nell’alveo della verosimiglianza; la possibilità di un maggiore controllo emotivo, come già detto in precedenza.
Il secondo punto significativo riguarda la doppia maternità, quella biologica e quella di fatto. La protagonista, Sabrina, ha una madre biologica, Gladys, che per ragioni oggettive non riesce ad esplicare la sua funzione che delega ad un’altra donna, Antonietta.   La prima madre non rinnega mai la sua maternità che non riesce a svolgere e a malincuore rinuncia alla crescita della figlia lasciandola alle cure della seconda madre, che in effetti è quella che è il punto reale di riferimento della ragazza.
Sabrina, vive questa doppia figliolanza, a volte con difficoltà, come quand’era piccolissima, ma anche quando, ormai dodicenne è abbandonata per un mese a Lagos  dalla nonna perché Gladys sta cercando di ricostruire una sua vita.

Il romanzo è inserito in un contesto di sfruttamento della donna. Gladys in effetti è stata portata dal Laos in Italia e costretta a prostituirsi per anni. Tenacemente ha voluto portare avanti la gravidanza e dare alla luce una bambina. Ma la sua vita è stata segnata da questa esperienza in cui il suo corpo è alla mercè di uomini senza scrupoli e sentimenti. Anche il padre di Sabrina non riesce a mantenere e portare avanti il suo dovere di padre. Si trasferisce in Francia dove costituisce una seconda famiglia.

In questo groviglio di relazioni, di difficoltà a riconoscere sé stessa Sabrina trova nella scrittura la sua ancora di salvezza.  La scrittura è terapeutica, non è sorta di surrogato di una qualsiasi analisi psicanalitica perché diventa lo psicanalista di fatto e chi scrive è come se nel prendere figurativamente la penna in mano si sdraiasse sul divano e lasciasse che le sue fantasie, deposte sulla pagina, acquistino la dimensione del rapporto psicanalitico con chi sta scrivendo.

Raffaele Taddeo

L'autore

Raffaele Taddeo

E’ nato a Molfetta (Bari) l’8 giugno 1941. Laureatosi in Materie Letterarie presso l’Università Cattolica di Milano, città in cui oggi risiede, ha insegnato italiano e storia negli Istituti tecnici fin dal 1978. Dal 1972 al 1978 ha svolto la mansione di “consulente didattico per la costruzione dei Centri scolatici Onnicomprensivi” presso il CISEM (Centro per l’Innovazione Educativa di Milano). Con la citata Istituzione è stato coautore di tre pubblicazioni: Primi lineamenti di progetto per una scuola media secondaria superiore quinquennale (1973), Tappe significative della legislazione sulla sperimentazione sella Scuola Media Superiore (1976), La sperimentazione nella scuola media superiore in Italia:1970/1975. Nell’anno 1984 è stato eletto vicepresidente del Distretto scolastico ’80, carica che manterrà sino al 1990. Verso la metà degli anni ’80, in occasione dell’avvio dei nuovi programmi della scuola elementare, ha coordinato la stesura e la pubblicazione del volumetto una scuola che cambia. Dal 1985 al 1990 è stato Consigliere nel Consiglio di Zona 7 del Comune di Milano. Nel 1991 ha fondato, in collaborazione con alcuni amici del territorio Dergano-Bovisa del comune di Milano, il Centro Culturale Multietnico La Tenda, di cui ad oggi è Presidente. Nel 1994 ha pubblicatp per il CRES insieme a Donatella Calati il quaderno Narrativa Nascente – Tre romanzi della più recente immigrazione. Nel 1999 in collaborazioone con Alberto Ibba ha curato il testo La lingua strappata, edizione Leoncavallo. Nel 2006 è uscito il suo volume Letteratura Nascente – Letteratura italiana della migrazione, autori e poetiche. Nel 2006 con Paolo Cavagna ha curato il libro per ragazzi "Il carro di Pickipò", ediesse edizioni. Nel 2010 ha pubblicato per l’edizione Besa "La ferita di Odisseo – il “ritorno” nella letteratura italiana della migrazione".
In e-book è pubblicato "Anatomia di uno scrutinio", Nel 2018 è stato pubblicato il suo romanzo "La strega di Lezzeno", nello stesso anno ha curato con Matteo Andreone l'antologia di racconti "Pubblichiamoli a casa loro". Nel 2019 è stato pubblicato l'altro romanzo "Il terrorista".

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