Stanza degli ospiti

Francesca Lo Bue poesie

Le voci sparse

Voci tronche, fuggitive,
gemiti tenebrosi e fatati.
Allucinate voci della pena e della solitudine,
prigioniere senza pace né espressione.
Vogliono parole e geometrie nitide.
Sono le labbra incise dei legni brunastri,
pallide, potenti!
Sono le voci dei bambini non nati
voci tronche,
morate in calici fermi.
Voci mute dalle sfumate macchie
Angeli fermi nella notte stellata?
dei giorni fertili della terra?
Serafini ciechi di paradiso
lasciarono lacrime scure di cristallo.
Impronte vermiglie, scie argentee
lasciarono le voci tronche di passione.
Bianco sospira il vento nel sentiero di neve

L’ angolo della colpa

Per essere in un angolo della terra,
nella sera bruciante di un giorno di maggio
fra ciliegi fuggenti.
Pene iridescenti, feste livide,
colpa per essere nell’officina della mitologia,
negli specchi del sogno e degli alati che squamano.
Colpa per essere nella terra che brucia,
fra i cerchi della luna,
dove brilla una gemma bianca che fugge
nei navigli dell’acqua ferrea.

Lei

Come prigioniero,
coi muri intorno di case, di ferro
– niente si vede , niente si può –
Debbo liberarti piccolo uccello,
bambina fragile soave sinuosa, aria che anela sospiri
Bianca neve, e cenere e giorni
dagli occhi di bruma
dai modi di vento oscuro
sono gialli i salici ed è aprile,
sono gialli i salici ed è maggio
Devi liberarti devi andare al cielo
devi andare a un cielo
dove c’è la terra e i passi
C’è solo lo gnomo seduto,
uno schiavo che mangia e piove
e aprile è giallo
Avvicinati Bianca di neve
imprigionata di cenere
Avvicinati agli usci incantati dell’aria
Avvicinati all’atrio del cielo imprigionato
Aprile è giallo,
e maggio è lontano
Aspetta il prigioniero steso nel suo palpito
aspetta che un baleno ferisca la nube
e rompa il muro di calce
e cada l’acqua senza rospi,
un’acqua di pianura senza sole ferito.
Il prigioniero aspetta nell’ululo spento, nell’aprile giallo
Col cuore visse di una patria lontana, di un maggio sparito, di occhi senza risveglio.
E il prigioniero visse dormiente nel ferro che scricchiola
Il prigioniero visse nelle ore senza strade
Estàn amarillos los sauces y es abril
Estàn amarillos los sauces y es mayo…

L'autore

Francesca Lo Bue

Francesca Lo Bue è nata a Lercara Friddi (PA). In Argentina compie tutti i suoi studi fino alla laurea in Lettere e Filosofia presso l’Università Nazionale di Cuyo di Mendoza. Vince una borsa di studio del Ministero degli Affari Esteri Italiano, con il saggio Lirismo y Metafisica en Giacomo Leopardi. Sotto la guida Professor Aurelio Roncaglia si specializza in Filologia Romanza presso l’Università degli Studi “La Sapienza” di Roma.
Vive e lavora a Roma. Ha curato diversi studi letterari sia in lingua italiana che spagnola. Ha pubblicato la raccolta di poesie in lspagnolo Por la Palabra, la Emociòn (Edizione Belgeuse Grupo Editorial, Madrid 2009); in Argentina il romanzo di viaggio Pedro Marciano (Ex Libris Editorial, Mendoza); in Italia le raccolte bilingue italiano-spagnolo Non te ne sei mai andato / Nada se ha ido (Edizioni Progetto Cultura 2003, Roma 2009), L’Emozione nella Parola / Por la palabra, la emociòn (Edizioni Progetto Cultura 2003, Roma 2010), Moiras (Edizione Scienze e Lettere, Bardi Editore, Roma 2012), Il Libro Errante / El Libro Errante (Edizione Progetto Cultura, Roma 2013).