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La passione del vuoto – Helene Paraskeva

La passione del vuoto è una raccolta di ventuno racconti dello scrittore brasiliano Julio Monteiro Martins, che vive, scrive e insegna a Lucca. Sono racconti contraddistinti da viaggi in luoghi vari, che sarebbero vuoti senza la memoria. Questi viaggi invece si popolano di incontri con personaggi vari, nostalgici di “icone” trasgressive, solitari, disadattati, tutti combattenti contro i vuoti colmi di quotidianità, affollate solitudini, banalità, aridità, perdita di significato, perdita d’identità.
La prima volta che sentiamo l’intensità del vuoto nel racconto di Julio Monteiro Martins accade mentre aspettiamo l’abbraccio sensuale dell’eroe con Carminha e invece il Narratore (lo stesso eroe in età adulta) ha chiuso il ricordo di quella intimità nella cassaforte di aggettivi blindati e si è recato altrove.
Corriamo con l’adolescente innamorato, anzi, pedaliamo sulla bicicletta con lui attraversando il giardino dell’Eden tropicale per raggiungere la felicità. Eppure quel giorno freddo di luglio brasiliano si rivela carico di vuoto, perché le cognizioni storico-geografiche non bastano per associare luglio al gelo invernale, l’orchidea alla neve e il rigido 1921 al bollente 1968.
Pedaliamo così, con il vuoto ficcato nello stomaco, fra piante di giacaranda, colibrì evanescenti e farfalle policrome per raggiungere l’amore che fa bene al corpo e all’anima.
Il Paradiso gradualmente si trasforma in un antro di mostri preistorici, «serpenti, ragni e lucertole corazzate» trafugati dall’Europa. Carminha sta lavorando all’Hotel Till, dove si sta festeggiando l’anniversario di nascita del partito nazista e del suo führer.
Il Narratore si sofferma un po’ davanti all’Hotel in stile bavarese e dal nome evocativo del burlone medioevale, Till Eugenspiegel. Per un po’ diventiamo anche noi spettatori insieme a lui di questo spettacolo sinistro. La “festa del Till” è una messa in scena terrificante, con divise nere, teschi sui cappelli, bandiere, cani lupo e fanciulle brasiliane mascherate da cameriere bavaresi.
La scelta del nome “Till” non è casuale. È un omaggio al leggendario burlone mitteleuropeo, il furbacchione che scherza, schernisce, ride e raggira. Dal burlone Till hanno tratto ispirazione molti, da Strauss ai cartoni animati. Arthur Miller, il drammaturgo statunitense (Tutti miei figli, Morte di un commesso viaggiatore) nella sua conferenza del 26 marzo 2001 intitolata On Politics and the Art of Acting (Sulla Politica e l’Arte del Recitare) trattando la rischiosa compenetrazione fra spettacolo-intrattenimento e politica, utilizza come riferimento proprio lui, Till Eulenspiegel.
La pericolosità del personaggio, secondo Miller, sta nel fatto che il burlone non ha consapevolezza di sé, non può vedere se stesso. Come dice il suo nome, è lo specchio del vuoto, lo specchio per civette (Eulen – Spiegel) che, cieche come sono alla luce del giorno, non vi si potranno mai vedere riflesse.
Per Miller, quindi, Till Eulenspiegel è l’allegoria del leader politico che diventa una star, o viceversa, fondendo i due ruoli in un unico personaggio pericoloso, che ci sorride mentre ci trascina nel vuoto.
Nel racconto “La Passione del vuoto”, che dà il nome a tutta la raccolta, l’autore analizza un altro personaggio leggendario, Pandolfini, che ha costruito attorno a sé il mito grazie alla sua abilità di unire «l’ambiguità del Bene e del Male, la facoltà di concentrare entrambi in forma estrema e simultanea…»
L’epifania dei racconti di Julio Monteiro Martins si rivela a noi lettori con la consapevolezza di appartenere a questa umanità che crea appassionatamente mostri e burloni e spesso li confonde a proprio detrimento.

L'autore

Helene Paraskeva

Helene Paraskeva è nata ad Atene. Ha studiato in Grecia, in Italia e nel Regno Unito. Vive e lavora a Roma. Oltre all’insegnamento curricolare (lingua e letteratura inglese) nell’Istituto “G. Caetani”, organizza e coordina progetti interculturali collaborando con Università, ONG e altri Enti. Immigrata ed extracomunitaria ante litteram ha imparato a convivere con la precarietà quotidiana. In Italia ha pubblicato racconti in riviste letterarie e antologie e i libri: Il Tragediometro e Altre Storie (racconti, Fara ed. 2003), Nell’uovo cosmico (romanzo, Fara ed. 2006), Global Issues in English Literature (testo antologico di letteratura angloamericana). Collabora con la rivista settimanale “Internazionale” alla rubrica Italieni.