Sine discrimine

Hai mai visto un fiore brutto?
Può esistere però un fiore per i nostri occhi più bello.
Un’identità non potrà mai essere identica.
Nessun ostacolo alla bellezza
se non quello della mente che mente!

Cosa spinge a mutare il vero?
La razza si distingue da chi fa razzia
di quel nome, quel gene, quel gesto.

Ostento, divido, credo solo all’eccellenza,
ma a chi devo questa calcata differenza?

Eppure, se cerco i semi sciolti dai secoli sulla tua pelle
sento i tuoi odori che cambiano così come i miei colori,
i miei nomi, i miei volti, i miei luoghi nel tempo.

Fanatico è l’insulto di chi ha alzato quel muro.
Non voglio più i tuoi gomiti alti! Io ti apprezzo.

Gerarchia, madre e strega di un privilegio in fasce.
Gerarchia sul desiderio, su chi sono e su chi credo.

Accetto il tuo Dio, la tua pelle, i tuoi odori, i tuoi ardori,
accetto queste forme diverse solo per la nostra mente.
Voglio entrare in questa notte che ci nasconde,
qualunque siano i tuoi dei e le tue strade.

Sono una parte di ciò che non ancora comprendo,
ma non posso ignorare ciò che appartiene all’amore.
Che sia un immenso impero questa conquista
tra le sperdute lande del nostro presunto ego!