a cura di raffaele taddeo
Ingrid Beatrice Coman nasce in Romania nellautunno del 1971. A 23 anni lascia la sua terra e si trasferisce in Italia dove continua i suoi studi e si dedica alla passione per la Letteratura. Inizia ad adottare litaliano come lingua straniera e frequenta laboratori di tecniche narrative, tra i quali quello dello scrittore Raul montanari, e di sceneggiatura cinematografica, tra cui la Holden di Torino. Il primo racconto pubblicato in italiano è una storia ambientata nella Russia comunista (Evghenji che torna). Seguono poi altri racconti raccolti nel testo Non spegnete la luce. La sua scrittura manifesta grande sensibilità verso quella parte della storia che spesso rimane in ombra, fuori dagli schermi televisivi e dalle pagine dei giornali. Il suo primo romanzo è La città dei tulipani,ambientato in Afganistan. Pubblica successivamente Tè al samovar e dopo luscita di Non spegnete la luce nel 2008, nel 2010 è dato alle stampe Per chi crescono le rose, ultimo suo romanzo in ordine di tempo.
Ingrid Beatrice Coman si è cimenta anche in poesia, poche ne ha mostrato fino adesso, esse si distinguono per la ricerca metrica che le caratterizza, oltre che per le tematiche che riesprimono quelle già contenute nei romanzi o nei racconti. Ha scritto un testo teatrale, pubblicato insieme alla raccolta dei racconti. Ma forse ha nel cassetto anche sceneggiature filmiche( lo si ipotizza dallintervista concessa) che, sarà per la riservatezza che la caratterizza, non ha pubblicato, né fornito a noi.
Attualmente oltre vivere a Malta, ha incominciato a scrivere anche in inglese, né questo fatto la spaventa anzi afferma nellintervista rilasciataci che con una nuova linguaci si arricchisce in tanti modi diversi, e spesso una lingua aggiunge concetti che laltra non ha, e allora si cerca di trovarli, e così la nuova lingua che ne nasce acquisisce più sfumature. Può essere faticoso, ma è bellissimo.
Infine è da sottolineare che nella sua produzione manifesta una significativa sensibilità verso il mondo femminile, che non sono mai personaggi di contorno, o secondari, ma vivono intensamente e manifestano coerenza dazione e coraggio. Figure come Vera, Ileana e le quattro eroine del romanzo La città dei tulipani sono indimenticabili per la sensibilità di donne e la coerenza della loro vita.
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