La mia casa è racchiusa in una valigia, la porto sempre con me ovunque vada. Ha pareti che cambiano, che si dilatano, si restringono. La mia casa ha lo stesso nome in molte lingue. Ma non in tutte. Il nome è lo stesso in tutti i luoghi che ho abitato. E questo è un conforto. La mia casa a volte è piena, a volte vuota. Piena delle memorie e dei giorni, vuota del tempo che resta e di tutte le assenze. La mia casa ho spazzato di tutti i rimpianti e a volte anche delle speranze. La mia casa è sola o vicina alle altre. Così strette che si fanno compagnia. A volte è troppo grande, a volte troppo piccola. La mia casa mi riflette, mi assomiglia. Porta tracce di voci e di corpi. Ha sempre porte e finestre mai chiuse, pronte all’attesa, all’incontro. Ha pareti di libri e di storie, una bocca per raccontarle. Ha lacrime appese al soffitto come gocce di cristallo. Brillano e non si muovono. Ha risa che battono contro i vetri delle finestre. Risa e lacrime non solo mie. La mia casa ha il gusto del mare, di onde, di sale. I sette colori delle montagne, di pietra e rocce, di cime mai scalate. Ha il sapore del mirto e della papaya, di vino buono e acajù. Sa di pioggia e di vento, di raggi di sole. Certe volte non ha voglia di viaggiare e vorrebbe restarsene lì ben piantata sulla terra. Ma non faccio fatica a convincerla e piano piano, prima mestamente, riprende il suo posto in valigia. E forse ci pensa su, perché dopo un po’ la sento ridere e la guardo dormire sognando nuovi confini.
L'autore
Anna Fresu
Anna Fresu è regista, autrice, attrice di teatro, traduttrice e studiosa di letterature africane. È stata presidente dell’ associazione “Scritti d’Africa”, che si occupa di divulgare le letterature africane attraverso recensioni, eventi, seminari, conferenze, siti web e spettacoli teatrali; e de “Il Cerchio dell’Incontro”, che cura laboratori di educazione alla pace e allo sviluppo e produce e mette in scena spettacoli teatrali.
È nata a la Maddalena, in Sardegna. Nel ’64 si è trasferita a Roma dove si è diplomata al Liceo Linguistico e laureata in Lettere e Filosofia.
Ha vissuto undici anni in Mozambico dove ha insegnato e diretto la Scuola Nazionale di Teatro, realizzando molti spettacoli e lavorando nei quartieri, nelle scuole, in ospedali psichiatrici, in villaggi. Ha creato e diretto col regista e giornalista Mendes de Oliveira il “Dipartimento di Cinema per l’Infanzia e la Gioventù”. I suoi film hanno ottenuto riconoscimenti internazionali. In Mozambico ha pubblicato il libro “Pesquisas para um teatro popular em Moçambique”, ed. Tempo, Maputo 1981 e il libro “Jogos e brincadeiras” Ed. Académica 1982.
Nel 1991 ha ricevuto il premio del Festival del Cinema per la Pace, la Solidarietà e lo Sviluppo per il lavoro da lei svolto in Mozambico. Nel 1992 ha curato con Joyce Lussu l’antologia del poeta mozambicano José Craveirinha Voglio essere Tamburo, pubblicato dal Centro Internazionale della Grafica di Venezia. Alcuni suoi racconti sono pubblicati su Lingua Madre 2007, Lingua Madre 2008 e Lingua Madre 2009 a cura di Daniela Finocchi, Centro Studi e Documentazione del Pensiero Femminile, ed. SB27, Torino; è presente con una sua poesia nell’antologia Dal Manoscritto al libro, Giulio Perrone editore, Roma 2008. Suoi articoli e saggi sono apparsi su diverse testate giornalistiche italiane. Nel 2013 ha pubblicato il libro di racconti Sguardi altrove, Ed. Vertigo.
Dal 2009 vive a Mendoza, in Argentina dove ha lavorato come docente di Italiano presso la “Società Dante Alighieri”, ha collaborato con conferenze e spettacoli ai programmi culturali del Consolato d’Italia e dove prosegue la sua attività teatrale e culturale. E’ attualmente docente di Lingua Italiana all’Università di Mendoza.