Le paure

“Le Paure sono davvero divertenti Babbo!! bisognerebbe andarci più spesso, nel bosco, a cercarle… ! “Quando andiamo? Mi diverto un mondo a cercarle, le Paure… Quando andiamo?”

Era il gioco più bello del mondo, e con esso culminava di solito la giornata che lei passava con il babbo. Lui prendeva la minuscola mano nella propria, la stringeva stretta, e insieme andavano a cercare piccole strade o sentieri o cantucci di paese pieni di anfratti e boscaglie che, per l’occasione, diventavano foreste oscure piene di misteri.
La bimbetta con l’altra mano libera stringeva i pantaloni del padre fremendo di eccitante paura ad ogni fruscio, ad ogni bagliore improvviso, a ogni crepitio della sterpaglia… Le Paure erano lì, da qualche parte, con il terrore di essere scoperte… E cammina, cammina, ogni passo diventava al contempo più incerto e più entusiasmante… E le Paure restavano lì, nell’ombra, che temevano il loro arrivo. Ma era sempre e sempre il babbo a scoprirle… D’un tratto, le scorgeva e, allora, urlava come un generale alle sue truppe: “Eccole, eccole, corriamo!” e piroettava all’indietro mettendosi a correre, e trascinava con sé la sua piccina che dava lunghe sgambate urlando di terrore gioioso.
La corsa finita, la bimba era tutta rossa in volto dall’eccitazione, la minuscola mano nella stretta del babbo. Le Paure erano rimaste lì, nel folto del bosco, di nuovo scoperte e di nuovo sconfitte; umiliate dal loro coraggio e dalle loro risate.
Così insegnava il padre il coraggio di vivere alla sua piccina.
Ora che lui non c’è, spesso le Paure vengono a cercare lei, e sono loro che spesso riportano la palma della Vittoria.

“Babbo, quando torniamo insieme? Insieme, di nuovo, insieme… per andare a cercarle, mano nella mano, come allora? Non era forse quello il gioco più bello del mondo?”