Biografie

Gennadij Ajgi – bio

Gennadij Ajgi (1934-2006) fu uno degli autori più influenti e rappresentativi dell’andegraund letterario moscovita tra gli anni ’60 e ’80 del secolo scorso, nonché una figura di estrema importanza per la diffusione della cultura ciuvascia[1] in Russia e a livello internazionale. Il poeta nacque nel 1934 a Šajmurzino, un paese vicino a Čeboksary; egli descrive la propria terra d’origine come un luogo idilliaco, immerso tra i boschi e abitato da una popolazione dall’indole estremamente pacifica. Il padre di Ajgi era poeta e insegnante e fu il primo traduttore di Puškin in ciuvascio. Egli si premurò di dare al figlio anche una formazione linguistica e letteraria russa, insegnandogli, in particolare, la poesia. Morì in battaglia durante la Seconda Guerra Mondiale, nel 1943. A tal proposito, in un’intervista Gennadij Ajgi afferma che la sua è una generazione senza padri, e per questo attribuisce grande importanza, nella costruzione della propria personalità, all’influenza delle figure femminili a lui care. L’autore compose versi in ciuvascio, la sua lingua madre, già in età giovanile. Nel 1953, una volta conclusi gli studi pedagogici, si trasferì a Mosca, dove proseguì la sua formazione all’Istituto di Letteratura Gorkij. Fu in questo periodo che Ajgi venne a contatto con Boris Pasternak, figura di estrema importanza per il percorso artistico e personale del poeta. La straordinaria vitalità e la spiritualità dei sui versi, infatti, ebbero una forte influenza sullo stile dell’autore ciuvascio. L’amicizia con Boris Pasternak attirò su di lui, tuttavia, l’attenzione delle forze del KGB, al punto che, nel 1958, fu espulso dall’Istituto per «aver composto versi sovversivi nei confronti del regime sovietico».
A partire dagli anni ’60, sotto l’influenza di Pasternak, Ajgi cominciò a scrivere solo in russo e decise di rimanere a Mosca, dove lavorò al Museo Majakovskij per dieci anni. L’autore, tuttavia, non abbandonò mai la lingua natale, poiché, durante, tutto il corso della propria vita, tradusse in ciuvascio raccolte poetiche appartenenti alla letteratura europea.
Oltre al rapporto con Pasternak, anche quello con il pittore anticonformista Igor Vuloch influenzò profondamente l’opera di Gennagij Ajgi. L’amicizia tra i due ebbe inizio a partire dal 1961, e fu accompagnata da una solida collaborazione artistica. Vuloch, dalla personalità riservata e schiva, fu leader dell’astrattismo russo negli anni ’60 e, grazie alla vicinanza con Ajgi, ebbe la possibilità di ritagliarsi uno spazio artistico e un pubblico piuttosto significativi nel contesto andegraund moscovita. Il pittore e il poeta condividevano la medesima sensibilità artistica, e insieme operarono uno studio approfondito dell’arte avanguardista di inizio secolo, con particolare attenzione all’opera di Kazimir Malevič. L’espressione artistica di Vuloch, in particolare, è caratterizzata da uno studio approfondito del “bianco”, che si esprime nel minimalismo compositivo tipico dei suoi quadri a partire dalla fine degli anni ’60, e rappresenta l’intensa ricerca di una purezza spirituale. Anche nei testi di Ajgi sono presenti vari riferimenti al bianco come sinonimo di purezza originaria. Per quanto riguarda la collaborazione tra i due artisti, ricordiamo che l’edizione pubblicata in Inghilterra nel 1989 della raccolta poetica Tetrad’ Veroniki fu illustrata proprio da Vuloch.
Gennadij Ajgi non scrisse mai in samizdat, lo strumento di diffusione letteraria più comune nel contesto andegraund. Al contrario, a partire dagli anni ’60, molti dei suoi versi furono pubblicati in vari paesi europei, sia in russo che in traduzione; la prima raccolta poetica dell’autore, per esempio, uscì a Monaco nel 1975 (Stichi 1954-1971). Ajgi ebbe accesso alle riviste ufficiali russe a partire dal 1987, con la distensione della censura in seguito alla perestroika, mentre solamente nel 1991 poté pubblicare in Russia un’opera completa (Zdes’. Izbrannye stichotvorenija), presso la casa editrice moscovita Sovremennik. Lo scrittore ricevette vari riconoscimenti letterari, tra cui ricordiamo il Premio Andrej Belyj (1987), il Premio Petrarca (1993) e il Premio Pasternak (2000, anno in cui il premio fu istituito).

Gennadij Ajgi morì il 21 febbraio 2006 a Mosca e venne sepolto nel cimitero del suo paese natale.

[1] La Repubblica Ciuvascia si trova nel cuore della Russia europea, nella regione del Volga-Vjatka, e ha come capitale Čeboksary, un importante porto situato sul fiume Volga. La popolazione ciuvascia attuale ha avuto origine dal lento processo di assimilazione dei Suvari e i Bulgari avvenuto tra il X e il XIII secolo. La lingua parlata in questa regione appartiene alla famiglia turca, in particolare al cosiddetto gruppo bulgaro; Ajgi la definisce dolce e musicale.

L'autore

Raffaele Taddeo

E’ nato a Molfetta (Bari) l’8 giugno 1941. Laureatosi in Materie Letterarie presso l’Università Cattolica di Milano, città in cui oggi risiede, ha insegnato italiano e storia negli Istituti tecnici fin dal 1978. Dal 1972 al 1978 ha svolto la mansione di “consulente didattico per la costruzione dei Centri scolatici Onnicomprensivi” presso il CISEM (Centro per l’Innovazione Educativa di Milano). Con la citata Istituzione è stato coautore di tre pubblicazioni: Primi lineamenti di progetto per una scuola media secondaria superiore quinquennale (1973), Tappe significative della legislazione sulla sperimentazione sella Scuola Media Superiore (1976), La sperimentazione nella scuola media superiore in Italia:1970/1975. Nell’anno 1984 è stato eletto vicepresidente del Distretto scolastico ’80, carica che manterrà sino al 1990. Verso la metà degli anni ’80, in occasione dell’avvio dei nuovi programmi della scuola elementare, ha coordinato la stesura e la pubblicazione del volumetto una scuola che cambia. Dal 1985 al 1990 è stato Consigliere nel Consiglio di Zona 7 del Comune di Milano. Nel 1991 ha fondato, in collaborazione con alcuni amici del territorio Dergano-Bovisa del comune di Milano, il Centro Culturale Multietnico La Tenda, di cui ad oggi è Presidente. Nel 1994 ha pubblicatp per il CRES insieme a Donatella Calati il quaderno Narrativa Nascente – Tre romanzi della più recente immigrazione. Nel 1999 in collaborazioone con Alberto Ibba ha curato il testo La lingua strappata, edizione Leoncavallo. Nel 2006 è uscito il suo volume Letteratura Nascente – Letteratura italiana della migrazione, autori e poetiche. Nel 2006 con Paolo Cavagna ha curato il libro per ragazzi "Il carro di Pickipò", ediesse edizioni. Nel 2010 ha pubblicato per l’edizione Besa "La ferita di Odisseo – il “ritorno” nella letteratura italiana della migrazione".
In e-book è pubblicato "Anatomia di uno scrutinio", Nel 2018 è stato pubblicato il suo romanzo "La strega di Lezzeno", nello stesso anno ha curato con Matteo Andreone l'antologia di racconti "Pubblichiamoli a casa loro". Nel 2019 è stato pubblicato l'altro romanzo "Il terrorista".