Angel Luis Galzerano
Storie lunghe una canzone
Gilgamesh edizioni 2016 euro 10
Giovanna Pandolfelli
Un racconto lungo una canzone, ma anche canzoni lunghe quanto una storia, storie di musicisti e dei loro misteri, ma anche storie di musica, di suoni, di voci, di canzoni che hanno segnato epoche, eventi, divenute simboli, veri e propri inni.
Le associazioni mentali si susseguono sempre attraverso le note di canzoni. “Faccio uso del mio orecchio per ricordarmi di avvenimenti importanti”. La memoria individuale, storica, collettiva di Angel passa tramite la musica che fa risuonare nelle sue orecchie note evocatrici di parole, sogni, sentimenti ed emozioni. Per effetto sinestetico la musica collega, associa tra loro persone, volti, ricordi, racconti, avvenimenti, personaggi e sensazioni legate alla vita dell’autore a volte in Italia, suo Paese di adozione e di origine della famiglia paterna, a volte in Uruguay, suo Paese di nascita. Le note sono le madeleines di Angel Galzerano. Talvolta in altri luoghi o in nessun luogo, a cavallo tra spazio e tempo in quell’altrove sospeso che è il viaggio di tutti gli artisti transculturali.
La musica di Angel è quella del tango, della voce di Mercedes Sosa, ma anche del giovane gruppo argentino dei Sui Generis, dei Beatles e di John Lennon, di Jim Croce, ma accanto ai grandi nomi internazionali c’è anche la musica dei concerti suoi e dei suoi amici, con successi e delusioni, la musica del bandeon suonato da una donna coraggiosa o di un Bennato tutto italiano dagli echi letterari. Angel Luis Galzerano ripercorre le tappe storiche del suo Paese natio attraverso figure protagoniste come il Che ma anche meno note come l’unico rivoluzionario europeo a Cuba, che era proprio di nazionalità italiana, continuando a gettare ponti sopra l’Oceano che divide solo chi vuol essere diviso.
Musica e tradizioni sudamericane si intrecciano con le loro origini africane e con l’eco che ha poi risuonato alle latitudini italiane ed europee. Angel Luis si riconosce nel sincretismo religioso sudamericano, nella malinconia della musica mediorientale, nella forza espressiva dei colori di Van Gogh, e non avrebbero potuto mancare le parole semplici e profonde di Violeta Parra. Una policromia che unisce, poiché è l’autore stesso a sentirsi il risultato di quel sincretismo culturale che caratterizza lui, come molti scrittori e artisti, specie quelli che abitano più identità linguistiche.
Marzo 2017