Il seme

Zolla grigia di madre nera e padre azzurro,
piena, estasiata e pellegrina.
Prodiga, marcisce.
Nascosta, aspetta spaurita. Vibra, scoppia.
Rifulge freddamente, come idolo ombroso.
La calcina il sole brutale, senza età,
e l’ombra morbida,
la fatica, la colpa antica e il segreto amaro.
Semenza, nobile estinta,
piange nel ricordo la sua piccola, triste finitezza.
Goccerà lenta la vasta bellezza fragrante,
l’inestinguibile alimento e il mistero, nella sua culla d’erbe fresche.
Sola e vuota, tutta sé stessa,
dal suo cuore ricco e largo di sentieri
si aspettano le leggende, gli scongiuri e il sogno delle storie infinite.

 

Corpo, un giorno cieca cenere d’acqua,
verde nutrimento di tutti.
Tanta fragilità di sabbia, tanta profezia rannicchiata!
Tanto ritmo in voci soffocate!
Corpo, mascheri il libro gravido di enigmi sonnolenti.