L’arcobaleno di Rebecca

Rebecca Covaciu
L’arcobaleno di Rebecca
UR 2012

raffaele taddeo

L’arte salva, l’arte redime, l’arte conquista, l’arte è il perno della vita che sola può avvicinare gli uomini, che li fa sentire più elevati, che li spinge ad aborrire ogni forma di violenza, che sconfigge ogni forma di razzismo e di emarginazione. L’arte va vissuta e compresa. Guai all’uomo che non è attratto e affascinato dall’arte. Queste alcune considerazioni che si possono fare dopo aver dato uno sguardo allo straordinario libro di Rebecca Covaciu. Non è un solito libro perché non è tutta narrazione in quanto sono presenti molti dipinti della sedicenne studentessa di origine rom. Possiamo dire che le parti del testo sono due, una prima costituita da una narrazione, non scritta dalla Covaciu, ma raccolta oralmente e trascritta. Non è la prima volta che ciò accade nei testi che noi riteniamo appartengano a quel consistente fenomeno della Letteratura della migrazione. Forse tutti i primissimi testi di questo filone narrativo sono frutto di una trascrizione di una comunicazione orale, lo è stato in particolare il romanzo “con il vento nei capelli” di Salwa Salem. Ciò tuttavia non toglie nulla alla significanza narrativa. Forse sarebbe stato più opportuno che comparisse anche il nome della trascrittrice per dare una completezza informativa a come è nato il testo. In particolare la narrazione trascritta mostra una capacità di accettazione e di reazione positiva di fronte a tutte le avversità. La disponibilità di una ragazza che attraverso i colori si riappropria del mondo, lo reinterpreta, lo domina e lo controlla.
La seconda parte è costituita da vere e proprie pitture con l’indicazione scritta del perché sono nate e cosa rappresentano, una sorta di diario visivo. E’ certamente la parte più importante ed interessante del libro per la freschezza delle pitture, per la funzione che esse occupano nella vita e nella storia di salvezza di Rebecca Covaciu. Emergono le attese, le aspirazioni di questa bambina diverse da quelle delle coetanee, per Rebecca la scuola assume una funzione importante conscia che solo con la formazione può esserci un riscatto . Frequentare la scuola è già un traguardo da raggiungere. Ma specialmente per Rebecca è importante il colore, il disegno: “Quando disegnavo mi sentivo rico [ricca] di vivere” scrive ad un certo punto la ragazza nel suo quaderno di appunti. Non è un caso che il suo primo disegno viene premiato ad un concorso Unicef. Il mondo di Rebecca è un arcobaleno nel duplice significato di pienezza di colori, ma anche conciliatore e portatore di pace come lo è nel mito biblico.
La scommessa dell’Istituto che frequenta e della casa editrice che ha pubblicato questo testo va certamente appoggiata e sostenuta a tutti i livelli.

19-09-2012