Una pagina come una tela, da dipingere con la poesia. Patrick White, poeta laureato di Ottawa, domina entrambe le arti, in un compenetrarsi di ispirazioni percepite con intensità. Le tinte decise delle sue pennellate, che caratterizzano motivi scrupolosamente riproposti, si riversano con il medesimo vigore su un’espressione poetica estimabile. Ogni parola si aggrega in maniera del tutto spontanea alle altre al fine di comporre, nella costanza di ogni giorno, un quadro di sentimenti esposto con accuratezza. Le intenzioni comunicative dell’autore canadese inducono a una lettura diligente, per far sì che ci si perda nell’infinità delle sensazioni volontariamente esternate. Un atto che disegna i contorni del presente e li trapianta nella dimensione perpetua della riflessione condivisa. Un dipinto di meditazioni accelerate si offre così alla sensibilità di un pubblico pronto ad accoglierne l’essenza e a custodirne l’impareggiabile valore.
Pensieri mutevoli accompagnano l’imprevedibilità dell’esperienza, riformulata in un processo creativo che valica gli argini della certezza temporale e spaziale, abbandonandosi di pari passo nella ricerca di un simbolismo delucidatore. Gli scorci immortalati nella pittura di Patrick White riassumono quel crescendo in parallelo di considerazioni poetiche vibranti che serbano, nel loro instancabile fluire, il senso di un’esistenza dedita all’arte. L’indecifrabilità dell’universo sembra essere plasmata da una rappresentazione illustrata e scritta che attinge alla veemenza di momenti di vita quotidianamente esaminati e restituiti. Dal buio di una stanza in cui le sfumature molteplici e i sogni del rivelarsi umano appaiono infranti nella realtà circostante, il poeta muove il suo desiderio d’essere nell’idea di una corsa in un tempo protratto. Balzi sulla neve morbida si caricano di un azzurro fragile che riflette la vastità di un cielo inconoscibile, al di là del suo manifestarsi terreno. Impronte intinte nel silenzio dell’avvicendarsi umano segnano un consueto cammino tra i boschi, avvolti anche dal mistero dell’aurea notturna. L’autore si immerge nella solitudine della natura, si confronta con le ombre più oscure, giungendo in modo inconsapevole a toccare, attraverso il potere di un’interiorizzazione poetica penetrante, le stelle di quello stesso cielo arcano. Ciascuna componente di quell’insieme viene riportata in terra per mezzo di una parola generatrice, grazie a cui Patrick White può concepire una costellazione di se stesso. Un susseguirsi di impressioni accerchiano l’animo del poeta nella sua intimità più recondita, come una luna piena cui si accompagna un alone di comete, che irradia e allo stesso tempo assorbe, il significato di un mondo sperimentato con coraggio. La tela del suo io è in tal modo incisa da un tracciato di sentimenti in continua evoluzione valutativa.
Quel sentiero governato dal caos degli astri tende a proiettarsi sullo specchio della creazione artistica, per poi inabissarsi con coscienza nella profondità del proprio vissuto. Ne emerge un ritratto poetico di pulsioni sublimate, che viene donato con convinzione a spettatori attenti, capaci di introiettarne la grandezza in un atteggiamento compartecipativo di tacita ammirazione.