Intervista 38. Pietro Pancamo su Sagarana

INTEVISTA DI PIETRO PANCAMO SULL’ESPERIENZA DI «SAGARANA»

1) Com’è nata Sagarana e come si è evoluta nel tempo? Di quali rubriche si è arricchita? Quali tematiche ha trattato di più e perché?

La rivista, trimestrale, è nata quattro anni fa per affiancare la Scuola di scrittura offrendo modelli ed esempi di testi nei quali erano utilizzate certe tecniche e strategie narrative su cui  i nostri allievi lavoravano, oltre a saggi in cui era la scrittura stessa ad essere discussa, e inoltre per offrire degli spazi per i migliori elaborati prodotti dagli allievi. Col tempo la rivista ha acquisito una sua autonomia e una sua identità pubblica. A fianco alle sezioni tradizionali – Saggi, Narrativa e Poesia – sono state aggiunte le Dicas, la traduzione di testi scelti dalla rivista tedesca Gegner, la sezione Ibridazioni dedicata alla letteratura della migrazione,  Vento Nuovo per autori ancora inediti, Nuovi Libri, le sezioni speciali come i Racconti di guerra presenti sul n° 15, e infine la Lavagna del Sabato, che si rinnova ogni settimana.

Abbiamo anche una Lista di discussione con circa 200 partecipanti, quasi tutti giovani scrittori italiani, ma anche qualche argentino e brasiliano, che scambiano testi e opinioni con gli altri, ridigitano e inviano al gruppo gli articoli importanti che hanno appena letto o scritto, segnalano eventi culturali e a volte si incontrano di persona. Si è formata attorno alla Sagarana una dinamica e intelligente comunità virtuale, che cresce e “si infiamma” particolarmente nei momenti di crisi sociale e politica.

2) La redazione da chi è composta e quali obiettivi si propone? In seno ad essa, come vengono ripartiti gli incarichi?

La redazione è composta da scrittori, critici e professori,  legati sin dall’inizio al progetto della Sagarana, alcuni dei quali insegnano alla Scuola di scrittura o sono tra gli ex-allievi più brillanti. Del gruppo fanno parte solo esperti non solo di letteratura, ma anche di arte, di fotografia, di comunicazione e di web design. Inoltre è importante il contributo dei mie allievi di Lingua e di Lettere dell’Università di Pisa, che aiutano con alcune traduzioni e suggeriscono testi e autori. La Sagarana è una rivista maggiormente di giovani, quasi tutti negli anni successivi alla loro Laurea universitaria, ma in alcuni casi ancora studenti, orientati da noi.

3) Chi sono i lettori di Sagarana? Si collegano solo dall’Italia? Quali articoli o argomenti preferiscono?

I lettori di Sagarana – che aumentano  in media del  30% ad ogni nuova edizione – sono per la maggior parte italiani, ma circa il 40% di loro accedono al sito da altri paesi. È impressionante il numero di persone che leggono in italiano in Sudamerica, negli USA e in Australia, ma soprattutto tra i nostri vicini, in Albania, Svizzera, Francia. Ci sono anche molti lettori messicani e olandesi, e il numero di quelli portoghesi, spagnoli e giapponesi è in crescita. Molti di loro sono legati all’Università, all’area dei Cultural studies, ma anche agli Istituti Italiani di Cultura di tutto il mondo. Altri vogliono solo vedere i propri autori nazionali favoriti tradotti in un’altra lingua.

Tanto in Italia come all’Estero i nostri lettori hanno in media tra i 25 e i 45 anni, e ho  buone ragioni per credere che in gran parte scrivano poesia e narrativa. La rivista quindi è per loro al tempo stesso scuola e vetrina, formazione e informazione. Sappiamo che senza periodici specializzati, sensibili e attenti, la letteratura di una comunità si attrofizza e decade, perché non possiede i parametri indispensabili per misurarsi e per aggiornarsi, per scoprire identità e scegliersi un percorso originale. Non c’è grande letteratura che non sia stata in un certo momento fertilizzata dalla sinergia prodotta dalle migliori riviste letterarie, ovvero dal circolo virtuoso di godimento, apprendistato, sfida e creatività che solo esse non in grado di offrire.

4) Quali sono gli argomenti più frequentati nella rivista Sagarana?

Non ci sono argomenti più frequentati, bensì una particolare visione di mondo che comprende tutti gli argomenti possibili, soprattutto quelli legati al mondo attuale, alla sensibilità dell’uomo contemporaneo. Si tratta di una visione senz’altro controcorrente, non “collaborazionista dei media”, anzi, fortemente critica dei valori materialisti e nichilisti dei nostri tempi (ma che negli ultimi due anni, per fortuna, stanno trovando dappertutto una resistenza crescente e molto efficace, ancora in formazione). Sagarana è un progetto di ricerca dell’essenziale, dell’essere nel suo meglio, o per dirla con Calvino, “di quello che nell’inferno non è inferno”. Un progetto innamorato dalle utopie, sempre aperto alla verità, che sogna una società più ugualitaria e proprio per questo rifiuta il tentativo di omologazione in corso, che non è altro che la forma perversa, patologica, mostruosa, dell’idea dell’uguaglianza. Non credo che sia possibile fare qualcosa del genere oggi fuori da Internet. Tutti gli altri spazi, virtuali o reali, sono sotto controllo, sono condizionati dal potere e dagli alti costi, insomma dal falso consenso neoliberale. Oggigiorno, e sempre di più, solo nella Rete si respira veramente, si legge e si vede la verità, si ha accesso all’arte vera e non corrotta, si sta in contatto con l’ambiguità, con le indispensabili contraddizioni. Solo lì si può stare immune al pensiero unico.

5) Dov’è la sede della Sagarana?

La sede della Sagarana è virtuale come la Sagarana stessa. La sua sede è www.sagarana.net . Abbiamo anche degli indirizzi postali, chiaramente, e per gli incontri troviamo degli spazi adeguati, ma sempre diversi. Esistiamo veramente, e con forza, però, in questo territorio telematico che a volte sembra non esistere e invece esiste oggi più degli altri; che sembra non essere da nessuna parte, e invece è ovunque; che si presenta davanti a una moltitudine di sguardi, che racconta storie e parla le cose giuste alle menti e ai cuori che ci ospitano. In questo momento storico, credo che è proprio quello che ci vuole.