San Pedro Cutud

 

 Gëzim Hajadari
San Pedro Cutud
Fara Editore, Santarcangelo di Romangna 2004
pp. 59 10,00 €

raffaele taddeo

Gëzim Hajdari questa volta si è cimentato con una sorta di reportage.
Nell’aprile scorso è stato nelle Filippine insieme ad un suo amico fotografo, Piero Pomponi, che sta realizzando un progetto di biografia fotografica su Hajdari, e ne ha approfittato per offrirci uno spaccato della situazione sociale e politica del paese del sud est asiatico.
La descrizione che fa Gëzim, agile, ma precisa in alcuni dettagli, ci permette di cogliere aspetti significativi della realtà filippina e della vita che vi si conduce, come quando ci introduce nella Manila del sesso o quando mette in risalto il potere politico della vedova di Marcos.
L’occhio con cui viene vista la realtà filippina è quella della denuncia delle gravi sperequazioni economiche esistenti.
Gëzim sta dalla parte della gente che soffre e che fa fatica ogni giorno a sopravvivere mentre enormi ricchezze vengono derubate e sperperate. Egli infatti ad un certo punto afferma che non esiste nel paese una classe media, ci sono i poverissimi, la stragrande maggioranza della popolazione, e i ricchissimi.
Forse è solo in questa realtà socio economica che da più di un decennio si è sviluppato il fenomeno para religioso della rappresentazione realistica della passione di Gesù Cristo con vere e sanguigne flagellazioni, con vere crocifissioni e penetrazione dei chiodi nella carne. Il rito è sconfessato dalla Chiesa cattolica che vede in questa rappresentazione un fatto commerciale e turistico.
Il reportage è interessante anche perché l’ottica è quella di un poeta e non di un giornalista o fotografo e proprio per questo momenti, situazioni sono quasi illuminati più che analizzati e descritti.

Dicembre 2004